Come promesso, ecco il continuo di un capitolo da voi scelto, in più persone mi avete richiesto il primo capitolo ed eccolo qui, spero possa piacervi.
Baci, Michi💕Mezzanotte.
La mezzanotte di un nuovo giorno era arrivata ma quella era un po' speciale, il rintocco delle campane di una chiesa poco distante, che segnavano la mezzanotte, non avevano solo dato il benvenuto ad un nuovo giorno, no, certo che no, avevano dato il benvenuto ad un nuovo anno, ad altri 365 giorni in cui il mondo ne avrebbe vissuto di tutti i colori.
Quella mezzanotte dava il benvenuto a nuove avventure, nuovi momenti che avrebbero inciso per sempre la vita di chi si ritrovava a viverli, nuovi momenti in cui la voglia di abbandonare tutto si sarebbe fatta sentire prepotente, aveva dato il benvenuto ad un anno in cui si poteva perdere qualcuno di caro, quel fatidico minuto aveva dato il benvenuto alla possibilità di una nuova vita, di ricominciare.
Mezzanotte, è risaputo, è l'ora delle possibilità, l'ora in cui tutto può accadere, in cui i sogni possono diventare realtà, l'ora zero, l'ora in cui la follia diventa normalità, l'ora in cui non serve più nascondersi perché solo le stelle ci guardano e ci illuminano il sentiero.
A mezzanotte tutto può succedere.
Federico, un bambino di soli sette anni e uno zainetto rosso troppo pesante che lo faceva curvare in avanti, l'aveva appena scoperto, aveva appena scoperto che a mezzanotte tutto può succedere ma lui non era sicuro di volere che succedesse, lui voleva solo scappare ma la mezzanotte gliel'aveva impedito, il regalo che la mezzanotte gli aveva lasciato glielo aveva impedito.I grandi occhi azzurri del bambino, contornati dai suoi disordinati capelli scuri, fissavano attentamente il bambino, dai capelli castano chiaro, che si trovava davanti e stava sperando, con tutte le sue forze, che questo lo stesse prendendo in giro e che volesse davvero scappare e ricominciare con lui, un bambino che non aveva mai visto e di cui trovava che il nome fosse banale, comune, proprio come lui, Federico voleva scappare con Benjamin pur non conoscendolo, voleva essere la sua mezzanotte.
-"Tu scapperai?" Gli aveva chiesto Federico poco prima che la mezzanotte rintoccasse.
-"Si, lo farò, troverò il mio posto nel mondo e finirò per farlo mio perché io non mi accontento."
"Portami con te, te ne prego." Il bambino dai grandi occhi azzurri l'aveva supplicato, l'aveva supplicato come meglio sapeva, non voleva continuare a vivere nella sua città, non gli piacevano i suoi compagni di classe, voleva toccare le stelle, viaggiare ed essere felice, proprio come lo era da quando era arrivato a Los Angeles.
-"No, Federico, devi ancora crescere."
La risposta datagli da Benjamin gli spezzò il suo piccolo cuoricino ma l'altro non riuscì ad udirlo, tanti scoppiettanti fuochi colorati si innalzarono nel cielo buio della notte e le voce di centinaia di persone, giovani e meno giovani, si innalzarono nel silenzio della spiaggia, il nuovo anno era arrivato e Federico non sapeva che quello era solo l'inizio di tutto.
-"Quando lo farai verrò a prenderti, ci vediamo Federico." Aggiunse Benjamin, gli diede un bacio sulla guancia e corse via.
Federico rimase come impietrito mentre osservava il bambino dai capelli castani chiaro allontanarsi da lui, correre via da lui, e portargli via la sua ultima, forse unica, speranza di essere felice e scoprire il mondo; i suoi occhi, profondi e ammalianti come l'oceano, secondo dopo secondo si inumidirono sempre un po' di più, l'azzurro incontrò il rosso, e le sue guance morbide si bagnarono di lacrime salate e un singhiozzo rumoroso lasciò le rosse labbra del bambino.
-"Benjamin!" Fu tutto ciò che il piccolo riuscì a dire, o meglio ad urlare, in preda alle lacrime e alla tristezza.
In men che non si dica, il piccolo Federico, prese il suo zainetto rosso, e senza preoccuparsi di sistemarselo sulle sue piccole spalle coperte, si cimentò nell'inseguimento del bambino appena conosciuto.I piedi del bambino dai capelli scuri si muovevano ritmicamente sulle scale malridotte, grosse crepe decoravano i gradini in ceramica nera, se fosse stato un altro momento, un'altra situazione, il piccolo si sarebbe preso il suo tempo ma non quella volta, altre erano le sue priorità e doveva fare il possibile per inseguirle.
-"Benjamin, fermati, ti prego!" La voce affannata del bimbo riecheggiò in quel grande spazio vuoto.
A pochi passi dal bambino dai capelli scuri ce n'era un altro, era girato di spalle ma Federico non esitò a riconoscerlo, l'aveva raggiunto e non voleva lasciarlo andare, non senza una buona motivazione almeno.
Il ragazzo dai capelli castano chiaro si voltò e il suo volto si piegò in una smorfia sorpresa, di certo non si aspettava che l'altro lo inseguisse, si aspettava di non vederlo mai più.
-"Federico." La voce di Benjamin era leggera, tranquilla. "Che cosa ci fai qui?" Chiese e un po' gli venne da ridere, gli aveva fatto quella domanda solo qualche minuto prima.
-"Ti ho detto che voglio scappare e lo farò." Disse con tono sicuro il bambino dai capelli scuri.
-"Beh, buon per te." Fece spallucce il più grande. "Ti auguro buona fortuna." Aggiunse mentre il vento gli scompigliava i capelli corti.
-"Voglio farlo con te però." Replicò Federico e fece qualche passo nella direzione del bambino. "In due sarà tutto più facile, potremmo darci sostegno a vicenda, quando arriveremo in una nuova grande, e sconosciuta, città tu avrai me e io avrò te.
Sarà più facile accettare la realtà se saremo in due." Continuò, sperando che le sue parole riuscissero a convincere l'altro.
-"Io ho già accettato la realtà, Federico." Rispose il bambino dai capelli castano chiaro. "E non ho bisogno di nessuno, nemmeno di te." Aggiunse.
Il più piccolo sentì le lacrime, nuovamente, pungergli gli occhi ma decise che doveva essere più forte, o almeno lo doveva sembrare.
-"Dimmi perché non vuoi scappare con me." Disse e pregò affinché la sua voce risuonasse meno disperata di quel che sembrava a lui.
-"Te l'ho già detto." Rispose Benjamin. "Sei troppo piccolo e troppo poco determinato." Aggiunse.
-"Tu non mi conosci." Replicò il bimbo dai capelli scuri. "Non sai nulla di me, non puoi dire determinate cose." Aggiunse quasi offeso.
-"Lo vedo nei tuoi occhi."
-"Gli occhi non parlano."
-"Sono però il riflesso dell'anima, l'hai mai sentito dire?" Chiese il più grande. "Federico questo non è il tuo, non è il nostro, momento ma ti prometto che arriverà."
-"Quando arriverà?" Chiese Federico con la voce ridotta ad un sussurro, mentre una lacrima solitaria gli rigava il viso.
-"Forse presto o forse no, arriverà però." Replicò Benjamin. "Sarà forse tra una settimana, forse due, forse un anno o forse tra dieci ma arriverà e io sarò qui ad aspettarti.
Arriverà quel giorno e scapperemo insieme, ricominceremo insieme.
Te lo prometto, Federico."
-"Mi aspetterai qui?"
Il bambino annuì.
-"Ti aspetterò qui a mezzanotte, perché e a mezzanotte che tutto può succedere."

STAI LEGGENDO
Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"