SPECIAL.

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A mezzanotte il mondo sembra fermarsi per un momento, in quei sessanta secondi tutti sperano che qualcosa possa cambiare, ogni azione viene interrotta per alzare lo sguardo al cielo e affidare a questo tutti i propri desideri, quelli che non si hanno il coraggio di rivelare.
A mezzanotte qualcosa cambia, che sia in bene o in male ma nulla resta uguale, anche se spesso non ce ne rendiamo conto.
La mezzanotte indica che un altro giorno è giunto al termine e con esso un'avventura ma indica anche che un nuovo viaggio, breve o lungo che sia, sta per iniziare.
Benjamin, un giovane ventenne troppo preso da se stesso per rendersi conto delle cose che gli succedevano intorno, non aveva mai dato troppa importanza al tempo, credeva che i minuti fossero solo un insieme di secondi che trascorrevano veloci uno dopo l'altro, non gli importava del tempo che passava, lui pensava solo a vivere.
A mezzanotte però qualcosa successe anche a lui.
Il moro non sapeva quando aveva capito che davvero mezzanotte potesse essere l'ora dei desideri o forse sì, sì, lo sapeva, lo aveva capito nel momento in cui aveva visto gli occhi di Federico, gli occhi di suo marito.

Benjamin e Federico, due folli innamorati, avevano lasciato la bella Los Angeles che era stata testimone del loro amore fin dal primo incontro senza mai guardarsi indietro, i due ragazzi si erano presi la mano ed erano corsi incontro ad una nuova avventura, erano corsi incontro alla loro nuova vita insieme.
Quando il moro aveva proposto al minore di scappare insieme, proprio come lui voleva fare sedici anni prima, questo era rimasto abbastanza sorpreso ma neanche la sorpresa fu sufficiente a fargli dire di no, infatti Federico gli sorrise come solo lui sapeva fare e gli disse che era pronto, pronto a compiere qualsiasi viaggio con lui, pronto a tutto.
Non fu per loro molto difficile scegliere il posto che sarebbe diventata la loro nuova casa, i due presero un mappamondo, chiusero gli occhi e lasciarono al destino quella scelta, quello stesso destino li aveva fatti incontrare e ritrovare più volte, erano certi che avrebbe riservato loro solo belle cose.
Toronto, in Canada, fu proprio lì dove i due ragazzi si trasferirono meno di una settimana dopo, trovarono una bella casetta in centro, nulla di troppo appariscente una semplice villetta su due livelli e un bel giardino dove i loro futuri bambini avrebbero potuto giocare, Federico trovò lavoro in uno studio legale del posto, data la fama che era riuscito a crearsi in Italia, mentre Benjamin iniziò a dedicarsi alla scrittura e gli fu proposto di pubblicare il primo di una serie di libri.
La vita di Benjamin e Federico era tutta rosa e fiori, o quasi.

-"Dannazione Federico, torna qui e guardami in faccia mentre ti parlo!" Urlò il maggiore mentre seguiva suo marito giù per le scale in legno. "Sai che odio quando mi ignori e te ne vai così, proprio durante una conversazione!" Continuò.
Federico, che aveva raggiunto il salotto dall'arredamento antico ma semplice proprio come piaceva a lui, con una mano ancora stretta intorno alla cravatta blu che si stava sistemando si voltò verso il moro e gli lanciò un'occhiata colma di odio e rabbia.
-"Anch'io odio molte cose ma sembra che a te non importi!" Urlò in risposta Federico e si strappò dal collo la cravatta blu, rovinando anche il colletto ben curato della sua camicia bianca. "Quindi perché io dovrei considerare ciò che tu odi?!"
Il moro serrò i pugni e con un salto scese i pochi gradini che gli restavano, fino a trovarsi faccia a faccia con il minore che indietreggiò per lo spavento.
-"Dimmi quando." Ringhiò a denti stretti. "Dimmi quando io non ti ho considerato." Aggiunse e fece di tutto per trattenersi dall'urlare.
-"Adesso!" Replicò il più piccolo che non si preoccupava troppo di non urlare. "Adesso mi stai ignorando!" Urlò.
-"Sto parlando con te, come puoi dire che ti sto ignorando?!"
-"Non stiamo parlando, stiamo litigando!" Urlò in risposta il minore. "E tutto per colpa di quello stronzo di Nathan!" Aggiunse. "E anche per colpa tua, che sei anche peggio di lui!" Concluse e puntò l'indice contro il petto, coperto da una t-shirt nera, del ragazzo che aveva di fronte.
-"Quante altre volte dovrò dirti che Nathan è solo un mio collega?!" Replicò Benjamin, che aveva decisamente mandato al diavolo il suo proposito di non urlare. "Tra di noi non c'è niente, solo stima reciproca, lo vuoi capire?!"
-"Dovresti farlo capire a lui, non a me!" Rispose il biondo, decisamente rosso dalla rabbia. "È lui quello che continua a inviarti messaggi del buongiorno, della buonanotte, o messaggi dolci durante il giorno, è lui che ti invita sempre ad uscire!" Continuò. "È lui che ti sta allontanando da me!" Sputò con tutta la rabbia che aveva in corpo.
Nathan era un ragazzo che Benjamin aveva conosciuto a lavoro, era proprio lui ad occuparsi della correzione e revisione delle bozze del moro, i primi tempi con la sua simpatia e il suo carisma era riuscito ad accattivarsi anche le simpatie di Federico che era ben felice di invitarlo a cena a casa loro, con il passare del tempo questo però aveva iniziato ad avvicinarsi sempre un po' di più al moro e a mostrare insofferenza nei confronti del più piccolo.
Una sera, una sera come tante altre, Nathan aveva perfino cercato di baciare Benjamin ma questo lo aveva respinto nel modo più gentile possibile, dicendogli che lui era innamorato e sposato, Nathan però sembrava non aver perso le speranze e continuava a tempestare di attenzioni Benjamin che sosteneva che tra di loro ci fosse solo una bella amicizia e lo difendeva dalle critiche maligne del biondo.
-"Federico..." Sussurrò il più grande, intenerito dagli occhi lucidi di suo marito e dalla paura di perderlo che questo gli stava dimostrando, e si avvicinò a lui per abbracciarlo; in un primo momento il minore oppose un po' di resistenza ma alla fine si lasciò stringere dalle braccia calde del più grande. "Piccolino non devi mai pensare che qualcuno, che sia Nathan o chiunque altro, possa allontanarmi da te." Gli disse. "Io ti amo." Aggiunse. "Ci ho messo molto tempo per capirlo ma ora che lo so non ho nessuna intenzione di rinunciare a te."
Federico si strinse tra le braccia del maggiore, che gli lasciò un bacio sulla testa, e si lasciò andare ad un piccolo e a malapena udibile singhiozzo.
-"Ho paura di perderti, Benjamin, ho tanta paura..." Sussurrò. "Lo vedo come sei felice quando sei con Nathan e ho paura di non riuscire a farti sorridere allo stesso modo..." Continuò. "Accetti sempre di uscire con lui, anche se io non voglio.
Ho paura, Ben..."
Il moro gli prese il viso tra le mani e gli asciugò le lacrime con i pollici.
-"Esco con lui ma non faccio altro che pensare a te, parlo sempre di te." Gli disse. "Nathan può provare e pensare tutto quello che vuole ma io appartengo a te.
Io amo te."
Il più piccolo tirò su con il naso e si asciugò gli occhi con il dorso della mano.
-"Me lo prometti?"
-"Te l'ho promesso quella notte e te lo riprometto ora." Rispose Benjamin. "Io amo te, Federico, e ti amerò fino all'ultimo dei miei giorni perché la mia vita è incrociata con la tua." Continuò. "È riduttivo dire che sei la mia vita ma è così.
Ti amo, Federico, ricordalo sempre."

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora