Sixty six.

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L'avevano abbandonato.
Le persone a cui lui più teneva lo avevano abbandonato, le stesse persone che gli avevano dato la vita, lo avevano abbandonato ancora prima che il ragazzo potesse iniziare a sfruttare il dono che loro gli avevano dato, non aveva potuto condividere con loro la sua felicità, non aveva potuto trovare in loro l'appoggio necessario che gli sarebbe servito per superare qualche brutta esperienza.
A Federico sarebbe piaciuto avere accanto i suoi genitori quando, a diciannove anni, la sua prima, vera, fidanzata lo aveva lasciato e lui si era sentito morire, gli sarebbe piaciuto averli accanto nel giorno in cui decise di iscriversi all'università, alla facoltà di legge, per poter aiutare le persone che ne avevano bisogno, gli sarebbe anche piaciuto averli accanto durante il suo trasferimento a Los Angeles, litigare con loro per questo ma sapere che ci sarebbero sempre stati per lui, gli sarebbe piaciuto poter chiamare sua madre a qualsiasi ora del giorno e della notte, incurante del fuso orario, e parlare con lei di Benjamin, era sicuro che sua madre avrebbe saputo consigliarlo a dovere su cosa fare con lui, erano tante le cose che avrebbe voluto condividere con loro ma, il destino o forse semplice sfortuna, glieli aveva portati via quando ne aveva più bisogno, era nel pieno della sua crescita e aveva visto le sue radici sradicarsi con una ferocia inaudita.
Negli anni che erano passati non aveva mai parlato con nessuno della sua perdita, riteneva che parlare dell'accaduto glielo faceva sentire più reale, riapriva la sua ferita che non riusciva a cicatrizzarsi, solo con Benjamin era riuscito ad aprirsi.
Il moro lo aveva convinto a mostrare le sue paure e si era preso cura di ognuna di queste, lo aveva cullato fino a fargli abbattere tutte le sue mura, aveva accarezzato le sue fragilità e gli aveva sussurrato parole che il mondo non doveva ascoltare, qualcosa che era solo loro.
Federico gli aveva raccontato tutta la sua vita, momenti belli e brutti, e aveva visto che negli occhi di Benjamin non c'era compassione, non provava pena per lui, forse provava ammirazione, ammirazione per un ragazzino di soli sedici anni che aveva visto cambiare tutta la sua vita.
C'era qualcosa in Benjamin, qualcosa di enigmatico, che lo spingeva a fidarsi di lui, nonostante le tante delusioni che gli procurava, e lo univa a lui, come se ci fosse un filo con un doppio nodo tra le loro anime.

Dopo la confessione del più piccolo, i due, avevano ripreso a frequentarsi normalmente, quando gli era possibile, Federico aveva capito che non aveva alcun senso essere geloso delle ragazze con cui il moro andava a letto in discoteca, loro non erano nulla per lui, e lui non era più che un semplice amico, non poteva permettersi determinate scenate di gelosia.
Era passata una settimana da quella sera, il biondo aveva dedicato buona parte di questa allo studio, mancavano solo poche ore al suo grande giorno, voleva che tutto andasse per il meglio, aveva già avuto abbastanza brutte sorprese nella vita, voleva che almeno un giorno fosse perfetto.

Per quella sera i suoi amici erano riusciti a convincerlo dal separarsi dai libri e ad uscire per andare a cena, tutti ritenevano che avesse bisogno di una pausa.
Per fortuna del giovane in città la sua omosessualità era passata di moda, per così dire, quasi nessuno più gli dedicava attenzione al suo passaggio e avevano smetto di insultarlo, la sua vita stava ritornando alla normalità.
-"Federico io scendo cinque minuti, al supermercato, per comprare delle cose." Lo avvisò Brandon.
Federico si tolse gli occhiali da vista neri, quelli che usava solo quando studiava troppo, se li portò alla bocca e masticò per qualche secondo la montatura di questa, prima di annuire.
-"Potresti prendermi del succo di frutta alla pesca?" Chiese e lasciò cadere la sua mano, quella che stringeva gli occhiali, sulla sua gamba coperta da un pantalone di tuta nera.
-"Certo." Rispose il coinquilino e si sistemò la sua giacca da college rossa. "Torno subito." Aggiunse e uscì dal salotto per uscire di casa.

Dopo soli pochi minuti la porta di casa, che Federico condivideva con il suo amico e coinquilino Brandon, suonò e un piccolo sorriso comparve sul volto del più piccolo, che credeva che il suo coinquilino si fosse dimenticato di qualcosa.
"Ah, il solito Brandon." Pensò e scosse la testa, spostò dalle sue gambe la coperta blu e si alzò per andare ad aprire.
-"Brandon un giorno finirai per dimenticarti anche la testa!" Urlò il biondo e aprì la porta.
-"Al massimo, la testa, posso perderla per te."
Davanti agli occhi del minore si presentò un Benjamin in tutta la sua bellezza, un jeans chiaro, più largo di come li portava di solito, stracciato sulle ginocchia e sulla coscia destra, le sue solite vans nere, una t-shirt a tinta unita del medesimo colore delle scarpe e, per finire, un giubbotto di pelle rossa, il suo ciuffo era ben sistemato all'indietro, il piercing che portava al naso era illuminato dalla poca luce proveniente dall'interno della casa.
Il moro era poggiato allo stipite della porta, le braccia conserte e un sorriso ammaliante fisso sul suo viso, stava sfidando con lo sguardo Federico che, sapeva, avrebbe perso.
-"Benjamin." Disse e lasciò che un piccolo sorriso si impossessasse delle sue labbra. "Cosa ci fai qui?" Chiese e inclinò la testa da un lato.
-"Sono qui per te." Rispose il moro, entrò in casa, senza neanche attendere il permesso del ragazzo, e chiuse la porta dietro le sue spalle. "Ovvio." Aggiunse.
-"Mi fa davvero piacere vederti." Ammise il più piccolo. "Vieni." Aggiunse e si fece strada lungo il corridoio, tinteggiato di blu cobalto e tempestato di foto di Brandon durante la sua crescita e qualcuna in sua compagnia, per raggiungere la cucina bianca e in legno seguito dal maggiore.
-"Sai che sei davvero bellissimo con questa tuta?" Chiese Benjamin e gli circondò i fianchi con un braccio, per attirarlo al suo corpo. "E questi occhiali ti rendono ancora più sexy." Aggiunse e iniziò a baciargli, avidamente, il collo nudo.
-"Anche tu non scherzi." Rise il biondo e fece per allontanarsi ma l'altro lo strinse ancora di più. "Ben, così mi fai male." Disse.
-"Ti voglio piccolo Federico, ti voglio ora. Rispose il più grande e gli morse il collo, così forte da farlo gemere di dolore.
-"Ora non possiamo, magari un'altra volta." Replicò Federico e lo spinse, delicatamente, via.
-"Io ti voglio ora." Ripeté il moro e lo spinse al muro prima di riprendere a torturargli il collo.
-"Benjamin ti ho detto di no!" Quasi urlò il più piccolo e lo spinse, ancora una volta, via.
-"Che ti prende?!" Urlò Benjamin. "Sei sempre il primo a volerti sentire mio, e cazzate del genere, e ora che sono io a volerti ti tiri indietro?!" Continuò.
-"Non mi sto tirando indietro, da un momento all'altro tornerà Brandon e, per tua scelta, non voglio che ci veda insieme!" Rispose il biondo.
-"Invece io voglio, dannatamente, andare a letto con te!" Continuò ad urlare il più grande e sbattè una mano sul tavolo in legno. "Ora." Aggiunse.
-"Per te sono solo un corpo da poter usare a tuo piacimento?!" Chiese Federico.
-"Ricominci ancora con questa storia?!" Sbuffò il moro e alzò le braccia al cielo.
-"Ricomincio tutte le volte che mi pare, fino a quando, tu, non la smetterai di usarmi come ti pare!" Ringhiò il più piccolo e fece qualche passo verso di lui.
-"Sono venuto qui perché ti desideravo, volevo stare con te, non per sopportarmi le tue crisi da ragazza nevrotica!" Urlò Benjamin.
-"Allora, per quanto mi riguarda, puoi anche uscire da questa casa!" Rispose Federico.

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Ehi🌸
Innanzitutto mi scuso per non aver postato ieri, non ero dell'umore adatto per farlo, scusatemi.
Vi ringrazio per le quarantasei mila visualizzazioni, ormai cosa posso dirvi?
Vi ringrazio infinitamente💕
Dopo la confessione di Federico sono ricominciati i litigi, come continuerà?
Sappiate che presto cambierà tutto.
Se volete entrare nel gruppo WhatsApp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora