Twenty seven.

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Federico aveva ripreso a svegliarsi ogni mattina con il sorriso stampato sul volto, da quando Benjamin era rientrato nella sua vita sentiva che tutto era come sarebbe sempre dovuto essere, quel pezzo della sua vita che mancava era ritornato al suo posto e lui dopo tanto tempo, finalmente, era ritornato a sentirsi completo.
Non era sicuro che accettare di essere solo amico del moro potesse essere la scelta più giusta per lui, sapeva che i suoi sentimenti, anche se non poteva definirli amore, andavano ben oltre la semplice amicizia, ma la voglia di continuare ad avere il più grande nella sua vita aveva avuto la meglio, non era riuscito ad immaginare un'intera vita senza di lui, nonostante si conoscessero da poco, e passare anche solo pochi giorni senza di lui lo aveva fatto sentire come morto, aveva bisogno di Benjamin, costantemente, e non poteva più negarlo.
Anche Benjamin si sentiva felice, come non lo era mai stato, al sol pensiero che il più piccolo era di nuovo parte della sua vita, delle sue giornate, e non avrebbe più dovuto aver paura del buio perché ci sarebbe stato Federico ad illuminare le sue giornate, ci sarebbe stato Federico a rendere tutto un po' meno brutto, ci sarebbe stato Federico pronto ad aiutarlo a rialzarsi dopo una brutta cosa e ci sarebbe stato Federico pronto ad insegnargli ad amare.

Era un venerdì pomeriggio come tanti altri, tutti nella città degli angeli si stavano preparando per la serata all'insegna del divertimento che avrebbero trascorso da lì a poche ore, ogni volta che una nuova settimana giungeva al termine, a Los Angeles, era come se fosse appena iniziata una festa, era proprio l'allegria che quel posto esprimeva che aveva colpito il biondo fin dal primo momento, aveva bisogno di un posto che gli trasmettesse continuamente allegria e, Los Angeles, era il posto giusto per lui.

Federico se ne stava seduto sul divano della casa che condivideva con Brandon e credeva di poter impazzire da un momento all'altro per i tanti appunti, sparsi davanti a lui, che stava studiando, la sua stava per esplodere, aveva bisogno di una distrazione.
-"Ehi biondo." Lo chiamò Brandon che era appena entrato nella stanza.
-"Non ho tempo per parlare con te." Rispose Federico rovinando ogni tentativo da parte del ragazzo di istaurare una conversazione.
Quella sua risposta fece ridere che l'amico che si avvicinò al divano e diede uno sguardo ai tanti fogli sparsi anche sul pavimento.
-"Sembra tutta roba molto complicata." Disse e bevve un sorso della sua lattina di coca cola.
-"E lo è." Controbatté il più piccolo. "Se non lo fosse non mi troverei in questo stato, non credi?" Chiese con una punta di acidità nella voce.
-"Ehi, Federico, calmati." Rispose Brandon. "Non era mia intenzione farti innervosire, rilassati." Aggiunse.
Il biondo si passò una mano sul viso e sospirò.
-"Scusami Brandon, hai ragione tu." Si scuso il ragazzo. "Non sono nervoso, o arrabbiato con te, solo che sto studiando da ore, se non da giorni, e sento che la testa sta per esplodermi." Continuò e chiuse gli occhi per qualche istante per ritrovare la sua calma.
-"Dovresti prenderti una pausa." Gli suggerì il ragazzo e spostò qualche foglio per farsi spazio e sedersi.
-"Mi piacerebbe ma non posso permettermelo." Rispose sospirando Federico e guardò sconsolato tutti i suoi libri.
-"Quando hai l'esame?" Chiese Brandon e prese un altro sorso della sua coca cola.
-"Tra venti giorni." Rispose il biondo.
-"E scommetto che hai già studiato gran parte di questi fogli, giusto?" Continuò a chiedere il ragazzo e prese tra le mani uno dei tanti fogli ma lo lasciò cadere subito dopo con un'espressione quasi disgustata.
-"Beh, abbastanza." Ammise il più piccolo. "Ma non ne sono sicuro." Aggiunse.
-"Beh, tu sei un genio e hai ancora venti giorni per studiare, riuscirai a fare tutto anche se ti prendi qualche ora di pausa." Rispose Brandon e si appoggiò allo schienale del divano.
-"Tu credi?" Chiese titubante Federico che si stava lasciando convincere.
-"Assolutamente." Annuì l'amico. "Perché non vieni in discoteca con me e i ragazzi?" Propose.
-"No, Brandon, mi scoppia la testa, preferisco stare a casa e riposare." Rispose il biondo.
-"Basta che non studi."
-"Ti giuro che non studierò." Rise Federico.
-"Bravo il mio coinquilino." Gli fece l'occhiolino Brandon e lo lasciò solo nella stanza.
Un'idea balenò nella testa del più piccolo che scattò in piedi e iniziò a girovagare per la stanza alla ricerca del suo cellulare, non appena trovò l'oggetto non perse tempo nel sbloccarlo e comporre un numero che, ormai, aveva imparato a memoria.

Benjamin, a differenza del biondo che era occupato a studiare, se ne stava sdraiato in malo modo sul letto e continuava a cambiare canale alla ricerca di qualche programma divertente che gli permettesse di far passare il tempo, più velocemente, nell'attesa che arrivasse l'ora giusta per prepararsi e uscire con i suoi amici ma la sua attenzione venne richiamata dal trillo del suo cellulare che si diffuse nella stanza illuminata solo dal televisore, in un primo momento il ragazzo fu tentato di ignorare la telefonata e continuare il suo noioso pomeriggio ma, dopo aver notato l'insistenza di chi lo stava telefonando, si decise ad alzarsi dal letto e a prendere il telefono, un sorriso comparve sul suo volto non appena lesse il nome 'Federico Rossi' sullo schermo.
-"Pronto?" Rispose a telefono cercando di mascherare quanto fosse allegro nel sentirlo.
-"Ehi, Benjamin." Lo salutò Federico dall'altro capo del telefono. "Sono Federico." Aggiunse.
-"Ehi, Fede, dimmi." Disse il moro e si sistemò sul letto.
-"Beh, ecco..." Balbettò il più piccolo. "Come stai?" Chiese.
-"Sto bene." Rispose Benjamin. "Tu?" Chiese.
-"Bene, ti disturbo?" Continuò a chiedere il biondo.
-"Certo che no!" Si affettò a rispondere il più grande.
-"Oh, bene, avrei una proposta da farti."
-"Dimmi tutto."
-"Questa sera hai da fare?"
-"Beh, dovrei andare in discoteca con i ragazzi, perché?"
-"Oh, va bene, nulla, scusami..." Si scusò Federico che si sentì uno stupido per aver pensato che avrebbero potuto trascorrere una serata insieme.
-"No, Federico, dimmi, cosa c'è?" Lo incitò a parlare il moro.
-"Stavo pensando che saresti potuto venire a cena a casa mia." Spiegò il più piccolo. "Ma hai già da fare quindi lascia stare." Aggiunse ed era pronto ad attaccare quando la risposta dell'altro lo sorprese.
-"Vengo." Disse Benjamin. "A che ora?" Chiese.
-"Dici sul serio?" Chiese meravigliato il biondo.
-"Ma certo, Federico." Rispose il più grande.
-"Ma avevi già degli impegni..." Borbottò Federico.
-"Federico io sceglierei sempre te, scegliere sempre te a tutti.
Preferisco passare una serata con te che una vita con chiunque altro." Rispose Benjamin.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora