Thirty two.

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Federico non ne aveva mai abbastanza delle labbra del più grande sulle sue, anche mentre lo baciava si ritrovava a desiderare di farlo ancora, di farlo per tutta la sua vita, i baci di Benjamin avevano un gusto diverso, nuovo, non sapeva se fosse perché stava baciando, per la prima volta, una persona del suo stesso sesso o perché stava baciando Benjamin, tutto ciò che sapeva era che quella sensazione lo faceva stare bene, lo faceva sentire in paradiso, invincibile, Benjamin aveva un qualche assurdo potere che lo faceva unico al mondo, riusciva a farlo sentire la persona più importante esistente al mondo ma quella cosa, oltre a renderlo felice, lo spaventava da morire.
In quelle settimane passate dopo il loro riavvicinamento lui aveva capito di provare qualcosa di davvero forte per il moro e aveva paura che se lo avesse perso lui si sarebbe totalmente annullato, che avrebbe perso una parte di lui così grande che non sarebbe più riuscita a ricostruirla, che la sua felicità sarebbe morta.

La mattina dei due giovani era passata tra baci al gusto di pancakes e vari sorrisi, il biondo non era riuscito a divincolarsi dalla presa del maggiore ed era finito per fare colazione sedute sulle gambe del ragazzo, non che la cosa gli dispiacesse, e questo non aveva perso occasione per baciarlo e stringerlo il più possibile, più volte Federico lo aveva scovato intento a guardare la chiazza che gli aveva lasciato sul collo e si riteneva soddisfatto del suo lavoro, il più piccolo arrossiva ogni volta e finiva per toccarsi il collo e a mordersi il labbro al pensiero di avere inciso sulla pelle qualcosa del maggiore.
-"Sei sicuro di voler ritornare a casa?" Chiese Benjamin.
I due ragazzi si trovavano nell'entrata di casa del moro, Federico era poggiato al muro e davanti a lui c'era Benjamin che continuava a lasciargli qualche bacio a stampo o sulla guancia.
-"Devo per forza ritornare a casa." Rispose il biondo e accarezzò la guancia del ragazzo davanti a lui.
-"Puoi studiare qui." Replicò il più grande e gli morse il lobo dell'orecchio.
Federico gli accarezzò i capelli e sorrise.
-"Non ho i miei appunti." Disse. "E devo cambiarmi." Aggiunse.
-"Ma io voglio restare ancora un po' con te." Brontolò il moro e appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo.
-"Ti va di vederci stasera?" Propose il più piccolo.
-"Questa sera dobbiamo vederci con gli altri, andiamo a mangiare qualcosa." Rispose Benjamin. "Ricordi?" Chiese.
Il biondo si batté una mano sulla fronte e sospirò.
-"Giusto." Disse. "Me ne ero dimenticata." Aggiunse.
-"Ci vediamo lì?" Chiese il più grande.
-"Certo." Annuì Federico. "Vuoi che ti passi a prendere?" Domandò.
-"Non preoccuparti, vengo da solo." Rispose il moro. "Ora fila a studiare e dimostra ai tuoi professori quanto sei intelligente." Aggiunse a sorridendo.
-"A stasera." Disse, altrettanto sorridente, Federico e gli diede un bacio a stampo prima di andarsene via.

Nonostante il più grande avesse detto all'altro di non andarlo a prendere quella sera, che sarebbe andato da solo al luogo dell'appuntamento, lui poco prima si fece trovare sotto casa del ragazzo e lo citofonò.
-"Chi è?" Disse la voce del maggiore al citofono.
Federico sorrise nel sentirlo, sperava di avergli fatto una sorpresa.
-"Benjamin, sono Federico." Disse.
-"Federico." Lo chiamò ma non sembrava felice come il minore sperava. "Cosa ci fai qui?" Chiese.
-"Sono venuto a prenderti." Rispose il più piccolo.
-"Perché?" Continuò a chiedere Benjamin che non sembrava affatto felice di quella sorpresa.
-"Non mi piaceva l'idea che venissi a piedi e ho pensato di venirti a prendere." Spiegò il biondo. "Tutto qui." Aggiunse e fece spallucce anche se l'altro non poteva vederlo.
-"Ma io ti ho detto di non farlo." Replicò secco il più grande.
-"Beh, comunque io ora sono qui.
Vuoi che me ne vado o scendi?" Chiese Federico stanco della situazione che si stava venendo a creare.
Il ragazzo riuscì ad udire un piccolo sbuffo provieniente dall'altra parte del citofono.
-"Cinque minuti e scendo, aspettami." Disse il moro mettendo fine alla loro conversazione.
Il più piccolo si sentì deluso nel constatare che il ragazzo, che fino a poche ore prima lo aveva pregato di restare con lui, non lo aveva neppure invitato a salire e sembrava seccato dalla sua presenza.

Dopo poco più di dieci minuti Benjamin raggiunse il minore in strada e salì in macchina senza neanche salutarlo, Federico decise di non dare troppo peso alla cosa, quindi, salì in macchina e sfoggiò uno dei suoi migliori sorriso.
-"Stai davvero bene." Constatò lui.
-"Indosso dei semplici vestiti." Replicò il moro.
-"Beh si ma ti stanno davvero bene questi jeans." Rispose il più piccolo.
-"Sono i soliti jeans neri che metto sempre." Disse, quasi seccato, Benjamin.
-"Maledizione Ben, non posso neanche farti un complimento senza che tu ti lamenti per tutto?!" Sbottò il biondo e colpì il volante.
-"Non ti ho chiesto io di farmi un complimento." Rispose il più grande. "E comunque, se proprio ci tieni, grazie." Aggiunse e accesse la radio.

Il viaggio in macchina si rivelò più silenzioso di quanto il minore pensasse, sperava di poter conversare con l'altro per conoscerlo meglio ma dopo la loro piccola discussione quello aveva accesso la radio e non ne aveva voluto sapere di parlare con lui, aveva preferito guardare il vuoto anziché incrociare lo sguardo del più piccolo.
-"Siamo arrivati." Comunicò Federico e spense la macchina.
-"Bene." Si limitò a rispondere il moro e scese dalla vettura per dirigersi all'entrata del locale scelto dai loro amici.
-"Ehi, ragazzi!" Esclamò allegro Brandon e gli fece un cenno con la mano.
-"Bran, ciao." Lo salutò Federico mentre l'altro si avvicinava ad un gruppo di ragazze poco distante da loro.
-"Il nostro Benjamin stasera vuole darsi da fare." Rise Philip ed entrò nel locale.
Il biondo sentì il sangue ribollirgli nelle vene, odiava anche solo la vista del più grande con qualcuno che non fosse lui.

-"Benjamin, possiamo parlare?" Chiese Federico dopo aver bloccato l'altro.
Per tutta la sera Benjamin non aveva fatto altro che evitarlo, gran parte del suo tempo lo aveva speso con quel gruppo di ragazze appena incontrato al locale e il restante tempo aveva deciso di trascorrerlo con i suoi amici, non si era preso la briga neanche di chiedere al ragazzo come stesse, era come se lui non esistesse, come se ciò che quella notte era successo tra di loro fosse sparito e Federico non riusciva a spiegarsi il motivo.
-"Cosa vuoi?" Sbuffò il moro.
-"Perché mi stai ignorando?" Chiese diretto il più piccolo.
-"Non ti sto ignorando." Rispose Benjamin. "Sto solo passando del tempo con i miei amici." Aggiunse.
-"Dopo quello che c'è stato tra di noi credo di meritare un po' più di considerazione, in fondo noi siamo..." Stava parlando il biondo ma venne interrotto dall'altro.
-"Noi siamo amici, Federico." Disse Benjamin. "Tu sei un mio amico come tutti gli altri e meriti la stessa attenzione degli altri.
E ora, se permetti, torno da loro." Aggiunse e si liberò della presa del ragazzo per tornare dagli altri.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora