Un vento gelido, da giorni, continuava a soffiare sulla città degli angeli, le grandi onde continuavano a innalzarsi per poi abbattersi una volta arrivate a contatto con la sabbia bagnata, il verde di quella città era in continuo movimento e i rami e le foglie che si muovevano provocavano un rumore alquanto gradevole, la sera era abbastanza sconsigliabile uscire di casa, era meglio restare dentro casa a guardare un bel film e gustare qualche buon piatto, con amici o familiari.
Nonostante il vento, però, di giorno le strade erano costantemente gremite di persone che si accingevano a raggiungere qualche luogo o, semplicemente, si gustavano la bellezza di quel posto, ammiravano le vetrine e, magari, si sedevano a qualche bar per gustare qualche prelibatezza in compagnia mentre guardavano gli abitanti di Los Angeles che, sorridenti, passeggiavano per quelle strade,
Agli occhi di qualcuno, però, quel posto aveva perso un po' di quella magia che da piccolo lo aveva rapito, fino al punto da spingerlo a trasferirsi lì dopo quindici anni.
Quelli erano giorni bui per Federico, il ragazzo non faceva altro che dividersi tra la casa e lo studio, dedicava fin troppo tempo a quest'ultimo, aveva letteralmente chiuso gli amici, e il resto della sua vita, non voleva più dedicare tempo a persone che neanche lo meritavano, a stento rivolgeva la parola Brandon ma di questo ne era dispiaciuto, il suo coinquilino non aveva fatto nulla di male per essere ignorato, era l'unico ad essersi dimostrato sincero nei suoi confronti, dal giorno del suo trasferimento gli era sempre accanto e lo aveva aiutato per quanto gli era possibile, lui era l'unico amico che gli rimaneva, forse l'unico che aveva mai avuto.Erano passati due giorni da quella sera in discoteca, Federico, dopo aver chiacchierato un po' con Lindsay e aver capito che quella ragazza non aveva fatto nulla di male per essere odiata, aveva lasciato i due da soli, ignorando le parole del moro che gli chiedeva di rimanere, non se la sentiva di stare in un luogo dove era solo di troppo, non gli andava di essere il terzo incomodo.
In quei due giorni il moro aveva riempito la casella dei messaggi del più piccolo ma non aveva ricevuto risposta a nessuno di questi, lo aveva chiamato almeno una decina di volte ma ogni volta il suo unico modo per sentire la voce del giovane era la segreteria, aspettava ad ogni chiamata che la segreteria scattasse per poter sentire la voce del minore che diceva:
'Ciao sono Federico, al momento non posso rispondere ma lasciate un messaggio, vi richiamerò a breve.
Un bacio.'
Benjamin, però, quel bacio avrebbe voluto riceverlo davvero, gli mancava baciarlo, una mancanza devastante e non sapeva per quanto tempo, ancora, avrebbe potuto resistere.
In quei giorni senza Federico, il più grande, aveva capito qualcosa d'importante, voleva chiarire con il ragazzo e riportarlo nella sua vita, quel giorno stesso lo avrebbe fatto e non avrebbe accettato un no come risposta.Federico, come il solito, era con la testa china sui libri e si consumava il cervello per ricordare ogni parola che questi contenevano, era sera inoltrata e Brandon lo aveva già chiamato, più volte, per la cena ma lui non voleva saperne di lasciare la sua scrivania, ripeteva la scusa che mancavano solo otto giorni alla sua laurea e non aveva tempo da perdere con la cena, ricevendo occhiatacce da parte del suo coinquilino, solo il suono del campanello riuscì a distrarlo anche se solo per pochi secondi.
"Chi diavolo è a quest'ora?" Pensò e imprecò mentalmente contro chiunque avesse deciso di andare fargli visita proprio in quel momento.Poco dopo, non appena il biondo riuscì a ritrovare la sua concentrazione, la porta della sua stanza si aprì e, subito, un profumo penetrante riempì la stanza, non ci volle un genio per capire a chi appartenesse quel profumo.
-"Cosa vuoi?" Ringhiò Federico.
-"Parlare con te." Rispose il moro e chiuse la porta color legno dietro le sue spalle.
La stanza, in cui il colore predominante era il bianco, candido come lo era Federico, avrebbe detto Benjamin, era illuminata solo dalla fioca luce della lampada poggiata sulla scrivania, dello stesso colore della porta, dove il ragazzo stava studiando.
-"Non ho nulla da dirti." Replicò il più piccolo. "Puoi anche andartene." Aggiunse.
-"Sono giorni che mi ignori e vorrei sapere il perché." Disse Benjamin e avanzò verso di lui.
-"Ti sei stufato di Lindsay?" Chiese il biondo con una punta di cattiveria nella voce.
-"Cosa?" Aggrottò la fronte il più grande. "Perché mi stai parlando di Lindsay?" Chiese.
-"L'altra sera mi siete sembrati davvero una bella coppia, dovresti stare con lei." Rispose Federico e scrollò le spalle. "Almeno non dovresti più nasconderti." Aggiunse.
-"Federico sei impazzito?" Domandò il moro e gli prese la mano ma, l'altro, la ritrasse subito. "Non è con lei che voglio stare." Aggiunse.
-"Non vuoi stare con lei." Ripeté il più piccolo. "Non vuoi stare nemmeno con me però." Continuò.
-"Sai perché non posso stare con te." Controbattè Benjamin.
-"La questione non è che non puoi è che non vuoi, è diverso." Disse il biondo.
-"Credi che se potessi non starei con te?" Chiese il più grande.
-"No." Rispose secco Federico.
-"Allora sei impazzito davvero." Disse il moro e scosse la testa.
-"Magari sarà una risposta ovvia, forse anche stupida, ma è quella che mi rappresenta meglio al momento." Iniziò a parlare il più piccolo. "Sono pazzo di te ma a te neanche importa." Concluse.
-"Mi importa ciò che provi, più di quanto pensi, e odio vederti soffrire." Rispose Benjamin.
-"Non fai nulla per evitare di farmi soffrire però." Replicò il biondo.
-"Cosa dovrei fare?" Chiese il più grande.
-"Sai Benjamin." Si interruppe Federico. "Delle volte, soprattutto a me, non servono gesti eclatanti.
Mi farebbe piacere ricevere un po' più di attenzioni da parte tua, anche un semplice sguardo quando siamo in pubblico, sapere che tu apprezzi ciò che io faccio per te." Disse.
-"Io lo apprezzo e so quanto sia dura per te, vorrei poter risolvere questa situazione ma, al momento, non so cosa fare." Rispose il moro.
Prima che il più piccolo potesse rispondere un tuono interruppe il silenzio della casa, seguito da una forte luce che fece sobbalzare il ragazzo.
Le braccia di Federico si allacciarono al collo del maggiore e nascose la testa sulla spalla di questo.
-"Ci sono io con te." Sussurrò Benjamin e gli cinse i fianchi con le braccia. "Hai paura?" Gli chiese.
Il biondo annuì e strinse gli occhi mentre altri lampi illuminavano il cielo.
-"D- dormi con m- me..." Balbettò.
-"Tutte le volte che vorrai." Rispose Benjamin. "Ti proteggerò io." Aggiunse.

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Midnight Kiss || Fenji.
FanficMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"