-"Benjamin!" Urlò Federico che aveva seguito il più grande fuori dal bar.
Benjamin aveva udito quella voce gridare il suo nome anche anni prima, quindici anni prima per l'esattezza, e come allora aveva deciso di non girarsi a guardare e di proseguire diritto per la sua strada, sapeva che se si sarebbe voltato non avrebbe più avuto le forze per andare via, per continuare a scappare, perché quegli occhi azzurri l'avrebbero incatenato, costretto a restare lì e a prendersi cura di lui perché, a suoi occhi, Federico sembrava tanto piccolo e desideroso di cure e di affetto e sentiva che toccava lui dargli tutto ciò di cui aveva bisogno, in un certo senso si sentiva responsabile di ciò che accadeva al più piccolo, bello o brutto che fosse, pur non conoscendolo.
Era diventato il tormento della sua anima e la gioia del suo cuore.Benjamin continuava a correre tra le trafficate strade di Los Angeles senza far peso al fatto che stesse urtando gran parte dei passanti e alle brutte parole che questi gli dicevano non appena lo vedevano scappare via.
Nonostante non riuscisse a vedere cosa stesse succedendo alle sue spalle, il moro, sapeva che Federico era poco distante da lui, riusciva a sentire i suoi occhi azzurri come il mare, se non di più, bruciare la sua pelle per poterlo guardare dentro.
Era sempre stato così, per qualche assurdo motivo, Federico era sempre riuscito a vedere il vero Benjamin, nonostante lui cercasse di impedirglielo.
-"Benjamin, ti prego, fermati!" Continuò ad urlare il più piccolo nella speranza che il moro desse ascolto alle sue parole.
-"Lasciami in pace!" Urlò in risposta Benjamin senza mai fermarsi. "Non voglio mai più vederti!" Aggiunse e svoltò in una stradina che non aveva mai percorso.La corsa del moro, per sua sfortuna, durò ancora poco, la strada in cui aveva girato si era rivelata essere un vicolo cieco e ben presto si ritrovò davanti ad un muro e prima che potesse tornare indietro e ricominciare a correre sentì dei passi veloci avvicinarsi rapidamente a lui seguiti dopo da un sussurro coperto dal fiato spezzato.
-"Benjamin." Sussurrò il più piccolo e si appoggiò al muro per regolarizzare il suo respiro.
Benjamin sospirò rumorosamente, strinse i pugni e si girò verso il ragazzo con un'espressione quasi indecifrabile.
-"Cosa vuoi?" Ringhiò lui.
-"Parlare con te." Rispose il biondo e si passò una mano tra il folto ciuffo tinto di biondo.
-"Io non ho nulla da dirti." Controbatté il più grande e si appoggiò al muro dietro di lui.
-"Io invece sì e vorrei tanto che tu mi ascoltassi." Disse Federico e si avvicinò a lui. "Ascoltami anche solo pochi minuti e dopo, se lo vorrai, non mi farò più vedere, smetterò di uscire con i tuoi amici e non sarò più un problema per te." Continuò e fece incontrare i loro occhi.
Cielo e mare entrarono in contatto, il bianco e il nero, il bene e il male, la ragione e il sentimento, i due più grandi opposti si incontrarono dando vita ad uno spettacolo che ad occhio nudo non poteva essere visto ma nei cuori dei due giovani qualcosa esplose contribuendo il più grande ad interrompere quel contatto visivo.
-"Parla allora, ti ascolto." Disse.
-"Che ne dici di andare via da qui? Non mi sembra il luogo più adatto?" Rise Federico ma smise subito non appena vide la serietà dell'altro.
-"Andiamo in spiaggia allora." Rispose il moro. "Non credo che oggi ci sia molta gente." Aggiunse.Dopo non molto i due ragazzi giunsero alla loro metà e, come aveva detto il più grande, la spiaggia si rivelò essere abbastanza desolata, c'era solo qualcuno intento a fare jogging o a portare a spasso il cane, non c'era traccia dei rumorosi ragazzini che di solito la affollavano e la rendevano quasi invivibile.
-"Ci sediamo?" Chiese il più piccolo e fece cenno con la testa nella direzione di un muretto.
-"Sediamoci." Rispose Benjamin mantenendo il suo tono duro e andò ad accomodarsi sul piccolo muro in pietra.
A differenza di quanto Benjamin pensasse, Federico, si sedette accanto a lui a tal punto da far sfiorare le loro braccia.
-"Cosa vuoi dirmi?" Chiese il ragazzo.
-"Voglio chiederti scusa." Rispose Federico e abbassò lo sguardo.
-"Scusa?" Ripeté il più grande. "Per cosa?" Chiese confuso.
-"Con te mi sono comportato davvero male e non so il perché, c'è qualcosa in te che mi ha spinto a farlo ma, ti giuro, che io non sono così." Spiegò il biondo. "E per questo voglio chiederti scusa, ho sbagliato." Aggiunse.
-"Accetto le tue scuse." Disse Benjamin con lo sguardo fisso verso l'oceano. "Anche io mi sono comportato male con te, ti ho attaccato ancor prima di conoscerti e di solito non lo faccio." Continuò.
-"Ricominciamo di nuovo?" Chiese il più piccolo abbozzando un sorriso.
-"Io sono Benjamin, piacere." Disse il moro e gli porse la mano.
-"Federico." Rispose il minore e gli strinse la mano.
-"Però quelle poche che so su di te posso saperle ugualmente o devo fingere il contrario?" Chiese il più grande mentre si grattava la nuca.
-"Puoi saperle." Rispose il biondo. "Ma io non so nulla su di te, raccontami qualcosa." Aggiunse.
-"Non c'è molto da dire su di me, sono quello che sembro." Mentì Benjamin. "Mi chiamo Benjamin Brian Mascolo, sono nato qui a Los Angeles ma per un periodo ho vissuto in Arizona, ho 23 anni e, al momento, non sono fidanzato ne ho alcuna intenzione di farlo." Raccontò.
-"Non ti interessa avere una relazione?" Chiese il più piccolo inclinando la testa da un lato.
-"No, trovo che avere una relazione non sia una cosa per me, almeno per ora, devi smettere di divertiti e io non voglio farlo." Spiegò il moro.
-"Puoi divertirti anche in coppia." Rispose Federico.
-"Sei uno di quelli che amano essere innamorati?" Chiese ridendo il più grande.
-"Può darsi." Sorrise il biondo.
-"E tu invece?"
-"Io cosa?"
-"Sei qui per studiare, no?" Chiese Benjamin.
-"Si, è così." Annuì il più piccolo.
-"E i tuoi genitori?" Continuò a chiedere il moro.
-"I m- miei genitori c- cosa?" Chiese balbettando Federico.
-"Vivono ancora in Italia?" Domandò curioso il più grande.
-"S- si..." Sussurrò il biondo. "Vivono ancora lì." Aggiunse e prese a guardare l'oceano davanti a lui.
-"È davvero un gran bel posto l'Italia." Esclamò Benjamin e si sistemò meglio sul muretto.
-"Si, abbastanza." Fece spallucce il più piccolo.
-"Ma Los Angeles lo è di più." Rise il moro.
-"Assolutamente." Sorrise Federico. "Allora ti va di essere amici?" Chiese e gli porse la mano.
-"Amici." Sorrise e gli prese la mano.
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Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"