Thirty four.

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La gente di Los Angeles continuava a sorprendersi di quanto in fretta potessero passare le giornate, il sole continuava a sorgere e tramontare ancora prima che qualcuno potesse rendersene conto ma nessuno aveva rimpianti, tutti cercavano di sfruttare al meglio il tempo che gli veniva offerto e non avevano nulla di che rimproverarsi, sapevano di aver sprecato, se così si può dire, il loro tempo con le persone a loro più care.
Benjamin in quei pochi giorni che erano trascorsi non aveva visto Federico, aveva ricevuto qualche messaggio da parte sua ma le loro conversazioni non si erano mai sviluppate, lui trovava sempre il modo per interrompere le loro chiacchierate senza che l'altro pensasse che volesse evitarlo e forse neanche lui sapeva con precisione se voleva evitarlo o meno, i suoi pensieri, le sue certezze, erano confuse.
Non sapeva cosa lo stesse spingendo a legarsi in tale modo con quel ragazzo, era sicuro di considerare Federico solo come un amico ma non poteva fare a meno delle sue labbra, i suoi baci avevano un gusto che non aveva mai provato, gli trasmettevano reali emozioni e non solo piacere fisico, Federico aveva qualcosa di speciale, si era dimostrato essere l'unico in grado di risvegliare il suo cuore addormentato da troppo tempo eppure, nonostante questo, non riusciva ad amarlo, il pensiero di quello che poteva succedere lo spaventava da morire e gli impediva di creare un qualcosa di concreto con il ragazzo ma la voglia di stare con lui gli impedivano anche di stargli lontano, aveva il costante bisogno di baciarlo e non riusciva a reprimerlo.

Era un pomeriggio come tanti altri, le strade della città degli angeli, stranamente, non erano molto affollate nonostante il sole fosse alto nel cielo e fosse la giornata perfetta per una passeggiata e un gelato e, per questo motivo, Benjamin non si fece scappare quell'occasione.
Il moro stava tranquillamente passeggiando tra quelle strade, che conosceva perfettamente, mentre stretto tra le sue mani c'era il suo gelato al cioccolato e pistacchio; gli occhiali da sole poggiati sul suo viso non gli impedirono di vedere un ragazzo dal disordinato ciuffo biondo seduto ad un tavolino di un bar intento a leggere qualcosa.
-"Ehi, biondino." Lo chiamò e si avvicinò per scompigliargli i capelli.
Federico alzò lo sguardo dal suo libro e un mezzo sorriso, quasi forzato, gli comparve sul volto.
-"Benjamin, ciao." Lo salutò prima di concentrarsi nuovamente sul suo libro.
-"Stai bene?" Chiese il moro e spostò una sedia per accomodarsi difronte al ragazzo.
-"Si, perché questa domanda?" Domandò in risposta il più piccolo che sembrava poco interessato alla conversazione.
-"Mi sembri strano." Rispose Benjamin e cercò di accarezzargli la mano ma il minore la ritirò.
-"Tu sei strano tutti i giorni, perché io non posso esserlo per una volta?" Chiese retorico il biondo.
-"Beh, in effetti, hai ragione." Sorrise il più grande e si appoggiò allo schienale della sedia. "Questa sera verrai in discoteca?" Chiese e prese una patatina dal piatto del ragazzo davanti a lui.
-"Credo di sì." Rispose Federico. "Ma tanto a te cosa importa? Starai ugualmente con qualche tua amichetta e non mi calcolerai minimamente." Aggiunse.
Un sorriso beffardo comparve sul volto del moro che non perse tempo nello stuzzicare l'altro.
-"Sei geloso, Rossi?" Domandò lui divertito.
Il più piccolo si sentiva preso in giro ma non poteva negare che fosse, effettivamente, geloso.
-"Di cosa dovrei essere geloso?" Chiese a sua volta. "Siamo solo amici ed è giusto che tu passi del tempo con altri tuoi amici, giusto?" Continuò, sentiva un nodo alla gola e sapeva che sarebbe potuto scoppiare a piangere da un momento all'altro ma doveva trattenersi, non poteva mostrarsi debole agli occhi del maggiore.
-"Esatto, piccoletto." Rispose Benjamin e si alzò. "Quindi ci vediamo questa sera in discoteca e passeremo una serata tra amici, amico." Continuò e gli diede un bacio sulla guancia prima di andare via.

La sera era arrivata, Benjamin e il suo gruppo di amici, tra cui Federico, erano pronti per passare una serata di divertimento, tutti speravano di trovare qualcuno con cui condividere qualche drink e, perché no, anche altro mentre il più piccolo sperava solo che quella serata potesse passare il prima possibile, non aveva voglia di vedere il moro intento a filtrare con qualcuna ma non poteva restarsene a casa, doveva dimostrargli che lui era forte, che a lui non importava cosa facesse e, perché no, che poteva trovare qualcun altro con cui passare la serata.

Anche quella sera la discoteca era piena fino a scoppiare, il solito odore di fumo, misto ad alcool e sudore, invase le narici del più piccolo che si guardò intorno alla ricerca di quegli occhi tanto familiari.
-"Ehi, Federico!" Lo salutò Cassidy e gli gettò le braccia al collo per salutarlo.
-"Cassidy, ciao, come stai?" Gli chiese il ragazzo abbozzando un sorriso.
A Federico non era mai andata a genio Cassidy, non gli piaceva il suo modo di essere alla costante ricerca di attenzione da parte dei ragazzi, soprattutto di Benjamin, ed era sicuro che neanche lui piacesse alla ragazza ma entrambi avevano deciso di evitare discussioni per il quieto vivere di tutti.
-"Molto bene, dai vieni dagli altri!" Esclamò la ragazza e trascinò il corpo del più piccolo verso i divani del locale.

-"Ragazzi guardate chi vi ho portato!" Esclamò Cassidy con la sua solita voce stridula.
-"Federico!" Esclamò allegro Brandon e poggiò sul tavolo il suo pacco di sigarette per alzarsi e salutare il ragazzo.
Il biondo, dopo l'accaduto al locale, aveva chiesto scusa ai suoi amici e aveva spiegato loro che il suo comportamento era dovuto allo stress per il troppo studio e questi, per sua fortuna, sembravano aver creduto alle sue parole.
-"Ciao ragazzi." Li salutò il più piccolo e andò a sedersi tra Gwen e Philip.
-"Belli!" Esclamò una voce che il minore conosceva bene.
Federico alzò lo sguardo e vide Benjamin, con un drink stretto in una mano e una sigaretta nell'altra, che camminava a ritmo di musica con uno stupido sorriso stampato sul volto.
-"Allora Benjamin, ti stai divertendo?" Chiese ridendo Brandon.
Prima che il moro potesse rispondere i suoi occhi incrociarono quelli spenti di Federico, le parole gli morirono in gola e il suo sorriso svanì, la voglia di avvicinarsi a lui e abbracciarlo stava avendo la meglio su di lui ma Molly, una ragazza appena conosciuta, lo interruppe.
-"Ben!" Lo chiamò. "Ti sei già dimenticato di me?!" Chiese retorica e gli girò il viso per far incontrare le loro labbra.
Gli occhi del più piccolo si riempirono di lacrime e questo si ritrovò costretto a lasciare soli i suoi amici e a correre in bagno.

I singhiozzi di Federico riecheggiavano nel piccolo spazio che costituiva il bagno, varie lacrime gli rigavano il volto, le unghie del ragazzo erano conficcate nei suoi stessi palmi per evitare di piangere ma ottenne l'effetto contrario, l'immagine di Benjamin che baciava un'altra persona gli riempiva là mente, nell'esatto momento in cui le labbra di quella ragazza si poggiarono su quelle del moro, Federico, sentì il suo cuore rompersi in mille pezzi.
-"Perché, Benjamin, perché..." Singhiozzò lui e si prese la testa tra le mani.
La porta del bagno si aprì spaventando il più piccolo che, in fretta e furia, si asciugò gli occhi.
-"È o- occupato..." Disse.
Due braccia possenti lo abbracciarono e lo presero di peso.
-"Non mi importa."
-"B- Benjamin..." Balbettò il biondo.
-"Zitto e baciami." Ordinò Benjamin e lo spinse al muro prima di far unire le loro labbra.
Federico quella volta non oppose resistenza, lasciò che le labbra dell'altro si impadronissero delle sue e lo facessero sentire la persona più importante e speciale del mondo.

Le gambe del più piccolo erano ben strette sulla vita di Benjamin mentre questo continuava ad accarezzargli la schiena coperta dalla camicia bianca, le loro bocche si muovevano perfettamente l'una contro l'altra, le braccia di Federico erano allacciate dietro al collo del maggiore mentre questo continuava a stringerlo al suo corpo.
-"Sei così bello mio piccolo Federico." Sussurrò Benjamin e gli diede un altro bacio a stampo.
-"S- sono tuo?" Balbettò il biondo.
-"Tutto mio." Rispose il più piccolo e gli diede un morso sul collo facendolo mugolare.
-"Sono un tuo amico, non dovresti comportarti così con me." Disse Federico e lasciò che una lacrima gli rigasse la guancia.
Il moro gli baciò la guancia e gli asciugò la lacrima.
-"Tu non sei un amico come tanti altri." Rispose. "Tu sei speciale." Aggiunse.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora