Fifty five.

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Come poteva una persona, come tante altre sotto molti punti di vista, impadronirsi, totalmente, della vita di un'altra persona?
L'amore non ha alcuna logica, colpisce in modi inaspettati, avrebbe risposto qualcuno ma quel qualcuno non avrebbe capito che non si trattava di semplice amore ma qualcosa che andava ben oltre, qualcosa che neanche nelle fiabe più belle viene narrato, qualcosa che colpisce cuore, mente e anima e le incatena, le incatena in modo talmente stretto che solo nel cercare di liberarsi chiunque finirebbe per incastrarsi ancora di più, incastrare ogni pezzo di lui in quello dell'altro fino a farli diventare una cosa sola.
Un sentimento magico univa i cuori di Benjamin e Federico, due ragazzi tanto diversi che avevano lottato contro il tempo, contro il mondo, per ritrovarsi, dopo più di dieci anni erano riusciti a ritrovarsi nello stesso posto in cui si erano conosciuta, nella città degli angeli perché, loro, erano due angeli, angeli senza ali dal manto nero che sapevano brillare più del sole, più delle stelle, come fari nel buio della notte.
Federico riusciva ad ammettere i suoi sentimenti nei confronti del maggiore ma questo non ci riusciva, aveva paura di ammettere quanto Federico fosse importante di lui, non riusciva ad ammetterlo neanche a lui stesso, temeva di innamorarsi del biondo e non poteva permetterselo.

Seduti su quel divano nero, posto nel soggiorno della casa del maggiore, si erano detti cose che il mondo non avrebbe compreso, parole troppo profonde per permettere che qualche estraneo le ascoltasse.
Federico si era lasciato trasportare dalle sue emozioni, aveva lasciato che Benjamin lo stringesse proprio come lui aveva bisogno di essere stretto, le parole del moro continuavano a ripetersi nella sua mente e non faceva altro che sorridere, Benjamin lo faceva stare bene.
Quelle ore insieme, però, non le avevano passate solo a baciarsi e coccolarsi, come erano soliti fare, i due avevano messo in chiaro quello che c'era tra di loro e, di comune accordo, avevano deciso di non interrompere qualsiasi cosa fosse ad unirli, Federico amava troppo Benjamin per lasciarlo andare via e Benjamin, a sua volta, aveva un bisogno assurdo di avere il più piccolo nella sua vita ma entrambi sapevano che nessuno doveva venire a conoscenza di quella loro relazione clandestina, Benjamin aveva proposto di comportarsi come dei semplici amici in presenza degli altri, che dopo la dichiarazione del biondo si sarebbero rivelati più attenti ad ogni particolare, di conoscere altre persone, e anche andarci a letto se volevano, il moro definiva quella situazione come una relazione libera, erano due amici a cui piaceva baciarsi e, di tanto in tanto, andare a letto insieme, senza nessun coinvolgimento sentimentale o almeno da parte sua.
-"Cosa ci rende diversi da quegli amici che vanno solo a letto insieme?" Aveva chiesto Federico.
-"Loro finisco per innamorarsi, a noi non succederà." Gli rispose Benjamin.
Loro sarebbero finiti per innamorarsi? O magari lo erano già?

Era una giornata particolarmente soleggiata a Los Angeles, mai come quel giorno l'estate sembrava essere arrivata, girando per le strade del posto era inevitabile incontrare persone che avevano deciso di sfoggiare, di già, i loro shorts e le loro t-shirt estive, quelle strade erano un'esplosione di colori, dai più sgargianti a quelli più sobri, era un vero e proprio paradiso per gli occhi, erano proprio giornate come quelle che avevano fatto innamorare il più piccolo di quel posto.
Federico stava camminando affiancato da Benjamin, i due avevano deciso di fare colazione insieme prima che il biondo andasse all'università, mancava sempre meno alla sua laurea e la sua felicità era alle stelle.
I compagni di corso del minore sembrano essersi stancati di lui, non era più la novità del momento e sempre meno gente gli riservava occhiate indiscrete, la città si stava dimenticando di lui.
-"Andiamo al bar vicino l'università?" Chiese Federico.
-"Hai paura di fare tardi biondino?" Lo prese in giro il moro.
-"Sono le mie ultime lezioni, sono molto importanti, non posso perdere neanche un solo secondo." Rispose il più piccolo e si sistemò lo zaino nero della vans sulla spalla.
-"Il secchione sta per laurearsi." Continuò a prenderlo in giro Benjamin.
Il biondo lo fulminò con lo sguardo.
-"Smettila." Disse.
-"Dai sto solo scherzando." Rise il più grande e gli scompigliò i capelli.
-"Sisi, certo." Roteò gli occhi al cielo Federico.
-"Non mi credi?" Gli chiese il moro.
-"Come ti pare." Rispose il più piccolo e si distanzio. "Ora andiamo al bar." Aggiunse.

Il resto del percorso, che li divideva dal bar, fu abbastanza silenzioso, Federico sembrava essere troppo concentrato sul calciare un sassolino per parlare con il moro che cercava di istaurare una conversazione, Benjamin credeva di averlo offeso e voleva scusarsi ma l'altro non gliene dava modo.
-"Cosa ordini?" Gli chiese Federico e chiuse il suo menù.
-"Possiamo parlare?" Domandò, a sua volta, il moro.
-"Stiamo già parlando." Rispose il più piccolo, Benjamin allungò la mano per stringerla alla sua ma, lui, la ritirò via bruscamente. "Siamo in pubblico, ricordalo." Aggiunse.
-"Ti sei arrabbiato?" Gli chiese Benjamin.
-"Dovrei?"
-"Io non volevo offenderti, stavo solo scherzando." Si spiegò il maggiore.
-"Delle volte il tuo modo di scherzare è esagerato." Lo ammonì Federico.
-"Quindi ti sei arrabbiato?" Chiese ancora una volta il moro.
-"Tanto che ti cambia?" Inarcò un sopracciglio il più piccolo e incrociò le braccia al petto.
Benjamin si guardò intorno e, velocemente, si alzò e prese la mano del minore per trascinarlo in bagno.

-"Ma che fai?!" Urlò Federico ma per loro fortuna erano già in bagno e nessuno li aveva sentiti.
-"Ti prego perdonami." Lo supplicò il moro.
Un sorriso comparve sul volto del più piccolo che si appoggiò al muro.
-"Ci tieni davvero tanto al mio perdono?" Gli chiese.
-"Tantissimo." Rispose Benjamin.
-"E faresti qualcosa per averlo?" Chiese ancora il biondo.
-"Assolutamente si!" Annuì il più grande.
-"Qualcosa potresti fare." Sorrise Federico.
-"Dimmi." Lo invitò a continuare il moro.
-"Baciami." Ordinò il più piccolo. "Baciami fino allo sfinimento." Aggiunse.
Benjamin non se lo fece ripetere due volte, si avvicinò a lui e lo baciò, lo baciò come solo lui sapeva fare.

La colazione si era conclusa nel migliore dei modi, i due erano riusciti a riconciliarsi, Benjamin aveva accompagnato il minore all'università e aveva deciso di fare una passeggiata per la città, era una splendida giornata e sarebbe stata una follia restare chiuso in casa.
Il moro stava tranquillamente camminando lungo la spiaggia quando il suono del suo telefono attirò la sua attenzione, prese l'oggetto e trascinò il dito sulla cornetta verde.
-"Pronto?"
-"Benjamin sono Brandon." La voce del ragazzo dall'altra parte del telefono sembrava essere abbastanza agitata.
-"Brandon è successo qualcosa?" Chiese il più grande.
-"Federico." Rispose Brandon.
-"Federico cosa?!" Quasi urlò Benjamin, cos'era successo a Federico?
-"È all'ospedale."

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora