I giorni si susseguivano l'uno dopo l'altro.
Il sole sorgeva, se ne stava alto nel cielo per diverse ore, per illuminare tutto ciò che gli stava sotto, per poi tramontare e dare spazio alla sua antagonista, lasciava spazio alla notte.
Notte.
Una parole semplice, comune, forse anche banale ma chi, in fin dei conti, non amava la notte?
Chi non amava poter essere se stesso all'oscuro del mondo?
Di notte si poteva essere liberi.
Liberi da tutto.
Gli occhi indiscreti stavano lontano.
Si sa, di notte, anche le persone più pure, quelle più trasparenti, finivano per compiere gesti che, durante il giorno, alla luce del sole avevano paura di compiere.
Di notte le anime si accendevano, si mostravano per ciò che realmente erano.
Una grossa scritta, al LED, era attaccata sopra la testa di ognuno di quelli che vivevano di notte.
Libero.
Ognuno di noi aveva scritto in fronte questa parola, risaltava nel buio della notte.
Los Angeles si riempiva di colore nelle sue ore più buie.
La città degli angeli si riempiva di serata.
La città delle stelle diventava una stella.
Los Angeles diventava il posto per tutte le anime evase.
Di notte quella città viveva.
Di notte quella città abbandonava le sue maschere.
Di notte due amanti potevano amarsi senza paura.
Di notte non c'era paura.
Anche Benjamin e Federico amavano la notte, era proprio nel momento magico di questa che i loro occhi, per la prima volta, entrarono in contatto.
A mezzanotte.
L'ora dei sogni.
L'ora delle possibilità.
A mezzanotte Benjamin e Federico si incontrarono e mai più si lasciarono andare, le loro anime si tesero la mano, afferrarono l'una la mano dell'altra e non permisero che il tempo, la distanza e l'assenza, si intromettessero tra di loro.
Nessuno poteva separare le loro anime.
Benjamin e Federico erano amanti della notte, era proprio durante quelle ore in cui i loro corpi si ritrovavano e potevano amarsi senza limiti, senza ostacoli.
Benjamin e Federico erano figli della notte.
Figli dell'amore della notte.Quelli erano giorni difficili per i due ragazzi, sotto alcuni punti di vista.
Federico, dopo la sua causa fortunatamente ben riuscita, aveva avuto molti più impegni lavorativi rispetto al passato, in studio avevano iniziato a fare più affidamento su di lui e per quanto quella cosa potesse fargli piacere, in fondo era proprio ciò che voleva, sul piano del lavoro, ma gli dispiaceva avere sempre meno tempo per la sua vita privata.
A risentire di tanto lavoro era proprio la sua relazione con Benjamin, questo, però, sembrava non darci troppo peso, anche il moro si era gettato a capofitto nel lavoro, il loro momento era solo la notte.
La notte si ritrovavano, si dedicavano abbracci e baci al gusto di 'non ti lascerò andare via da me' e finivano per addormentarsi stretti l'uno all'altro, i respiri sincronizzati e i cuori che si dedicavano ogni battito.Anche quella mattina i due ragazzi si erano recati, di buon mattino, sulla rispettiva postazione di lavoro, pronti per iniziare una nuova giornata di lavoro ma non pronti per una nuova giornata separati.
Durante le ore lavorative i due si scambiarono messaggi il più possibile, ma i loro rispettivi impegni non gli lasciavano molto tempo per dedicarsi all'uso del cellulare, essendo che anche il loro incontro nella pausa pranzo era saltato, Benjamin si era dovuto recare fuori città con il suo capo, per un servizio fotografico molto importante a detta sua, e non sarebbe tornato prima di tarda sera.
L'indomani però, per loro fortuna, Federico aveva una giornata libera e anche Benjamin quindi sarebbero potuti stare insieme per qualche ora senza nessuna interruzione.L'ora di cena giunse, il più piccolo aveva già fatto ritorno circa un'ora prima e si era messo ai fornelli per preparare la cena, più deliziosa possibile, per il suo fidanzato.
Nel momento esatto in cui il pollo con le patate finì la sua cottura, la porta di casa si aprì e, dopo pochi minuti, fece capolinea nella cucina profumato il suo ragazzo con una faccia alquanto stanca.
-"Amore mio!" Squittì Federico, gli corse intorno e gli allacciò le braccia al collo.
Un leggero gemito di dolore fuoriuscì dalle labbra carnose del moro ma, nonostante questo, non perse occasione per stringere i fianchi del suo piccolo e attirarlo in un abbraccio al profumo d'amore.
-"Ehi piccolino." Sussurrò il moro con un filo di voce e poggiò la testa sulla spalla del ragazzo ma, questo gesto, gli provocò un altro gemito di dolore.
-"Ti fa male il collo?" Gli chiese il più piccolo e indietreggiò di qualche passo per poterlo guardare meglio.
Solo in quel momento Benjamin si rese conto dell'abbigliamento del suo fidanzato.
Il minore indossava un allegro grembiule bianco, con scritto in rosso vari piatti tipici della cucina americana, che andava a coprirgli il suo perfetto abbigliamento d'avvocato, la camicia bianca e il pantalone, in sintonia con la cravatta, blu scuro.
L'immagine del minore lo fece scoppiare a ridere per qualche istante.
-"Sei buffo con questo grembiule e questo completo." Disse ridendo ma non appena cercò di scuotere la testa, il dolore, si fece sentire di nuovo. "Ai..." Borbottò e si massaggiò il collo con una mano.
-"Farò finta di non aver sentito la prima parte di ciò che hai detto." Replicò il biondo e alzò gli occhi al cielo. "Mi limiterò a prendermi cura di te e del tuo collo dolorante." Aggiunse e gli si avvicinò.
-"Grazie amore mio." Sussurrò il più grande e gli diede un bacio a stampo. "Non so proprio come farei senza di te." Aggiunse.
Federico gli sorrise raggiante e gli sfiorò la guancia con il pollice.
-"Torno subito." Disse e corse al piano superiore.-"Va meglio?" Gli chiese Federico mentre gli massaggiava il collo nudo.
I due si erano spostati sul divano, il maggiore si era tolto la t-shirt nera, per permettere al suo ragazzo di spalmare meglio la pomata, e se ne stava immobile tra le gambe del biondo.
-"Molto meglio, grazie." Gli sorrise il moro riconoscente.
Il più piccolo chiuse il tubetto, lo lasciò sul divano e si trasportò sulle gambe del suo ragazzo.
-"Sono felice tu stia meglio." Disse e gli diede un bacio a stampo. "Così domani potremmo stare insieme senza alcun problema." Aggiunse felice come un bambino.
-"Domani?" Ripeté Benjamin e aggrottò la fronte. "Che cosa succede domani?" Chiese.
-"Benjamin stai scherzando?" Domandò esterrefatto il biondo e rimase non poco sorpreso dalla risposta del suo ragazzo, non sapeva davvero. "Domani abbiamo entrambi il giorno libero, possiamo stare insieme!" Gli annunciò allegro.
-"Oh..." Esclamò il più grande e abbassò la testa. "In realtà non possiamo stare insieme..." Continuò a voce bassa.
-"Che cos'hai detto?" Chiese Federico che sperava di aver sentito male.
-"Domani ho un impegno con Tom, il mio capo, gli ho promesso l'avrei aiutato con dei lavoretti allo studio." Gli spiegò il moro. "Mi dispiace tantissimo Federico." Aggiunse notando la rabbia impadronirsi del suo fidanzato.
-"Ti dispiace?!" Urlò il più piccolo e si alzò dalle sue gambe. "Non ti dispiace neanche per il cazzo!
Siamo stati giorni interi a parlare di quando avremmo avuto una giornata libera, mi hai detto una decina di volte, come minimo, di voler passare una giornata solo con me come i vecchi tempi, ora?
Ora che cosa fai?!
Prometti a quello stronzo del tuo capo di aiutarlo nel tuo unico giorno libero!
Non ti dispiace Benjamin, non ti dispiace per niente!
La verità è che non hai voglia di passare del tempo con me!" Continuò ad urlare mentre gesticolava ininterrottamente con le mani.
-"Federico..." Cercò di calmarlo Benjamin e si avvicinò.
-"Federico niente!" Ringhiò Federico. "Vaffanculo Benjamin." Gli disse a denti stretti prima di correre al piano di sopra e chiudersi nella stanza.
Prima di chiudere Benjamin fuori, fuori da lui.
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Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"