Four.

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Erano passati alcuni giorni dall'incontro di Benjamin e Federico nella terrazza di quella discoteca, proprio come era successo anni prima, nessuno dei due aveva intenzione di dimenticare quell'incontro che, seppur semplice, aveva segnato le loro vite ancora una volta.
I due ragazzi avevano passato molto tempo a guardarsi senza proferire parola, a Benjamin era mancato molto poter osservare i suoi occhi senza che nessuno li disturbasse e ci teneva tanto a farlo ancora una volta non sapendo se avrebbe avuto l'occasione di rifarlo, mentre la luce della luna illuminava i loro visi, non appena la campana della chiesa rintoccò la mezzanotte un sorriso comparve sul volto del moro che, poco dopo, si trasferì anche sul volto del più piccolo che lo osservava quasi ammaliato.
Non appena il biondo decise a parlare, incapace di sostenere ancora per molto quel silenzio, la porta che dava sulla terrazza si spalancò e un ragazzo, apparentemente poco più grande di loro, che a stento riusciva a reggersi in piedi ma che riusciva a reggere senza problemi la bottiglia di vodka che stringeva nella sua mano destra fece il suo ingresso in terrazza e, singhiozzando, disse che al piano di sotto c'era qualcuno che stava aspettando Benjamin per poi fare un sorriso malizioso che quasi disgustò Federico che, senza dire alcuna parola, urtò con la spalla l'ubriaco e andò via, per lui non aveva alcun senso restare ancora in quel luogo; Benjamin in quel momento maledì mentalmente, più volte, il suo amico per aver interrotto un momento così tanto importante per lui, non sapeva se avrebbe avuto di nuovo l'occasione di rivedere il ragazzo e, tutto questo, per colpa sua.

Era una mattina abbastanza nuvolosa ma si capiva che non ci sarebbe stata nessuna pioggia da lì a poco, dei timidi raggi di sole si riuscivano a intravedere di tanto in tanto e riscaldavano la bella città.
Los Angeles era in pieno movimento, le sue strade erano ricoperte da persone che, avendo finito i loro impegni scolastici o lavorativi, si divertivano a girare tra i negozi e a fare acquisti quando qualcosa lì colpiva, erano pochi quelli che si trovavano ancora a lavoro, gli sfortunati che non avevano una pausa pranzo, o a scuola, i tipici secchioni come tutti li definivano.
Benjamin si trovava tra le tante persone che affollavano le strade, era con un suo amico ma i pensieri che gli riempivano la testa erano troppi per potergli dare ascolto, si stringeva nel suo giubbotto di pelle nera e lasciava che una nuova immagine ritraente Federico, dopo tanto tempo ancora non era riuscito a dimenticare il suo nome, gli attraversasse la menta provocandogli un brivido, non sapeva esattamente quali fossero i suoi sentimenti verso il ragazzo, tutto ciò che sapeva era che, anche involontariamente, quella sera era riuscito a sfidarlo e mai nessuno ne aveva avuto il coraggio, quel suo comportamento aveva lasciato un segno indelebile nella mente di Benjamin, forse era rispetto quello che provava nei confronti di quello che era diventato biondo.
-"Benjamin mi ascolti?" Chiese per l'ennesima volta l'amico che lo accompagnava.
Il moro scosse la testa e si costrinse a smettere di pensare al più piccolo, non era da lui dedicare così tanti pensieri ad una persona per quanto questa potesse essere speciale ed unica.
-"Scusami, Brandon, ho tanti pensieri per la testa e non riesco ad allontanarli neppure per un minuto." Si scusò il ragazzo e si passò una mano tra il folto ciuffo moro.
-"In effetti, sono vari giorni che ti vedo abbastanza assente, anche in discoteca non ti comporti più come prima, la maggior parte del tempo lo passi seduto sui divanetti a sorseggiare drink leggeri e non calcoli nessuno a meno che questo non ti si butti addosso." Rispose Brandon e si sistemò dietro le orecchie una ciocca dei suoi capelli biondi e mossi lunghi fino alle spalle.
-"Non è un periodo facile per me." Sospirò Benjamin e abbassò lo sguardo sulla punta delle sue scarpe.
-"Vuoi parlarne?" Gli chiese l'amico.
-"No, grazie mille Bran." Rispose il più grande e accennò un sorriso. "È molto complicato da spiegare, e ancora di più da capire, non mi sarebbe di alcun aiuto farlo." Aggiunse e ritornò a guardare la gente che lo circondava.
-"Potrei provare ad aiutarti in qualche modo se tu lo volessi." Continuò il capelluto.
-"Lascerò che questo periodo passi." Disse il moro con lo sguardo perso tra le persone. "E speriamo passi presto" Continuò con una certa malinconia nella voce.
-"Nel caso ti servisse aiuto, io sono qui." Rispose Brandon sorridente e gli diede una pacca sulla spalla.
Benjamin abbozzò, nuovamente, un sorriso e gli strinse leggermente la mano.
-"Grazie mille amico, so di poter contare sempre su di te." Disse.
-"Ora cambiamo argomento." Esclamò l'amico e congiunse le mani. "Vieni con me." Aggiunse.
-"Dove?" Chiese curioso il moro.
-"All'Università." Rispose Brandon.
-"All'Università?" Ripeté il più grande. "Perché?" Continuò a chiedere.
-"C'è un ragazzo, il mio nuovo coinquilino, che la frequenta e mi sono offerto di andarlo a prendere per portarlo a fare un giro per la città e che avrei portato un amico per fargli conoscere qualcuno." Spiegò il ragazzo.
-"Il tuo nuovo coinquilino? Quello di cui mi hai parlato?" Chiese, Brandon annuì. "Deve essere un secchione per restare a scuola fino a quest'ora, una vera noia." Aggiunse sbuffando.
Brandon gli diede un leggero pugno sulla spalla e rispose.
-"Non è male, sa divertirsi." Disse.
-"Lo spero, non ho intenzione di passare del tempo con uno noioso." Controbattè il moro.
-"Fidati di me." Rispose il capellone. "Ora andiamo." Aggiunse e riprese a camminare.

Dopo non molto tempo i due amici giunsero all'università e Benjamin all'iniziò non poté fare altro che pensare che fosse uno scherzo, l'università era completamente vuota.
-"Brandon ma qui non c'è nessuno!" Esclamò il ragazzo e spalancò le braccia.
-"Abbi un po' di pazienza." Rispose Brandon e tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans un pacchetto di sigarette. "È ancora in classe." Aggiunse.
-"Ancora in classe?" Ripeté il moro e spalancò gli occhi. "Questo qui deve avrete qualche problema serio!" Continuò.
Brandon sbuffò sonoramente e si accesse una sigaretta.
-"Smettila di giudicarlo, prima dovresti conoscerlo." Rispose e si portò la sigaretta alle labbra. "Oh, eccolo lì." Aggiunse e fece un cenno con la testa nella direzione da cui proveniva il ragazzo.
Benjamin stava per rispondere, per dire l'ennesima cattiveria gratuita nei confronti di quel ragazzo che neanche conosceva, ma le parole gli morirono in gola non appena i suoi occhi si posarono su quel corpo atletico che aveva già visto giorni prima, osservava il ragazzo sistemarsi il ciuffo biondo e non credeva ai suoi occhi.
Federico era quel ragazzo.

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Ehi💕
Ed eccomi ritornata con questa nuova storia, come vi ho già detto, ci tengo davvero molto a questa storia, è da un po' di tempo che penso a come farla, alla trama, le vicende e quant'altro, e spero davvero che verrà come desiderio, io mi impegnerò il più possibile per potervi postare qualcosa di, almeno, decente.
Vi ringrazio infinitamente per le più di mille visualizzazioni, sono solo quattro giorni eppure le visualizzazioni crescono sempre di più, e molto rapidamente, e ne sono felicissima, vi ringrazio💕
Nel capitolo di ieri, non so per quale motivo, nessuno di voi è riuscito a commentare, ho provato ad annullare la pubblicazione e a ripubblicarlo ma non è servito a nulla, davvero non so quale possa essere stato il problema, e spero che oggi non ci siano questo tipo di problemi.
Se qualcuno vuole entrare nel gruppo WhatsApp, creato durante il corso della scorsa storia, non dovete fare altro che mandarmi il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @suarezgilliesIt.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora