Fifty seven.

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Le braccia di Federico erano ben strette sulla vita del maggiore che non accennava a separarsi da lui, la paura di perdere il più piccolo aveva fatto cambiare qualcosa in Benjamin che si era deciso a non abbandonarlo mai, avrebbe passato più tempo possibile con lui, non avrebbe mai più permesso che qualcuno lo toccasse in quel modo, nessuno, a partire da quel momento, lo avrebbe più preso in giro, e non avrebbero neanche pensato ad andare oltre, tutti avrebbero saputo che Benjamin Mascolo lo difendeva, che era dalla sua parte, che Benjamin Mascolo gli apparteneva.
Quella situazione gli riportò alla mente un episodio che gli era accaduto da piccolo, anche anni prima aveva provato la stessa paura, la paura di perdere una persona a lui cara e quella persona era lo stesso Federico, un Federico di soli sette anni.
La sera in cui lui si era rifiutato di scappare con lui, di cercare insieme il loro posto nel mondo, aveva vissuto per la prima volta la paura di perderlo.
Dopo essere andato via, o meglio scappato via, da quella vecchia discoteca aveva sentito un rumore assordante che gli aveva invaso la mente, si era girato e aveva visto un vero e proprio incubo diventare realtà davanti ai suoi occhi.
Un pezzo della terrazza della vecchia discoteca era crollato, una grossa parte del muro si era distrutto davanti ai suoi occhi, ad occhio e croce a lui sembrava proprio la parte in cui prima il più piccolo era seduto ma non ne era sicuro, quel posto era maledettamente tutto uguale e il buio della notte, di certo, non lo aiutava.
Benjamin ci aveva provato, aveva provato con tutto se stesso, a cercare qualche traccia del più piccolo ma quei massi erano troppo pesanti per un bambino di soli otto anni, per tanto tempo era rimasto tra quelle macerie ma non aveva trovato traccia del bambino dai grandi occhi azzurri, aveva paura che questo fosse sotto uno di quei grandi massi che non riusciva a spostare e che stesse morendo a causa sua e non riusciva a perdonarselo.
Solo quando riuscì a scorgere una manina penzolare dalla terrazza, la parte ancora intatta, si tranquillizzò e riuscì ad andare via e a lasciarsi alle spalle la richiesta del bambino, quel bambino che non era mai riuscito a dimenticare.

Per due volte aveva dovuto vivere la paura di perdere Federico e, per due volte, gli era andata bene, poteva anche stringere il più piccolo, poteva ancora vedere i suoi occhi e annegarci dentro, Federico era ancora al suo fianco e avrebbe lottato per lui.
L'ingresso di Brandon, seguito dal dottore, interruppe quel loro magico momento che era venuto a crearsi e i due, di malavoglia, dovettero interrompere il loro abbraccio, e quindi staccarsi, ma le loro mani restarono intrecciate, Benjamin aveva un bisogno, anche il più minimo, con il ragazzo.
-"Federico!" Esclamò Brandon e si avvicinò per dargli una pacca sulla spalla provocando un gemito di dolore da parte del ragazzo.
-"Idiota non vedi che lo fai male?!" Sbottò il maggiore.
-"Oh, scusami." Si scusi il ragazzo. "Come stai?" Gli chiese.
-"Abbastanza bene, solo un po' ammaccato." Sorrise Federico.
-"Può anche tornare a casa, ha solo bisogno di restare per un po' a riposo." Si intromise il dottore.
-"Resterà a riposo per tutto il tempo necessario." Rispose Benjamin.
-"Qualche giorno sarà sufficiente." Sorrise l'uomo. "Vado a preparare i documenti per le dimissioni." Aggiunse e uscì dalla stanza.
-"Sei sicuro di stare bene?" Gli chiese Brandon.
-"Certo Brandon, come vedi, mi hanno solo spinto e mi sono slogato una caviglia." Rispose il biondo. "Nulla di grave." Aggiunse.
-"Beh, allora, posso chiederti una cosa?"
-"Dimmi tutto."
-"Potresti restare a dormire da Benjamin?" Gli chiese Brandon.
-"Cosa?"
-"Beh, vedi, per questa sera ho invitato una ragazza casa e potrebbe non piacerti restare lì a guardarci, quindi..." Spiegò il ragazzo.
-"Dormirà da me." Disse Benjamin.

I due ragazzi erano passati a casa del minore per prendere tutto ciò che gli sarebbe servito per passare la notte a casa del moro, questo aveva finito per prendere più del necessario, Federico gli aveva più volte ripetute che era troppo, che gli sarebbero bastati dei vestiti, ma Benjamin riteneva fosse opportuno prendere più del necessario, per evitare problemi.
Una volta giunti a casa del maggiore questo aveva, praticamente, vietato al più piccolo di fare qualsiasi cosa, gli aveva detto che doveva riposare quindi doveva, assolutamente, restare sul divano e avrebbe fatto lui ogni cosa.

Era ormai sera e i due ragazzi erano pronti per andare a cenare.
-"Vieni piccolino." Disse Benjamin e lo aiutò ad alzarsi.
-"Tranquillo Ben, ce la faccio." Rispose il biondo e fece per alzarsi da solo ma l'altro lo prese di peso.
-"Ci penso io a te."

-"Posso anche sedermi sulla sedia, non è necessario che resti sulle tue gambe." Disse Federico mentre l'altro si avvicinava i due piatti.
-"Non ti piace stare sulle mie gambe?" Chiese il moro e avvicinò le sue labbra al collo del minore.
-"Sai che lo adoro." Rispose il più piccolo e gettò la testa all'indietro per appoggiarla sulla spalla del ragazzo per poi chiudere gli occhi.
-"Allora smettila di lamentarti e lascia che io mi prenda cura di te." Sussurrò Benjamin e lo strinse prima di baciarlo.
Il biondo, a quel contatto, non oppose resistenza ma anzi ricambiò il bacio, erano passate solo varie ore dal loro ultimo bacio ma sentivano un disperato bisogno l'uno dell'altro, nessuno dei due aveva mai desiderato così ardentemente qualcuno.
Involontariamente la mano di Benjamin finì per urtare il piatto e questo cadde rovesciando tutto il suo contenuto sui vestiti del minore.
-"Oddio!" Esclamò Benjamin.
-"Tranquillo." Lo tranquillizzò il biondo. "Basta lavarli, non ci sono problemi." Aggiunse.
-"Ora ti porto a fare un bel bagno caldo così risolviamo tutto." Rispose il più grande.
-"Un bagno caldo?" Ripeté Federico.
-"Esatto, andiamo."

In bagno si era creata una densa nube di vapore, dovuta all'acqua calda, la tensione del più piccolo era palpabile, quando Benjamin gli aveva detta che lo avrebbe portato a fare un bagno caldo non aveva capito che intendeva che sarebbe stato lui a lavarlo.
-"La vasca è pronta." Annunciò Benjamin.
-"Grazie mille, puoi andare." Rispose il biondo.
-"Dove devo andare?" Chiese confuso il più grande.
-"Di là, devo lavarmi." Disse Federico.
-"Ti lavo io." Replicò il moro sicuro di sé.
-"C- cosa?" Balbettò il più piccolo.
-"Tu devi riposare, ti lavo io." Rispose Benjamin. "Ora spogliati." Aggiunse.

Dopo vari minuti passati a discutere il minore si era deciso a spogliarsi, avrebbe lasciato che l'altro lo lavasse.
-"Davvero Ben, non è necessario che sia tu a fare tutto." Disse, ancora una volta, Federico.
-"Tu devi riposare ed è quello che farai." Rispose il moro.
-"Ho solo una caviglia slogata, non sono in fin di vita!" Ribatté il più piccolo.
-"Lascia fare a me." Sorrise Benjamin e prese la spugna.

Le mani di Benjamin continuavano a vagare sul corpo nudo del minore che lo guardava ammaliato, lasciava che questo lo toccasse in ogni sua minima parte, in ogni sua parte più profonda e segreta.
-"Ben..." Ansimò Federico.
-"Sei bellissimo piccolo Federico." Sussurrò il moro e si avvicinò per baciargli la spalla. "Amo la tua pelle, amo poterla baciare e toccare." Continuò e gli accarezzò il petto.
Il più piccolo girò la testa per rispondere ma le sue labbra entrarono in contatto con quelle del maggiore che non esitò a chiedergli l'accesso.

Il bacio man mano diventava sempre più passionale, le mani del biondo finirono dietro al collo di Benjamin e questo lo prese di peso per farlo uscire dalla vasca e per portarlo in stanza.
-"Sei bellissimo." Continuava a ripetergli il maggiore mentre lo appoggiava sul letto.
-"Ti amo Benjamin." Sussurrò Federico e gli tolse la t-shirt grigia.
-"Voglio proteggerti da ogni male." Disse il moro e lasciò che l'altro lo spogliasse.
-"Lo fai già." Rispose il più piccolo. "Tu mi proteggi da tutto, tu mi fai stare bene." Aggiunse e fece unire, ancora una volta, le loro labbra.
Mentre i due continuavano a baciarsi Benjamin, lentamente, si spinse dentro al corpo del più piccolo che sembrava tanto fragile ai suoi occhi.

Quella notte Benjamin e Federico si donarono tutto ciò che avevano, si sorrisero ogni volta che i loro sguardi si incrociavano, le loro labbra si cercavano ripetutamente tra quelle sequela di gemiti e parole sussurrate a contatto con la pelle dell'altro, i loro corpi e le loro anime si fusero.
Benjamin e Federico erano una cosa sola.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora