Eighty eight.

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*doppio aggiornamento, ho deciso di farlo oggi anziché domenica prossima, spero vi piaccia🖤

Un brusio generale si era innalzato nella discoteca gremita di gente.
C'era chi bisbigliava, forse per impedire a qualcun altro di ascoltare i suoi discorsi, ma c'era anche chi urlava a gran voce, forse per il troppo alcool che girava nei loro corpi o forse, semplicemente, perché avevano voglia di urlare.
Tanti erano i drink che i presenti stringevano tra le mani, che fossero ormai finiti o appena ordinati, una moltitudine di colori riempiva il bancone dello stesso colore del metallo.
Sedie sparse un po' per caso, che rischiavano di far cadere gran parte, se non tutti, dei presenti.
Tovaglioli gettati ovunque davano al locale un aspetto disordinato.
La musica ad alto volume annebbiava i pensieri dei presenti, impediva loro di pensare lucidamente e finivano per agire d'impulso.
Tutti i presenti, però, osservavano e commentavano la scena che si presentava davanti ai loro occhi.
Tanti erano i pugni che stavano volando nella stanza, urla di rabbia, gemiti di dolore, riempivano la stanza dai mille colori.
Due corpi che rotolavano, gocce di sangue sparse sul tappeto color crema, miste a quelle di sudore che scendevano dalle loro fronti.
Nocche arrossate, labbra rotte e sanguinanti, lividi sparsi lungo il corpo.
Quelli erano Noah e Benjamin.
I due continuava a colpirsi, si colpivano il più possibile con il solo intento di ferirsi.
Forse era stata la scarsa possibilità di pensare in quel contesto a spingere i due a scatenarsi in una rissa.
Era stato Benjamin a iniziare tutto, non era riuscito a reggere la visione di Federico che baciava Noah.
Gli scenari più brutti si erano fatti spazio nella sua mente, immaginava come Noah potesse prendere possesso del corpo del più piccolo, loro due che si dichiaravano amore nel cuore della notte.
Immaginava Noah fare quello che solo lui, fino a quel momento, aveva avuto il privilegio di fare.
Si era avventato sui due e aveva messo in chiaro come stavano le cose, che Federico era suo, o almeno ci aveva provato.
Noah, grazie alla sua stazza, era riuscito a rendere vani molti dei suoi colpi e gliene aveva dati altrettanto ma Benjamin non si era lasciato intimorire, avrebbe lottato per Federico, come avrebbe sempre dovuto fare.
Era giunto il momento di mostrare al biondo quanto importante fosse per lui e se farlo significava finire all'ospedale lo avrebbe fatto.
Per troppo tempo lo aveva dato per scontato, per troppo tempo lo aveva messo da parte e stava provando, sulla sua stessa pelle, il risultato delle sue gesta.
Federico gli aveva dato tutto ciò che aveva ma lui non era riuscito ad apprezzarlo, pensava che gli fosse dovuto, che Federico dovesse essere innamorato di lui per forza, ma si sbagliava.
Federico gli aveva donato il suo cuore e continuava a farlo giorno dopo giorno e, lui, continuava a rispedirglielo indietro sempre un po' più rotto.
Era giunto il momento di chiedergli scusa ma il suo orgoglio glielo avrebbe permesso?

Brandon stava cercando da minuti interi di separare i due ragazzi ma i suoi tentativi si rivelarono del tutto inutili, ogni volta Benjamin e Noah finivano per colpirsi sempre più forte e iniziava davvero a temere che sarebbe finita in tragedia.
Federico continuava ad urlare ai due di smetterla, li stava supplicando, diceva loro che era inutile ciò che stavano facendo ma i ragazzi sembravano non ascoltarlo.
-"Smettetela!" Urlò ancora una volta Federico.
-"Lo sto facendo solo per te!" Rispose il moro.
-"Lui non ti appartiene!" Replicò Noah e lo colpì in pieno viso.
Prima ancora che altri pugni potessero essere dati o che Federico potesse dire loro, ancora una volta, di smetterla, nel locale entrarono due agenti di polizia e, a passi spediti, raggiunsero i due litiganti.
-"Voi ora la smetterete!" Urlò uno dei due agenti, il più vecchio, lo si capiva dal viso, e con folti baffi neri.
L'altro agente, poco più grande di loro e dai capelli biondi, si intromise dai due e li separò.
-"Ora verrete con noi!" Disse e consegnò Noah al collega.
Benjamin continuava a dimenarsi sotto la salda presa del poliziotto più giovane, i suoi occhi erano iniettati di sangue.
-"Me la pagherai Noah!" Urlò.
-"Federico non è tuo!" Rispose il ragazzo dai capelli neri.
-"In cella avrete tempo per calmarvi!" Si intromise il poliziotto più anziano.
-"È stato lui ad iniziare!" Replicò Noah. "Io non ho fatto nulla!"
-"Hai risposto ai suoi pugni." Disse il più giovane. "Finirai in cella come il tuo amichetto." Aggiunse.
Entrambi i giovani finirono in manette, sotto lo sguardo stupito dei presenti, soprattutto quello di Brandon.
-"Non c'è nulla da vedere, tornate a ballare."
Prima che i due agenti li portassero via, gli sguardi di Benjamin e Federico si incrociarono, il moro avrebbe voluto dirgli tantissime cose ma si limitò a mimargli un mi dispiace.
A lui però dispiaceva davvero?

Benjamin continuava a fare avanti e indietro nella piccola cella, si sentiva impazzire.
Appena arrivati in centrale lui e Noah erano stati messi in un'unica cella ma dopo non pochi pugni erano stati separati.
-"Me la pagherà." Continuava a ripetere e stringeva i pugni.
Sognava di colpirlo ancora e ancora, doveva pagarla per tutto.
Per essersi preso Federico.
-"Esci." Una voce angelica interruppe i suoi sogni, che avevano come unico protagonista il ragazzo dai capelli neri sanguinante e lui che si riprendeva Federico.
-"Federico..." Sussurrò il maggiore.
-"Sei libero, esci." Ripeté Federico e aprì la porta della sua cella.
-"Come hai fatto?" Gli chiese il moro.
-"Sono un avvocato." Rispose il più piccolo. "Ricordi?" Gli chiese.
-"Grazie..." Sussurrò Benjamin e uscì dalla cella. "Mi dispiace per ciò che ho fatto." Continuò.
-"Intendi dire che ti dispiace aver quasi mandato il mio fidanzato in ospedale?!" Chiese retorico il biondo.
-"Dannazione Federico, lui non è il tuo fidanzato!" Urlò il più grande. "Non può esserlo!"
-"Qual è il tuo problema Benjamin?" Gli chiese Federico. "Ti dà fastidio che io sia felice?
O che io sia felice anche senza di te?" Continuò.
-"Tu non puoi!" Urlò il moro.
-"Non posso cosa Benjamin?!" Urlò, a sua volta, il più piccolo. "Io posso, e lo sono, essere felice senza di te!
Ti ho dato mille e più occasioni per essere felici insieme ma tu mi hai sempre riso in faccia, prima di andare con qualche ragazza davanti ai miei occhi!"
-"Ti sbagli Federico, tu non sei felice con Noah." Rispose Benjamin con un tono più pacato.
-"Io lo sono." Replicò il biondo.
-"Allora perché sei qui con me e non con Noah?" Chiese il più grande.
-"Hai ragione, dovrei essere con lui." Disse Federico. "Addio Benjamin." Aggiunse prima di girare i tacchi e lasciar solo Benjamin in quel freddo corridoio.

Benjamin si trascinò fino all'entrata della centrale, qui trovò Noah, appoggiato al muro, che attendeva il ritorno del suo fidanzato.
-"Riesci ancora a camminare, peccato." Sbuffò Noah non appena vide il maggiore entrare nella sala.
-"Federico non è tuo." Disse il moro.
-"Lui non è un oggetto." Replicò il più alto. "È il mio fidanzato però." Aggiunse con un sorriso divertito stampato sul volto.
-"Non per molto." Rispose Benjamin. "Lui ama me." Aggiunse.
-"Forse prima amava te."
-"Tu sai cosa c'è stato tra di noi?"
-"Certo che lo so." Rispose Noah. "Anche un ceco si accorgerebbe che tra di voi è successo qualcosa.
E poi Federico mi ha raccontato tutto." Continuò.
-"E nonostante questo stai con lui?" Chiese il moro.
-"Perché non dovrei?" Replicò il più alto. "Tu non sei più nulla per lui."
-"Lui mi ama ancora." Disse Benjamin. "E te lo dimostrerò."

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora