Fin dalla prima volta in cui il biondo aveva messo piede a Los Angeles la prima cosa a colpirlo erano state le strade di quel posto, non importava come fosse il clima o che ora fosse, c'era sempre qualcuno intento a passeggiare alla ricerca di qualche divertimento o, semplicemente, alla ricerca di qualche oggetto che potesse attirare la loro attenzione e che, con il tempo, potesse rivelarsi utile per loro.
Il biondo ricordava che da piccolo passeggiava tra quelle strade mano nella mano con i suoi genitori e osservava incantato tutto ciò che lo circondava, immaginava la sua vita in quel posto e sorrideva al solo pensiero, pensava che quello fosse il suo posto ma sapeva anche che doveva lottare se voleva ottenerlo.
Nulla gli era mai stato regalato nella vita e, per questo motivo, si era sorpreso non poco nel constatare che il destino gli aveva messo sulla sua strada dei veri amici.
Ma non sapeva che da lì a poco tutto sarebbe cambiato.Benjamin era riuscito a convincere il minore affinché questo rinunciasse a seguire le ultime due lezione che gli mancavano e lo seguisse al bar a prendere un caffè.
I due giovani stavano camminando tra le trafficate strade di Los Angeles e nessuno dei due aveva proferito parola da quando avevano lasciato all'università, i due si limitavano ad osservarvi di tanto in tanto e a sorridersi quando capitava che i loro sguardi si incontrassero, nonostante entrambi non fossero dei tipi non molto timidi, e nonostante avessero già parlato in precedenza, c'era qualcosa che li metteva in imbarazzato.
-"Benjamin?" Ad interrompere il silenzio fu la voce leggera del più piccolo che lo chiamo.
-"Dimmi." Rispose Benjamin e si girò verso di lui.
-"Andiamo nello stesso bar in cui ci siamo visti l'altra volta?" Chiese il biondo. "O in quello in cui siamo andati con Brandon la prima volta?" Continuò a chiedere il ragazzo.
-"In realtà avevo pensato di prendere due caffè da portare e girare un po' per la città." Rispose il più grande. "Se per te va bene, ovviamente." Aggiunse.
-"Per me va benissimo." Disse Federico e gli sorrise cordiale. "Anzi, sono davvero molto felice di poter girare un po' la città." Continuò.
-"Ti porterò nei miei posti preferiti, in quelli che mi trasmettono pace." Rispose il moro e si sistemò meglio sulla spalla lo zaino della vans nero di Federico che aveva insistito per portare.
-"Vuoi davvero portarmi nei tuoi posti?" Chiese il più piccolo e non riuscì a non far trapelare una punta di felicità nella voce.
-"Certo." Annuì Benjamin. "Sento che di te posso fidarmi, vuoi venire?" Chiede Benjamin e gli porse la mano.
Il biondo avrebbe voluto urlargli che con lui sarebbe andato anche in capo al mondo ma sapeva che non era il caso, si conoscevano da poco eppure sentiva che Benjamin sarebbe diventato una persona molto importante per lui, forse anche troppo, e quindi il ragazzo si limitò ad annuire sorridente e a stringergli la mano.Benjamin aveva insistito affinché potesse pagare lui il caffè per entrambi, aveva ripetuto più volte che l'idea era stata sua, ed aveva quasi costretto il minore a rinunciare alle sue lezioni per seguirlo, e quindi riteneva che fosse giusto che pagasse lui per entrambi e Federico, dopo non poche lamentele, aveva deciso di lasciarlo fare ma gli aveva promesso che la prossima volta, se ci fosse stata, avrebbe pagato lui.
-"Dove mi porti?" Chiese Federico e prese un altro sorso del suo caffè.
-"Tra poco lo scoprirai." Rispose il più grande e gli fece l'occhiolino. "Non essere impaziente." Aggiunse e non trattene una breve risata.
Federico sorrise nel vedere il moro tanto allegro, era la prima volta che lo vedeva in quel modo da quando l'aveva conosciuto e, ancor di più, era felice di vederlo così in sua compagnia.La camminata dei due giovani non durò ancora molto, Benjamin non aveva voluto dire nulla sul luogo dove si stavano dirigendo nonostante le tante domande, alcune davvero assurde, da parte del più piccolo.
-"Eccoci arrivati." Esclamò il più grande e buttò nel cestino poco distante da lui il cartoccio del caffè, ormai, finito.
-"Siamo arrivati?" Chiese confuso Federico e si guardò intorno.
-"Esatto." Annuì il moro.
Il ragazzo aveva portato Federico in una vecchia pista di skateboard evidentemente abbandonata da vario tempo.
-"Dove ci troviamo?" Chiese il più piccolo. "Perché mi hai portato qui?" Continuò a chiedere.
-"Vieni, sediamoci." Rispose Benjamin, ignorando le domande del ragazzo, e si andò a sedere su una vecchia panchina.
-"Puoi dirmi dove ci troviamo?" Chiese ancora una volta il biondo e si sedette accanto a lui.
-"È una vecchia pista di skateboard, è poco lontana dal centro della città ma, nonostante questo, nessuno più viene qui da tempo." Rispose il più grande e guardò dritto davanti a lui.
-"Ci credo, è abbandonata." Disse Federico e scrollò le spalle.
-"Sai perché è diventata abbandonata?"
-"Perché?"
-"Diciotto anni fa questa era la pista di skateboard più bella di tutta Los Angeles e, perché no, anche di tutta la California ma dopo due anni ne hanno aperta una nuova vicino alla spiaggia e tutti hanno preferito andare lì solo perché più nuova e più vicina al mare, nonostante quella avesse rampe meno grandi di questa." Spiegò il moro. "Hanno preferito la novità." Aggiunse.
-"E, tu, ti senti come questa vecchia pista, non è vero?" Chiese il più piccolo e gli appoggiò una mano sulla spalla.
-"Io sono il primo figlio, i miei genitori, nei miei primi anni di vita, mi hanno riempito di coccole e di amore ma quando è nata mia sorella Layla tutto è cambiato, ogni brutta cosa che succedeva era per colpa mia e non poche volte sono stato punito solo io.
Io ero passato di moda." Raccontò Benjamin.
-"Odi tua sorella?" Le parole uscirono dalla bocca del biondo ancor prima che questo se ne rendesse conto e si maledì per aver posto quella domanda.
-"Io non odio mia sorella, anzi, abbiamo un bellissimo rapporto e anche quando vivevo a New York ci siamo visti più volte, è una persona davvero importante per me, sono tornato qui proprio per lei." Rispose il più grande. "Io odio i miei genitori." Aggiunse.
-"Sono sicuro che loro ti amano, come amano tua sorella se non di più, e sono pentiti per averti trattato male." Cercò di consolarlo Federico.
-"Non è così." Scosse la testa il moro. "Loro hanno preferito qualcun altro a me, come tutti." Continuò.
-"Ora ci sono io con te." Rispose il più piccolo e si avvicinò a lui. "E non preferirò mai nessuno a te, mai." Continuò e abbracciò Benjamin come mai nessuno aveva fatto.

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Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"