Seven.

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I giorni passavano velocemente l'uno dopo l'altro, il sole continuava a splendere alto nel cielo della bella Los Angeles, città degli angeli, e rendeva meno sopportabile il dover affrontare le normali attività scolastiche o lavorative, quando il tempo era sereno il pensiero di tutti gli abitanti era rivolto al mare, tutti attendevano con ansia il fine settimana per poter trascorrere qualche giorno al mare per potersi crogiolare al sole o divertirsi in acqua ma c'era qualcuno a cui del bel tempo non importava, perché dentro aveva la peggiore delle tempeste, che tra tanti angeli si sentiva fuori posto perché non aveva nulla a che fare con tutti loro.
Benjamin riteneva di essere differente da tutti gli altri abitanti del posto, nonostante avesse cercato di confondersi tra di loro per avere una vita più semplice possibile, e non per sua scelta, tutti avevano deciso di etichettarlo come quello diverso e lui aveva deciso che si sarebbe adeguato, era la scelta migliore fingersi ciò che non era per evitare problemi, aveva deciso che la facciata che si era creato l'avrebbe protetto dal mondo ma non aveva fatto i conti con due occhi azzurri che sapevano andare oltre il suo aspetto, lo guardavano dentro e non avevano problemi a dire ciò che vedevano facendolo andare a sbattere contro la realtà che lo stava travolgendo.
Nei pochi giorni che erano passati il moro non era riuscito a non incontrare il più piccolo; Brandon aveva insistito affinché il ragazzo quella sera andasse con loro in discoteca, costringendolo l'altro a rinunciare al suo solito divertimento, e si era trovato bene con tutti a tal punto che gli avevano proposto di continuare ad uscire con loro e Federico, ovviamente, aveva accettato nonostante le tante lamentele del più grande.

Anche quel giorno il sole era alto nel cielo e non sembrava che fosse ormai febbraio, anzi, sembrava che l'estate fosse appena iniziata, anche quel giorno le strade erano gremite di persone che festeggiavano l'arrivo del fine settimana.
Benjamin stava tranquillamente camminando per una via molto trafficata mentre stringeva tra le sue dita una sigaretta appena accesa ma la sua tranquillità venne interrotta quando urtò contro qualcuno e gli cadde la sigaretta.
-"Ma non guardi dove cammini?!" Ringhiò il ragazzo e si abbassò per raccogliere la sigaretta. "Guarda cos'hai fatto!" Esclamò indicando l'oggetto ma non appena alzò il viso per guardare chi fosse stato ad urtarlo un po' della sua rabbia passò.
-"Ehi amico, dovresti calmarti un po'." Rise il ragazzo e si pulì il gilet di jeans con le mani.
-"E tu dovresti imparare a guardare dove cammini, James." Sbuffò Benjamin e incrociò le braccia al petto.
-"Uhm, ehi..." Balbettò una voce poco distante da loro che attirò, subito, l'attenzione di Benjamin come se avesse appena udito il canto di un angelo.
-"Federico." Sussurrò il moro.
-"Benjamin." Lo chiamò James. "Dovrei chiederti un favore." Aggiunse.
-"Dimmi." Rispose il più grande con lo sguardo fisso su Federico che continuava a torturarsi il labbro inferiore con i denti.
-"Avevo promesso a Federico di portarlo in spiaggia, vista la bella giornata, ma ho avuto un problema." Iniziò a parlare il ragazzo.
-"E io cosa dovrei farci?" Lo interruppe Benjamin e inarcò un sopracciglio.
-"Potresti accompagnarlo tu?" Chiese titubante James. "Non mi va di rimandare, è pur sempre inverno e non sappiamo quando ci sarà di nuovo una bella giornata come questa." Continuò cercando di convincerlo.
-"James siamo a Los Angeles, non sono le belle giornate ad essere rare ma quelle brutte." Rispose duro il moro.
-"Dai, Benjamin, ti prego." Lo supplicò il ragazzo.
-"Se non vuole non importa, non è una cosa urgente, posso aspettare..." Si intromise il più piccolo.
-"Non ho detto che non voglio." Disse Benjamin. "Prendi le tue cose e andiamo." Aggiunse.
-"Grazie mille Benjamin, ti devo un favore!" Sorrise James.
-"Si, me lo devi." Rispose il moro e si girò. "Andiamo piccoletto." Aggiunse e iniziò a camminare nella direzione che portava alla spiaggia.

La spiaggia era insolitamente vuota, solo poche persone che stavano correndo la rianimavano, Benjamin pensava che avrebbe dovuto fare i conti con decine e decine di ragazzi che volevano divertirsi ma, per sua fortuna, si era sbagliato.
-"Ecco, siamo in spiaggia." Esclamò il più grande e spalancò le braccia per indicare il luogo che li circondava.
-"Lo vedo." Rispose Federico e poggiò sulla sabbia il suo borsone nero.
-"Ora sei felice?" Chiese ironico il moro. "Possiamo andarcene?" Continuò a chiedere.
-"Non ti ho chiesto io di venire con me, sei stato tu ad accettare di accompagnarmi." Disse il più piccolo.
-"Non solo ti ho accompagnato ma ti lamenti anche?!" Ringhiò Benjamin a braccia conserte.
-"L'unico che si sta lamentando qui sei tu." Controbatté il minore. "E non ne capisco il motivo." Aggiunse e fece spallucce.
-"Non ne capisci il perché?" Ripeté il moro. "Povero piccolo bimbo ingenuo." Lo schernì e prese dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni neri un pacchetto di sigarette quasi finito.
-"Butta quella cosa." Disse Federico.
-"Non vuoi che fumi?" Chiese quasi divertito il più grande. "Invece guarda un po' cosa faccio." Aggiunse e accese la sigaretta prima di portarsela alle labbra e fare un tiro.
-"Con quella cosa ti rovini solo la salute." Rispose il biondo e scosse una mano per allontanare la nube di fumo che si era formata. "Ma la vita è tua, sei abbastanza grande per prendere le tue decisioni autonomamente, puoi fare ciò che più ritieni opportuno." Continuò ed estrasse dal suo borsone un telo da mare per poi stenderlo sulla spiaggia.
-"Io vivo la mia vita a differenza tua che te ne stai sempre sui libri." Disse Benjamin.
-"Cosa ti fa pensare che io non viva la mia vita?" Chiese il più piccolo e si sistemò sul telo.
-"Me l'hai dimostrato quindici anni fa." Sussurrò in risposta il moro pentendosi subito dopo delle sue parole.
-"Cosa?" Chiese confuso Federico.
-"Niente, lascia stare." Bofonchiò il più grande e fece un altro tiro dalla sua sigaretta.
-"Allora?" Continuò a chiedere il biondo.
-"Allora cosa?"
-"Cosa vuoi fare?" Domandò il minore. "Vuoi restare lì ad osservarmi?" Continuò divertito.
-"Ho di meglio da fare che osservare un piccoletto." Sputò Benjamin.
-"Non chiamarmi piccoletto!" Esclamò Federico.
-"Qual è il tuo problema, piccoletto?" Chiese il moro marcando bene l'ultima parola.
Il biondo sbuffò esasperato e si sdraiò.
-"Io me ne vado." Disse Benjamin.
-"Fai bene, mi divertirò molto di più senza di te." Rispose Federico e si sistemò gli occhiali da sole.
Benjamin rimase a bocca aperta davanti a quella sua affermazione, quel ragazzo faceva cose che mai nessuno aveva osato fare, lo sfidava come mai nessuno, tirava fuori il peggio di lui, lo faceva impazzire.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora