Fifty three.

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Benjamin provava pena nei confronti di quel ragazzo che aveva rinunciato tutto per lui, per l'amore che nutriva nei suoi confronti, sapeva che la vita del ragazzo sarebbe diventata un vero inferno, le persone che gli avevano giurato di rimanere al suo fianco e di aiutarlo, per quanto gli era possibile, si sarebbero assicurate che ogni suo giorno diventasse un vero inferno e nessuno, neanche lui stesso, avrebbe potuto evitarlo.
Federico aveva deciso di commettere una cosa del genere, che a detta del maggiore era uno sbaglio madornale, senza chiedere consiglio a nessuno, quella mattinata, e quella nottata, trascorsa tra le braccia di Benjamin l'avevano convinto che quella era la cosa più giusta da fare, dire al mondo che lui amava gli uomini, che lui amava Benjamin, li avrebbe resi liberi o almeno era quello che sarebbe successo nella sua testa.

Erano passati vari giorni dalla 'rivelazione' del minore e in quei giorni era accaduto proprio quello che il maggiore temeva.
Per qualche assurdo motivo, che per Benjamin non erano poi così tanto assurdi, tutta la città degli angeli era venuta a conoscenza del segreto, non più segreto a nessuno, del più piccolo e questo finiva per attirare l'attenzione ovunque andasse, alcune volte era capitato anche che qualche gruppo di ragazzini lo prendesse in giro al suo passaggio ma, per sua fortuna, nessuno aveva osato andare oltre, l'università era diventata per lui un vero e proprio supplizio, tutti i suoi compagni lo deridevano e temeva che anche i suoi professori potessero perdere il rispetto nei suoi confronti, mancavano solo due settimana alla sua laurea e non voleva mandare tutto al diavolo.
L'università, però, non era il momento peggiore delle sue giornate, il momento in cui si sentiva crollare era la sera, era quando i suoi amici gli chiedevano di uscire e lui accettava, lo faceva per Benjamin ma questo lo ignorava ogni volta.
Il moro aveva smesso di rispondere ai suoi messaggi dopo quel pomeriggio al bar, ignorava le sue continue chiamate e anche quando si incontravano di persona non faceva altro che evitarlo, trovava le scuse più assurde pur di evitare di parlare con lui.
Federico aveva fatto tutto solo per lui ma Benjamin non aveva apprezzato il suo gesto, lo aveva allontanato nel peggiore dei modi.
Lo aveva perso.

Federico camminava tra le strade di Los Angeles, stringeva tra le sue braccia alcuni grossi libri, che aveva appena preso in prestito dalla biblioteca dell'università, che non era riuscito a sistemare nel suo zaino nero, quello che tante volte Benjamin aveva preso per portargli, cercava di riscaldarsi stretto nel suo cappotto grigio.
Era una giornata insolitamente fredda, un forte vento continuava ad inalzarsi colpendo il viso dei passanti.
Il biondo era abituato a temperature del genere, in Italia gli inverni non erano caldi come lo erano a Los Angeles, ma si era, ugualmente, trovato impreparato davanti a quel freddo improvviso, i suoi tanti strati di vestiti non riuscivano a riscaldarlo come lui desiderava quindi decise di cercare riparo nel primo bar più vicino.

Il bar scelto dal ragazzo era abbastanza semplice, il muro color legno era messo in risalto dal mobilio bianco, quel posto riusciva a farti sentire a casa ed era proprio quello di cui Federico aveva bisogno ma per lui non fu così.
Non appena il ragazzo mise piede nel piccolo locale tutti gli sguardi ricaddero su di lui ma decise di non dare troppa importanza alla cosa, prima o poi si sarebbero annoiati, e si sedette al primo tavolo libero.
-"A quanto pare oggi è solo, non ha trovato nessuno con cui spassarsela." Rise uno dei presenti nel locale facendo ben attenzione che il minore lo sentisse.
Federico abbassò lo sguardo e decise di non controbattere, in città si era diffusa la voce che lui fosse un tipo facile, alla continua ricerca di uomini per andare a letto e non pochi gli avevano fatto delle proposte poco caste, Federico non era mai stato un ragazzo del genere e sapere che il suo gesto d'amore si era trasformato nella sua distruzione lo faceva star male.
-"Vorresti andare tu a letto con lui?" Chiese una voce dal fondo del locale.
Il più piccolo non perse tempo, alzò lo sguardo e un mezzo sorriso comparve sul suo volto quando vide un familiare ragazzo moro che stava avanzando nella sua direzione.
-"Mascolo problemi?" Chiese il ragazzo di prima.
-"Il mio unico problema sei tu, Smith." Replicò il più grande e si avvicinò al ragazzino dal ciuffo rosso fissato con il gel.
-"Allora vedi di risolverlo ma da qualche altra parte." Disse il giovane. "Qui non c'è posto per gente come te." Aggiunse.
Benjamin gli sorrise e gli sferrò un pugno in pieno viso.
-"Hai ragione, qui non c'è posto per gente come te." Disse e si avvicinò al tavolo del minore per prendere le sue cose. "Vieni con me." Ordinò e uscì dal locale prima che l'altro potesse dire qualsiasi cosa.

Federico aveva seguito il moro lungo tutta la città, questo continuava a camminare a passo svelto e non voleva saperne di fermarsi per rispondere alle domande del minore.
Non pochi erano stati gli sguardi che la gente gli aveva rivolto durante la loro passeggiata, o meglio corsa, ma entrambi li avevano ignorati, Benjamin sapeva che avrebbero iniziato a sparlare anche di lui ma si sarebbe occupato di questa questione in un secondo momento, tutto ciò che voleva era portare il biondo al sicuro.

-"Perché mi hai portato qui?" Chiese Federico e si accomodò sul divano nero posto nel salotto del maggiore.
-"Preferivi restare in quel bar a farti prendere in giro?" Domandò a sua volta il moro e inarcò un sopracciglio.
-"No ma..." Cercò di controbattere il più piccolo ma non trovò motivi validi per farlo.
-"Niente ma, dovresti solo ringraziarmi per averti portato sui." Replicò Benjamin e incrociò le braccia al petto.
-"Hai ragione." Farfugliò il biondo. "Grazie." Aggiunse.
-"Di nulla."
-"Ho una domanda da farti però." Disse Federico.
-"Se proprio devi." Sbuffò il moro e si sedette accanto a lui.
-"Perché mi hai difeso al bar?" Chiese il più piccolo. "Mi eviti da giorni, da quando ho detto agli altri che sono omosessuale, hai rifiutato ogni mia domanda, ogni mio messaggio e anche di persona.
Perché oggi mi hai difeso?" Continuò.
-"Perché nonostante tutto non riesco ad essere arrabbiato con te." Rispose Benjamin.
-"Perché dovresti essere arrabbiato con me?" Chiese a cosa il biondo.
-"Hai deciso di rovinarti la vita solo per dimostrarmi chissà cosa." Disse il più grande.
-"Io non mi sono rovinato la vita!" Replicò Federico. "E non voglio dimostrarti nulla." Aggiunse.
-"Lo so che l'hai fatto solo perché volevi dimostrarmi che gli altri possono accettare questa cosa ma non è così, io li conosco." Rispose il moro.
-"Ti sbagli, vedi come si comportano con me?" Chiese il più piccolo sicuro di sé.
-"Lo vedo e vedo che ti stanno distruggendo." Disse Benjamin. "Credi che sia una casualità che tutta Los Angeles parli di questa cosa?
Sono stati loro a dirlo in giro, a loro non importa di te, se possono farsi due risate a tue spese buon per loro e peggio per te.
Non è brava gente Federico, loro non sono come te, io non sono come te.
Davanti a te sorrideranno sempre ma aspetteranno che tu ti giri per accoltellarti, più profondamente possibile.
Ti stanno distruggendo e neanche te ne rendi conto." Continuò.
-"N- no, non può essere..." Balbettò il biondo.
-"Loro non sono tuoi amici e hai sbagliato a confidare loro una cosa del genere." Replicò il più grande.
Un singhiozzo fuoriuscì dalle labbra del minore.
-"S- sono solo..." Sussurrò.
Benjamin gli mise due dita sotto al mento e gli alzò il viso.
-"Tu non sei solo, piccolo Federico." Disse. "Ci sono io con te." Aggiunse e gli diede un bacio a stampo.

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Ehi🌸
Anche oggi vi ringrazio per le visualizzazioni, siamo in trentacinque mila, vi adoro💕
Benjamin sembra voler proteggere il più piccolo dagli altri, lo farà o lo sta solo prendendo in giro?
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Baci, Michi💕

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora