Thirty.

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La settimana era nel pieno delle sue attività, era un mercoledì abbastanza frenetico, per tutto il giorno quasi tutti gli abitanti di Los Angeles non avevano fatto altro che andare avanti e indietro, per quelle grandi strade, per poter svolgere tutte le loro commissioni.
Benjamin per tutto il giorno non aveva fatto altro che guardare i suoi compaesani mente si affannavano e si spingevano per potersi muovere tra quelle strade, fin troppo affollate, ignorando chiunque li circondasse, il ragazzo non capiva il perché tutti, compresi alcuni suoi amici, si affannassero così tanto per qualcosa che non richiedeva poi così tanta urgenza, riteneva che le persone si caricassero di troppe responsabilità e problemi di cui potevano fare a meno, lui, ad esempio, preferiva vivere alla giornata, preoccuparsi solo delle cose davvero importanti e di godersi al massimo tutto il suo tempo libero, che di certo non era poco.

Mentre tutti si affannavo tra le strade, Benjamin, se ne stava comodamente seduto in un caffè, quasi deserto, mentre sorseggiava il suo cappuccino e si gustava la sua crostata al cioccolato, continuava a ripensare alla telefonata che aveva ricevuto quella notte, gli aveva fatto molto piacere sentire la voce del più piccolo, se lo immaginava nel suo letto, coperto fino alla punta dei capelli dal suo piumone viola scuro, con le gote arrossate per il caldo e i capelli scompigliati, avrebbe desiderato poter essere al suo fianco per stringerlo tra le sue braccia e cullarlo fino a farlo addormentare ma, invece, si era dovuto accontentare del freddo che le mani di Cassidy, a contatto con la sua pelle nuda, gli provocavano, non sapeva esattamente perché fosse andato, nuovamente, a letto con lei, non provava nulla per la ragazza ma questa riusciva ad ammaliarlo e a convincerlo a fare ciò che lei voleva.
-"Posso portarle altro?" Chiese il cameriere interrompendo i suoi pensieri.
-"Mh, sì." Mugolò Benjamin. "Un muffin a cioccolato, per favore." Aggiunse.
-"Arriva subito." Sorrise il ragazzo.
-"Grazie mille."
Per qualche assurdo motivo ordinare un muffin gli riportò alla mente, ancora una volta, il più piccolo e la voglia di vederlo si fece spazio in lui, prese il telefono e compose il suo numero; non dovette attendere molto per avere risposta.
-"Benjamin, dimmi." Disse Federico dall'altra parte del telefono.
Al solo sentire il suo nome pronunciato dal minore, il moro, non poté fare altro che sorridere.
-"Ehi, biondino, ti disturbo?" Chiese.
-"In effetti stavo studiando ma credo di potermi concedere qualche minuto di pausa, dimmi tutto." Rispose il più piccolo e si poggiò sullo schienale della sua sedia regolabile.
-"Magari potresti prenderti più di qualche minuto di pausa." Disse Benjamin e si passò una mano tra i capelli.
-"Che intendi dire?"
-"Beh, io sono al bar vicino casa tua e speravo che potessi raggiungermi." Spiegò il più grande.
-"No, Benjamin." Rispose Federico. "Mi dispiace molto ma non posso, sto studiando." Si giustificò.
-"Non puoi fare una pausa?"
-"La sto già facendo."
-"Una un po' più lunga?" Chiese il moro cercando di convincerlo.
-"Ben..." Sussurrò il più piccolo e Benjamin sentì il suo cuore perdere dei battiti, amava come il suo nome cadesse dalle labbra rosee del minore. "Vorrei tanto ma non posso, ho un esame importante tra poco più di dieci giorni e non sono ancora sicuro su nessun argomento." Continuò.
Benjamin sbuffò sonoramente.
-"Va bene, per ora ti perdono ma stasera non accetto scuse." Disse.
-"Stasera?" Ripeté il biondo. "Cosa succede stasera?" Chiese.
-"Vieni in discoteca con me e i ragazzi." Rispose il più grande. "Brandon non te l'ha detto?"
-"Ma Benjamin..." Cercò di replicare Federico ma venne interrotto.
-"Niente ma, tu verrai e basta." Disse il moro. "Ho voglia di vederti." Aggiunse.
-"D- dici sul serio?" Chiese balbettando il più piccolo, davvero Benjamin aveva voglia di vederlo?
-"Quanto è vero che stai studiando e non vuoi venire al bar da me." Rispose ridendo Benjamin. "Allora verrai?" Chiese.
-"Si, Benjamin, verrò e staremo insieme."

La sera giunse rapidamente, Benjamin aveva passato il suo pomeriggio al bar a fantasticare su cosa sarebbe accaduto quella sera in discoteca, sperava di poter passare tutto il tempo a parlare con Federico, amava ascoltarlo parlare, e sperava vivamente che Cassidy non si intromettesse e che, sopratutto, non dicesse nulla sulla notte che avevano passato insieme, non voleva che il biondo lo sapesse e che ci stesse male, nonostante avessero deciso di essere solo amici sapeva che il minore nutriva altri sentimenti nei suoi confronti e l'ultima cosa che voleva era farlo soffrire.

Midnight Kiss || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora