Le strade della città degli angeli erano colme di ragazzini che erano usciti prima da scuola, per via di un problema alle tubature dell'acqua, ma questi problema non avrebbe interferito con gli esami all'università in quanto alle facoltà avevano deciso di svolgere, esclusivamente, gli esami fissati tra cui quello di Federico.
Benjamin era rimasto in compagnia del più piccolo per tutta la mattina, dopo essersi assicurato che questo facesse una buona colazione, anche se aveva dovuto rinunciare a farlo sedere sulle sue ginocchia per via della presenza di Brandon che continuava a fissarli attentamente, ma non appena il coinquilino del biondo si decise a lasciarli soli, il ragazzo, non perse l'occasione di baciarlo e baciarlo ancora, fino allo sfinimento, non riusciva a resistere alle dolci labbra del più piccolo, ogni volta che erano insieme il suo sguardo ricadeva, costantemente, sulle labbra del ragazzo e sognava di farle sue in quel preciso momento ma spesso, purtroppo, non poteva farlo perché con loro c'erano anche i loro amici e loro non dovevano sapere nulla o quello che li univa, qualsiasi cosa fosse, sarebbe finito per sempre.L'ora dell'esame era giunta e il più piccolo stava camminando, nervosamente, nei corridoi dell'università e stringeva il suo zaino in una mano ma lì con lui, a sostenerlo, c'era Benjamin che non gli aveva lasciato la mano neanche per un minuto e quel gesto gli trasmetteva sicurezza.
-"Andrà tutto bene piccolino." Gli disse il maggiore e abbozzò un sorriso. "Andrà tutto bene." Gli ripeté e gli strinse maggiormente la mano.
-"Grazie Benjamin." Sussurrò Federico che, nonostante ciò che accedeva regolarmente tra di loro, continuava a sentirsi in imbarazzo in presenza del ragazzo. "È davvero molto importante per me averti qui, ora." Aggiunse e rivolse uno sguardo sulle loro mani incrociate.
-"Ti ho già detto in passato che per te ci sarei sempre stato, pronto a sostenerti in qualsiasi situazione." Rispose il moro con un sorriso sincero stampato sul volto. "Ed è quello che ho intenzione di fare." Aggiunse.
-"E io ti ringrazio per questo, ho davvero bisogno di averti al mio fianco." Disse il più piccolo. "Ma dovresti spiegarmi alcune cose." Aggiunse e aumentò la stretta sulla mano del maggiore per paura che questo potesse andare via da lui.
-"Dimmi, se posso lo farò." Annuì Benjamin e gli dedicò la sua completa attenzione.
-"Noi cosa siamo?" Chiese il biondo.
-"Noi?" Ripeté il più grande.
-"Si, io e te." Disse Federico.
Il moro sospirò e si passò una mano, quella libera, sul volto.
-"Federico non credo che questo sia il momento più adatto per parlarne." Rispose lui che non aveva alcuna intenzione di parlare di quella situazione in quel momento. "Tu devi pensare al tuo esame e hai bisogno di restare concentrato, l'ultima cosa che ti serve è una distrazione, ne parleremo in un altro momento." Aggiunse.
-"Tu per me non sei una distrazione." Replicò il più piccolo. "Mentre io per te cosa sono?" Chiese.
Benjamin aprì la bocca per rispondere, nonostante non fosse sicuro della risposta che doveva dargli, ma una voce interruppe quella situazione per fortuna del ragazzo.
-"Federico Rossi!" Lo chiamò la voce.
I due ragazzi si girarono nella direzione da cui provenivano la voce, un uomo di bell'aspetto, dai folti capelli rossi e ricci, vestito di tutto punto e tra le sue mani era ben stretta una cartellina con vari fogli.
-"Sì?" Chiese con voce bassa il più piccolo.
-"La commissione la sta aspettando." Disse l'uomo. "È giunta l'ora del suo esame, venga." Aggiunse e rientrò nella sala.
Benjamin gli mise le mani sulle spalle e gli sorrise.
-"Andrà tutto bene piccolo, sai tutto e quegli uomini finiranno per farti i complimenti." Gli disse.
-"Ben..." Borbottò il biondo con lo sguardo basso.
-"Shh." Lo zittì il più grande e fece unire le loro labbra per qualche istante. "Ora vai e spacca tutto.
Io sarò lì con te." Aggiunse.
Federico gli sorrise e entrò nella sala dove lo attendevano i suoi professori.L'esame del più piccolo stava procedendo nel migliore dei modi, continuava a parlare fluentemente e rispondeva correttamente ad ogni domanda che gli veniva posta, Benjamin era seduto dietro di lui e continuava a gioire per lui, in un certo senso si sentiva orgoglioso di lui e sapeva che avrebbe potuto far tanto.
-"Davvero complimenti Rossi." Disse uno dei professori.
-"Un esame brillante." Aggiunse l'unica donna della commissione.
-"Grazie mille, è il minimo che posso fare e ci tengo a farlo bene." Disse Federico che non riusciva a smettere di sorridere.
-"Minimo." Sbuffò sottovoce Benjamin e incrociò le braccia al petto. "Che ragazzo modesto." Aggiunse.
Tutti stavano riempendo di complimenti il più piccolo, che si sentiva in imbarazzo per così tante attenzioni, tutti meno che uno dei suoi professori.
-"Sisi, un esame davvero brillante." Disse con tono derisorio l'uomo. "Hai studiato, e questo è innegabile, ma credi sia sufficiente?" Chiese.
-"Henry cosa intendi?" Gli chiese uno dei professori.
-"Cosa?" Chiese il più piccolo.
Henry, così si chiamava, mise i gomiti sul tavolo e squadrò il ragazzo.
-"Perché vuoi fare questo lavoro?" Gli chiese.
-"Perché sostengo la legge e voglio aiutare le persone in difficoltà." Rispose Federico senza pensarci troppo.
Una risata soffocata fuoriuscì dalle labbra del moro.
-"Ragazzo io il tuo trenta te l'ho dato ma lascia che ti dica una cosa." Si interruppe per qualche istante. "Tu nella vita non farai nulla." Aggiunse.
Il biondo strinse i pugni e si costrinse a non piangere.
-"Perché pensa questo?" Chiese.
-"Tu non puoi aiutare proprio nessuno, è l'uomo a decidere la sua legge e tu non potrai impedirlo.
Vuoi diventare il paladino della giustizia ma finirai per venderti al miglior offerente." Rispose il professore. "Questo è un mondo di lupi e non c'è posto per agnelli come te." Sputò.
-"Tu non farai nulla, Rossi, nulla." Ripeté
Il più piccolo sentiva gli occhi inumidirsi ma non voleva dare all'uomo la soddisfazione di vederlo piangere.
-"E lei chi è per dire questo?!" Chiese una voce alle spalle del ragazzo.
Benjamin aveva assistito a tutta la scena e aveva deciso di entrare in difesa del minore.
-"E lei chi sarebbe?" Chiese l'uomo.
-"Qualcuno che non ha paura di dirle che lei è solo un povero illuso." Rispose Benjamin.
-"Ragazzino tu non sai con chi stai parlando." Replicò il professore.
-"Con nessuno, non sto parlando con nessuno." Disse il moro. "Lei crede di aver capito tutto della vita ma si sbaglia, lei non sa come si vive, si limita a quello che legge nei suoi libri scritti da persone come lei.
Federico, a differenza sua, ha vissuto in questo mondo, come dice lei, di lupi e ne è uscito a testa alta.
Lei si è venduto a qualcuno o non sarebbe qui, rinchiuso in una sala e amareggiato, ma sarebbe lì fuori a realizzare i suoi desideri.
Ora mi dica, lei crede davvero di essere nella posizione per criticare questo ragazzo?" Chiese il moro.
Henry aprì la bocca più volte ma la voce gli morì in gola.
-"Come immaginavo." Sorrise beffardo Benjamin e prese il libretto dei voti del più piccolo. "Andiamo Federico e grazie per il trenta." Aggiunse e prese la mano del ragazzo per portarlo fuori.-"Benjamin." Lo chiamò Federico una volta fuori dalla classe.
-"Si?" Chiese il moro e prese una sigaretta dal suo pacchetto.
-"Grazie per avermi difeso." Disse il più piccolo.
Benjamin si avvicinò a lui e gli sorrise.
-"È il minimo che posso fare e ci tengo a farlo bene." Rispose, ripetendo la risposta del più piccolo, e lo baciò.
Lo baciò come solo lui sapeva fare.
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Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"