Mano nella con Benjamin, il più piccolo, era pronto ad andare ovunque, avrebbe sfidato mari e monti, il caldo del deserto e il gelo del polo nord, se aveva il moro al suo fianco poteva affrontare qualsiasi cosa, era il suo supereroe.
A Federico quella situazione ricordava tanto quando lui era piccolo, aveva poco più di dieci anni, e per la prima volta aveva provato la voglia di essere libero, voleva provare l'ebbrezza di poter far tutto, voleva sentirsi grande.
A soli dieci anni si era ritrovato nella sala di casa sua, solo, a vedere un vecchio film americano dove c'era un ragazzo, poco più grande di lui, che era libero di fare tutto ciò che desiderava, di viaggiare per il mondo ma non aveva amici, con la sua folle idea di voler essere un lupo solitario allontanava chiunque si avvicinasse, Federico non scoprì mai la fine di quel film perché gli venne la folla idea di voler scappare di casa e fare la stessa vita del protagonista di quel film.
Preparò le sue cose, le più importanti, e nel cuore della notte uscì di casa, sfruttando la finestra della sua stanza.
Vagò per tutta la notte ma superò appena l'uscita del suo paese, aveva paura di lasciare da soli i suoi genitori, non voleva che questi si preoccupassero per colpa sua.
Dopo non molte ore di cammino trovò rifugio in un piccolo parco abbandonato e fu lì che trovò il suo Benjamin, o meglio un bambino che non aveva niente a che fare con Benjamin ma che, in quella situazione, glielo ricordava tanto.
Un bambino dai folti capelli rossi e ricci, e dai grandi occhi neri, si avvicinò a lui e gli disse che quello non era il posto per lui, che quello non era il modo per vivere, poteva vivere senza rinunciare alla sua famiglia, il suo posto nel mondo lo avrebbe trovato quando meno se lo aspettava.
Il suo posto nel mondo lo aveva trovato a Los Angeles, tra le braccia di Benjamin.Al decollo dell'aereo Benjamin aveva stretto forte la mano del minore, gli aveva sorriso e gli aveva sussurrato che lui c'era, era al suo fianco.
Per tutta la durata del viaggio il più piccolo non aveva fatto altro che starsene con la testa poggiata sulla spalla del maggiore e lasciava che questo giocherellasse con i suoi capelli, di tanto in tanto si voltava verso di lui e gli rubava qualche bacio che facevano sorridere Benjamin.
Quella era la prima volta che si comportavano da fidanzati, nonostante non lo fossero, in pubblico e non avevano paura che la gente li giudicasse male, solo qualche passeggero gli aveva lanciato qualche occhiata ma erano finiti sempre per sorridere davanti alla tenerezza dei due amanti.
All'arrivo all'aeroporto di Vienna-Schwechat, il moro, gli prese la mano e si fece spazio tra la folla.
-"Perché mi hai preso la mano?" Gli chiese Federico.
-"Perché non voglio correre il rischio di perderti." Gli rispose Benjamin e spintonò un paio di persone per spingerli via.Davanti agli occhi dei due giovani si mostrò Vienna in tutta la sua bellezza, Federico rimase ammaliato dalla cura e particolarità di quel posto, molti potevano dire che fosse un posto come tutti gli altri ma i suoi dettagli affascinavano il biondo che non riusciva a trattenere il suo stupore.
-"È davvero un bel posto!" Esclamò il maggiore.
-"Un bel posto?!" Ripeté Federico e inarcò un sopracciglio. "Dire che questo posto è spettacolare è riduttivo!" Continuò.
Il moro rise e una piccola nube, dovuta al freddo, uscì dalla sua bocca.
-"Vedo che ti piace molto." Disse e gli strinse i fianchi con le mani. "A me, però, piaciti di più tu." Sussurrò e lo baciò.-"Andiamo in giro?" Chiese Federico e gli prese la mano.
Il moro lo tirò verso di lui e gli circondò le spalle con un braccio.
-"Non vuoi andare prima in hotel per posare le valigie?" Domandò e gli diede un bacio sulla tempia.
-"Aspetta un momento..." Sussurrò il più piccolo e si fermò nel bel mezzo della strada.
-"Cosa c'è?"
-"Io ho prenotato la stanza per una sola persona." Disse Federico.
-"Allora?" Lo spronò a continuare il moro.
-"Dormiremo separati?" Chiese il più piccolo con una punta di delusione nella voce.
Un piccolo sorriso comparve sul volto di Benjamin che lo raggiunse e gli diede un bacio sulla fronte.
-"Certo che no." Rispose. "Ho pensato a tutto io." Aggiunse.
-"Cos'hai fatto?" Chiese il biondo.
-"Ho chiamato l'albergo spacciandomi per te e ho cambiato la prenotazione.
Abbiamo una stanza matrimoniale favolosa." Spiegò il più grande con aria compiaciuta. "Non mi servono ringraziamenti, so di essere un genio." Continuò agitando in modo strano la mano.
Federico in un primo scoppiò a ridere ma, subito dopo, gli gettò le braccia al collo e lasciò che questo lo prendesse di peso.
-"Sei il mio genio preferito." Sussurrò.
-"E tu il mio biondino preferito." Rispose il moro e gli accarezzò i capelli. "Allora vuoi andare a lasciare le valigie in hotel?" Gli chiese ancora.
-"No." Scosse il capo il più piccolo. "Preferisco andare a visitare il duomo di Vienna." Continuò.
-"Ai tuoi ordini mio re." Rispose Benjamin.
-"Sono il tuo re?" Chiese il biondo.
-"Sei il mio tutto."Il tragitto fu più lungo di quanto i due si aspettassero, Benjamin aveva proposto di prendere un taxi ma il minore aveva rifiutato dicendo che preferiva camminare e visitare le strade di quel posto ma non aveva messo in conto una cosa, loro non erano del posto e avevano sbagliato strada più volte, nonostante le indicazioni dei passanti, solo alla terza volta riuscirono a raggiungere la loro meta.
-"Siamo arrivati!" Esclamò Federico e lasciò cadere la sua borsa.
-"Finalmente aggiungerei." Rispose il moro e prese la borsa del ragazzo.
-"Non trovi sia favoloso?" Chiese il più piccolo. "È sicuramente valsa la pena fare tanta strada per arrivare qui." Aggiunse.
-"Mh, abbastanza." Disse Benjamin e fece una smorfia che fece accigliare il minore. "Sto scherzando." Rise.
-"Ti piace?" Domandò il biondo.
-"Tanto." Rispose il più grande e gli toccò le labbra con un dito. "Forse quasi quanto mi piace baciare queste labbra." Continuò.
-"E quanto ti piace baciare queste labbra?" Chiese divertito Federico.
-"Lascia che te lo dimostri." Rispose il moro e lo baciò.La luce di un flash attirò l'attenzione di Benjamin che si staccò dal bacio e circondò con un braccio i fianchi del ragazzo.
-"Cosa c'è?" Gli chiese Federico.
-"Ho visto una luce." Rispose il moro.
-"Una luce?" Chiese confuso il più piccolo.
-"Si, un flash." Spiegò Benjamin e si guardò intorno alla ricerca di quel flash.
Dopo pochi istanti un uomo di mezz'età, vestito con un largo pantalone a palazzo con strane fantasie a quadri, una camicia bianca mezza sbottonata e una polaroid nera tra le sue mani, si avvicinò loro.
-"Scusate se vi disturbo." Disse con uno strano accento. "Vi ho visti mentre vi baciavate e non sono riuscito a trattenermi dallo scattarvi una foto." Continuò e gli passò una foto ritraente loro due davanti al duomo mentre si baciavano.
-"È davvero bella." Costatò Federico.
-"Posso chiederle perché ci ha scattato una foto?" Chiese Benjamin.
-"Perché mi piace ritrarre le cose belle e voi, ragazzi miei, lo siete." Spiegò l'uomo prima di andare via.
Il biondo frugò nella sua borsa e tirò fuori un pennarello.
-"Cosa stai facendo?" Gli chiese il più grande.
Il minore gli sorrise e girò la foto per scrivere qualcosa.
-"Ecco." Disse e gli passò la foto.
Benjamin la girò e un sorriso gli comparve sul volto.
-"Fino alla fine dei miei giorni." Lesse.
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Midnight Kiss || Fenji.
FanfictionMidnight Kiss || Fenji. "A mezzanotte tutto può succedere. Mezzanotte segna l'inizio di una nuova cosa ma anche la fine di quella vecchia, per loro due cosa segnerà?"