12. Influenza

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Febbraio 2019

Il sole splendeva alto nel cielo limpido. Nessuna nuvola all'orizzonte, solo un'immensa distesa di azzurro. Se non fosse stato per il vento gelido che lo costrinse ad allacciarsi il cappotto, Damiano neanche avrebbe ricordato di essere ancora nel pieno dell'inverno.

Quella mattina, stranamente, si era svegliato presto. Forse perché la sera prima si era addormentato ad un'ora abbastanza decente e tutto solo nella propria stanza.

Victoria gli aveva detto di essere molto stanca e che si sarebbe infilata sotto le coperte non appena fosse salita in camera, così come anche gli altri membri della band.

Nell'albergo, il silenzio era calato prima del solito e gli altri ospiti della struttura avrebbero potuto passare la serata in tutta pace.

Damiano aveva quindi deciso di andare a comprare un bel cornetto al cioccolato per Vic e di portaglielo in camera.

«Amò, sei sveglia?», aveva chiesto, bussando alla sua porta.

Qualche secondo dopo, questa si era aperta, rivelando una Victoria piuttosto stralunata. I suoi occhioni azzurri, sempre sorridenti, ora erano lucidi e mezzi chiusi. Le guance arrossate facevano contrasto sul pallore del suo viso.

«Victò, che c'hai?»

«Non sto molto bene.»

"Se vede!", aveva pensato Damiano tra sé e sé.

La ragazza si sedette a gambe incrociate sul letto disfatto e lui fece lo stesso, sistemandosi di fronte a lei.

«T'ho portato un cornetto al cioccolato», esclamò, porgendole il sacchetto.

Victoria l'aveva preso ed aveva sbirciato dentro.

«Mh... non mi va.»

«Allora stai proprio male!», aveva sdrammatizzato lui, riuscendo però a strapparle un sorriso.

***

Nel pomeriggio, durante il soundcheck, avevano tutti constatato che la bassista non ce l'avrebbe fatta a portare a termine il concerto di quella sera.

«Vic, sbagli una nota su due!», aveva scherzato Thomas.

«E non stai dritta neanche da seduta, figuriamoci in piedi!», aveva continuato Ethan.

La ragazza aveva insistito per proseguire le prove con loro, ma ad un certo punto il cantante l'aveva presa in spalla a mo' di sacco di patate e l'aveva portata in camerino, poggiandola a sedere sul divano.

«Tu ora te ne stai qui. E stasera anche.»

E prima che potesse ribattere, Damiano era già scomparso dalla sua visuale.

Non fu affatto semplice per lui dire quelle parole. Sarebbe stata la sua prima volta sul palco senza la sua Vic. Però, la salute della ragazza era la priorità in questo momento.

***

La band si stava preparando, erano ormai agli ultimissimi ritocchi e le urla delle fans in delirio arrivavano forte e chiaro fino al backstage.

Finalmente, i Måneskin fecero il loro ingresso sul palcoscenico. Nelle orecchie di Damiano rimbombavano mille voci, ma nessuna era la sua. Neanche un minuto in scena e già il frontman si era voltato in cerca dei suoi occhi azzurri, anche se era consapevole del fatto che non gli avrebbe trovati.

Chiunque laggiù, tra il pubblico, si stava chiedendo: "Dov'è Vic?".

Un ricordo emerse dalla sua memoria. Lui e Victoria avevano litigato ed era da un paio di giorni che non si vedevano né parlavano. Ogni maledetta persona che aveva incontrato, ancora prima di salutarlo, gli aveva ripetuto quella fottutissima domanda: "Dov'è Vic?".

Era tornato a casa, deciso a non mettere più piede fuori da quelle mura pur di non sentire più il suo nome uscire dalla bocca di chiunque.

La madre, vedendolo rientrare infuriato, gli aveva domandato il motivo di tanta rabbia.

«Perché mi chiedono sempre dov'è Vic? Come se non riuscissi a stare a più di due metri da lei...»

Dopo quelle parole, Damiano aveva finalmente capito. Era così: lui non riusciva a stare a più di due metri da lei. Per questo era tanto arrabbiato: non perché agli altri importasse dove si trovava Vic, ma perché a lui importava, perché lei effettivamente si trovava altrove, quando Damiano avrebbe solo voluto averla al suo fianco, come in un giorno qualsiasi.

***

Il concerto andò meglio del previsto e Damiano, una volta sceso dal palco, chiese immediatamente della ragazza.

«È già sul bus. Credo stia dormendo.»

Non aveva neanche guardato in faccia la persona che gli aveva risposto. Un minuto dopo era già davanti a lei e la guardava. La baciò sulla fronte ancora calda e si sdraiò al suo fianco.

«Non mi sembra una buona idea. Vuoi ammalarti pure tu?»

Damiano aveva fulminato con lo sguardo il povero Ethan. E il batterista decise saggiamente di non insistere, tanto non avrebbe vinto contro la sua testardaggine.

Damiano allungò il braccio sul cuscino e Victoria, realizzata la presenza del ragazzo al suo fianco, si raggomitolò contro di lui, poggiando la testa sulla sua spalla.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora