50. Mia (David)

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12 luglio 2029

Damiano non aveva realizzato ancora a fondo quanto lo terrorizzasse diventare padre, fino a quella mattina.

Lui e Vic si erano svegliati tra le lenzuola bagnate e nei suoi occhioni blu, lui aveva visto subito dipingersi il panico.

Damiano aveva dovuto prendere in mano la situazione, tranquillizzare Victoria, sussurrarle di non preoccuparsi, dirle che sarebbe andato tutto bene. E, cosa più importante, che lui le sarebbe sempre rimasto accanto.

E poi si ritrovò solo, seduto su una scomoda seggiola di plastica, con la testa tra le mani e il cuore con la sua amata.

Tra non molto le loro vite sarebbero cambiate completamente, per sempre. Quel piccolo fagiolino che aveva visto crescere giorno dopo giorno e con cui aveva anche chiacchierato attraverso la pancia della mamma, tra poco sarebbe stato tra le sue braccia.

Perché solo in quel momento stava realizzando quanto in realtà avesse paura?

Victoria, durante l'ultimo periodo, era scoppiata diverse volte in pianti isterici, andando completamente fuori di testa. E Damiano l'aveva sempre sostenuta. Le aveva promesso che sarebbe sempre stato al suo fianco quando le loro vite sarebbero state stravolte, quando avrebbero dovuto mettere un po' da parte gli strumenti, la sala prove, i concerti.

I Måneskin avrebbero sempre fatto parte della loro vita, anche di quella privata. Erano amici, fratelli, prima ancora di essere una band.

Thomas ed Ethan già scherzavano sul fatto di diventare zii. Erano stati molto contenti quando gli avevano annunciato di aspettare un bambino. Ed ora Dam avrebbe voluto averli lì con lui, parlare con loro e confidargli che aveva paura di non essere all'altezza, nonostante fosse consapevole del fatto che sarebbe sempre riuscito ad affrontare tutto. Perché lui era Damiano David, perché al suo fianco ci sarebbe sempre stata la sua Victoria, perché Thomas ed Ethan sarebbero sempre stati pronti a dar loro una mano.

Momenti felici gli stavano aspettando. Altri più faticosi in cui avrebbero dovuto fare immensi sacrifici. Ma insieme avrebbero affrontato tutto.

Ogni dubbio, ogni incertezza, ogni paura, tutto svanì, quando la porta si aprì, rivelando l'infermiera con cui aveva parlato qualche ora prima, con in braccio una piccola creaturina.

Damiano scattò in piedi e in un nano secondo fu davanti a loro. D'istinto, allungò il dito verso la manina di quella neonata. Le sue minuscole dita si aprirono al contatto con la pelle calda del suo papà, per poi richiudersi strette e decise intorno al suo ditone gigante.

Per un attimo, Damiano pensò di poter sfiorare il cielo con un dito.

I suoi pensieri passarono subito su Victoria e l'infermiera lo rassicurò.

«Sta benissimo, è una ragazza tosta. È andato tutto bene e tra poco potrà raggiungerla in camera.»

Damiano espirò, inconsapevole di aver trattenuto il fiato per tutto il tempo.

La donna gli disse anche che sarebbe dovuta tornare dentro, finire le solite pratiche di routine con la sua bambina e poi anche lei li avrebbe raggiunti. E non appena la sua figura scomparì dietro la porta, Damiano avvertì già un vuoto nel petto. Sentì già la mancanza della sua piccolina.

Per distrarsi, tirò fuori l'iPhone e inviò un messaggio a tutti i contatti della sua rubrica. Tre semplici parole, ma che contenevano tutta la gioia del mondo: È nata Mia.

La prima a richiamarlo fu sua madre, che piangeva già quando lui pronunciò il suo "pronto?". Poi ricevette telefonate dalla sorella e dal padre di Vic, dai Måneskin e altri infiniti messaggi d'auguri dagli amici e dai compagni d'avventura della loro troupe.

Non poté subito rispondere a tutti, poiché l'infermiera, questa volta sola, tornò ad annunciare che avrebbe potuto raggiungere Victoria nella sua stanza.

«Mi raccomando, faccia piano. Può darsi stia dormendo.»

Damiano conosceva troppo bene Victoria. Non poteva dormire, non lei, non prima di aver visto lui, la bambina, e non prima di essersi assicurata che fosse tutto sotto controllo.

Appena varcò la soglia della porta e quegli occhi azzurri incontrarono il suo sguardo, entrambi scoppiarono in lacrime.

Si strinsero nell'abbraccio più forte e più vero che avessero mai dato.

Inutilmente, Dam cercò di asciugare le lacrime di Vic con i pollici. L'emozione era talmente tanta che neanche si era reso conto di star piangendo anche lui.

Bussarono alla porta e la piccola culla trasparente fece il suo ingresso in quella camera d'ospedale.

Damiano tolse delicatamente la copertina e prese la sua bimba in braccio. Era così piccola e delicata che avrebbe potuto stare in una sola mano come il bocciolo di una rosa.

La paura di non farcela, la paura dell'inesperienza, non gli avevano nemmeno sfiorato la mente.

La porse a Vic, che scoppiò a piangere di nuovo stringendola a sé, come se realizzasse in quel momento che era tutto vero, che non stava affatto sognando.

Si sedette anche lui sul letto, baciò la fronte della piccola e poi quella di Victoria. E si meravigliò a constatare che la loro pelle aveva lo stesso sapore.

Guardò la sua Vic negli occhi ancora pieni di lacrime e si ritrovò a pensare a un milione di cose.

Pensò al passato, all'adolescenza, a quando stringendo il microfono sul palco, insieme ai suoi fratelli, credeva di avere tutto, di essere un re. Ed invece era niente, se confrontato con quello che possedeva ora.

La musica e la band sarebbero sempre state una parte importante della sua vita. Essenziali e fondamentali. Non avrebbero mai smesso di inseguire i loro sogni, ma ora era entrata un'altra piccola principessa a far parte del suo regno.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora