(Dam's pov)
Maggio 2019
Quando la vedevo giù, quando era triste, quando si sentiva intrappolata nella sua vita frenetica, la caricavo in spalla e la chiudevo in macchina, mettevo su le sue canzoni preferite e la portavo al mare.
Il mare era per lei quel posto dove i pensieri e le preoccupazioni venivano spazzati via dal vento come granelli di sabbia, dove i dubbi e le incertezze venivano risucchiati dalle onde e portati lontano.
Il mare era il suo posto. E lei era felice come una bambina, da quando assaporava la sensazione della sabbia fresca sotto ai piedi, a quando quella sabbia doveva scrollarsela per rimettersi gli stivaletti.
Victoria era felice quando la portavo al mare. Ed io ero felice perché lei era felice.
Danzava tra la schiuma delle onde e correva su e giù per la spiaggia come se potesse spiccare il volo. Io la lasciavo fare, la lasciavo ballare. E ogni tanto le rubavo un bacio.
Le ore di quei pomeriggi passavano troppo in fretta. Anche il tempo, come me, si lasciava trasportare dalla sua spensieratezza, dalla sua voglia di vivere finalmente ritrovata.
Camminavo, inseguendola, senza neanche rendermi conto dei passi fatti, dell'acqua che rincorreva i miei piedi, del vento che mi scompigliava i capelli.
Il mio momento preferito era quando mi correva incontro, mi saltava addosso ed io l'afferravo con sicurezza per le cosce, perché non avrebbe mai dovuto avere paura di cadere, finché ci sarei stato io a sorreggerla.
E mi baciava con quelle labbra morbide che sapevano di brezza marina, e io ruotavo fino a farci girare la testa, fino a farci credere di poter volare per poi ritrovarci a terra, con la sabbia tra i capelli, sui corpi, ma con le mani sempre intrecciate alle nostre.
Se ne stava lì, sdraiata, come un angelo al sole, con gli occhi chiusi. Ed io la lasciavo stare.
Sul suo viso era stampata la gioia, ed io ridevo dentro di me, perché finalmente le avevo regalato un po' di felicità, perché un po' era anche merito mio per quel sorriso.
In quei momenti pensavo che avrei voluto vivere per sempre di quegli attimi, restare lì per sempre.
L'amavo. Amavo la sua pazzia, amavo quella grinta che si scatenava in lei tutte le volte che sentiva il vento di mare accarezzarle il viso. Amavo i suoi sorrisi e il suono della sua risata, specialmente quando il blu del mare faceva da cornice ai suoi lineamenti.
Continuo a pensare che sia una ragazza complicata, e poi tutti mi ripetono sempre la stessa cosa: tutte le ragazze sono complicate. Eppure, lei era comunque diversa.
Era complicata, sì, ma per farle tornare il sorriso bastava portarla al mare, all'improvviso, quando meno se l'aspettava, e baciarla sotto il sole del tramonto.
Riprendeva a correre sulla sabbia, non si stancava mai, lei che prendeva sempre l'ascensore pur di non fare neanche mezzo scalino.
Mi faceva cenno di seguirla ed io la raggiungevo e l'acchiappavo per i fianchi, le facevo il solletico e finivamo di nuovo giù.
Era una botta di vita poter volare insieme tra le onde del mare, rincorrere i gabbiani, sfidare il vento, abbracciarsi e baciarsi sempre come se fosse la prima volta.
Quando la città si faceva troppo stretta, io la portavo al mare, anche d'inverno.
Rinchiudeva la sabbia tra le mani e lasciava che l'aria ne spargesse i granelli. Afferrava un bastone di legno e disegnava cuori sulla sabbia bagnata. E quando vedevo comparire l'iniziale del mio nome accanto al suo, sentivo le farfalle nello stomaco, come una tredicenne innamorata.
Al mare, veniva ancora più fuori la bambina che era in lei, quella parte di sé che cercava accuratamente di proteggere dalle delusioni della vita.
Non avrei mai smesso di portarla al mare, di correre con lei tra le onde e contro il vento, di essere felice nel vederla felice.
Io che ogni volta mi riscoprivo sempre più innamorato di quella piccola ma grande donna che era la mia Victoria. E ogni volta mi chiedevo se fosse realmente possibile innamorarsi ancora e ancora e sempre della stessa persona.
Poi vedevo i suoi occhi blu sorridere e guardarmi, e mi scordavo della domanda. E mi innamoravo di nuovo.
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Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||
Romance«... ma è vero che abbiamo un rapporto molto intimo, siamo più che fratelli, più che amici, più che ogni cosa.» Damiano e Victoria. Victoria e Damiano. Nessuno sa quale verità si cela dietro quell'amicizia dannatamente perfetta. C'è chi ipotizza una...