29. Haters (parte 2)

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(Vic's pov)

Aprile 2019

«Victoria, ascoltami. Ti conosco: tu sei la ragazza più sicura e determinata che io abbia mai incontrato. Lo so che di fronte a quei commenti ti senti insicura e inizi a dubitare di tutto, ma credimi: tu sei perfetta. Avrai anche i tuoi tanti piccoli difetti e ti fai sempre un sacco di paranoie per questo, ma non devi mai perdere la fiducia in te stessa. Sei bellissima, Vic. L'ho sempre vista quell'energia luminosa che ti circonda e che nasce proprio dentro di te. Devi continuare a brillare, Vic, devi continuare ad essere te stessa, la ragazza sicura, determinata e testarda che sei sempre stata, anche e soprattutto davanti agli occhi di quegli stronzi. Ti giuro che se gli becco per strada gli faccio fuori con le mie mani. Però tu promettimi che continuerai a brillare, perché io ne ho bisogno. Noi abbiamo bisogno di te.»

Il rossetto, l'eyeliner, il fondotinta, il mascara, i vestiti più sexy del mondo: tutto inutile. Perché, in fondo, io mi sentivo bella solo se me lo diceva lui.

Camminai verso la porta, ancora con quella strana sensazione addosso. Era come se poggiassi i piedi su grosse nuvole dense, o sabbie mobili. Li sentivo pesanti. Arrivai a fatica, ma arrivai ed aprii. Davanti a me, Damiano.

Sembrava essere appena uscito da un incubo. Aveva il viso pallido, come se stesse per svenire da un momento all'altro. Ed era solo per colpa mia.

Le lacrime cominciarono a scendermi sulle guance. Mi morsi il labbro fino a sentire il sapore metallico del sangue in bocca.

Mi ritrovai in un secondo tra le sue braccia calde e con la sua giacca sulle spalle. Non mi ero neanche resa conto di avere i brividi di freddo finché la mia pelle non aveva sfiorato la sua.

Finalmente mi tranquillizzai, cullata dal suo abbraccio e dai piccoli e dolci baci che mi lasciava di tanto in tanto tra i capelli. Sentivo i muscoli rilassarsi sempre di più.

Damiano mi prese poi in braccio e mi portò verso il letto. Si mise seduto senza staccarsi da me.

Mi sentivo come una bambina seduta sulle gambe di suo padre, con la testa appoggiata al suo petto, stretta tra le sue braccia forti, ipnotizzata dai battiti del suo cuore, riscaldata dai suoi respiri sulla mia pelle. Al sicuro da tutto.

«Andate a prendere una bottiglietta d'acqua e un po' di zucchero. E anche qualche merendina se le trovate da qualche parte. Grazie.»

Sentii Thomas rispondere con un "" e i loro passi che pian piano si allontanavano, finché non furono fuori, e rimasi sola con Damiano.

Per tutto il tempo non mi aveva mai lasciata. Avevo sempre avvertito la sua protezione addosso, come sempre quando ero accoccolata nella sua stretta.

Dam aveva visto tutto di me, anche quelle parti che non avrei mai pensato di mostrare a qualcuno.

Lui si era sempre preoccupato di come stavo e me lo chiedeva spesso. E con sincerità.

Non gli erano mai bastate quelle due parole di circostanza, quel "sto bene" bugiardo che si perdeva nel vento.

Damiano la cercava nei miei occhi la verità. Mi aveva sempre presa per mano, ogni volta che lungo la strada ero stata intimorita da qualche piccola o grande paura, e aveva proseguito il cammino al mio fianco.

Mi prendeva per mano ogni volta che piangevo anziché sorridere, ogni volta che cercavo risposte che non trovavo, o quando passavo minuti eterni davanti allo specchio perché non mi piacevo.

Damiano voleva sempre essere sicuro che io stessi bene e non erano mai servite le parole. Bastava aprire le braccia e stringersi forte.

Mi guardava e non mi lasciava. Mi aveva salvata dal fondo del burrone. Sarebbe rimasto lì a morire con me o saremmo tornati in superficie insieme.

Damiano aveva conquistato un posto speciale nel mio cuore, un posto che nessun altro avrebbe mai potuto avere.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora