10. La prima volta (parte 1)

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Maggio 2018

«Sei un coglione, Damiano!».

Victoria corse in camera, infreddolita, e ci si chiuse dentro.

Pochi istanti prima, Damiano aveva avuto la brillante idea di spingerla in piscina, alle undici di sera e con tutti i vestiti addosso.

Ora il ragazzo si trovava fuori dalla camera di lei, in quella villa che era diventata la "Måneskin House" e che avrebbe assistito alla nascita del loro primo disco.

«Daje, Vic. Apri la porta», la stava implorando. «Guarda che la sfondo.»

Neanche Damiano saprebbe dire se quella frase fosse uscita solo per intimorire Vic, o se l'avrebbe sfondata veramente. Di certo, il coraggio di farlo non gli mancava.

E aveva fatto centro. Victoria, udite quelle parole, andò suo malgrado ad aprire la porta, convinta che il ragazzo l'avrebbe buttata giù davvero, se fosse stato necessario.

Damiano entrò e non riuscì a nascondere le risate. I vestiti zuppi d'acqua erano sparsi sul pavimento, lungo il percorso che portava al bagno, dove trovò la biancheria di Victoria dentro al lavandino.

Afferrò il reggiseno per una spallina e si rivolse a lei.

«Amò, che te son cresciute le tette?»

Victoria, più infuriata di prima, strappò via l'indumento dalle sue mani e gli tirò un pugno sul braccio.

«Se sei venuto pe' famme incazzà, vattene.»

Damiano concentrò la sua attenzione su di lei. Aveva i capelli ancora bagnati che le scendevano sulle spalle, inumidendo la maglietta. Le pupille di quegli occhioni azzurri erano dilatate per la rabbia che cresceva istante dopo istante, ogni volta che lui apriva bocca per provocarla.

Era incredibile, però, come anche con quell'orribile pigiama scozzese, risultasse comunque la ragazza più bella che lui avesse mai visto.

«Perché l'hai fatto, Dam?»

«Perché i tuoi occhi sono dello stesso colore dell'acqua della piscina.»

Victoria era rimasta alquanto confusa da quella risposta insensata. Lo stesso Damiano faceva fatica a capire come una cosa così fosse uscita dalla sua bocca, quando invece avrebbe solo voluto pensarlo nella sua testa.

«Sei uno stronzo. Vattene.»

Il dito di Victoria puntò verso la porta della stanza, ma Damiano non aveva la ben che minima intenzione di uscire.

Poi, notò le labbra viola della ragazza e provò con tutto sé stesso a non apparire preoccupato, ma non gli riuscì del tutto. Il suo tono di voce lo tradì.

«Hai freddo?»

Victoria si limitò ad annuire e venne subito avvolta dall'abbraccio di Damiano. Le sue braccia calde circondarono il suo esile corpo e lui le lasciò anche un bacio tra i capelli, uno di quelli che lei amava alla follia.

Alzò la testa finché i suoi occhi azzurri non incrociarono quelli scuri di lui. Damiano non riusciva ancora a spiegarsi il perché, ma quando aveva quella ragazza davanti, non poteva trattenersi dal baciarla. In realtà, neppure voleva imparare a trattenersi. E le sue labbra erano già su quelle soffici di lei.

Come in un riflesso involontario, le mani di Victoria scivolarono sulla camicia di Damiano. Gliela sfilò prima da sotto ai pantaloni, poi cominciò a sbottonarla.

Intanto, lui si faceva strada sulla schiena della ragazza, da sotto la maglietta, e gliela sfilò.

Damiano notò subito, e con immenso stupore ed altrettanto piacere, che la ragazza non indossava il reggiseno.

Si staccò da lei per un secondo, il tempo necessario per togliersi quella maledetta camicia e gettarla a terra, insieme al resto dei vestiti che avevano ancora addosso.

«La prossima volta, però, strappiamola», disse lui, prima di afferrarla per le cosce e farla sdraiare sul letto.

La bocca andò subito a stuzzicare i suoi capezzoli. Ormai, niente e nessuno avrebbe potuto fermarli. Ora che i vestiti erano stati buttati sul pavimento, i loro corpi potevano finalmente abbracciarsi senza alcun ostacolo, pelle contro pelle.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora