(Dam's pov)
Marzo 2029
Finalmente Vic si era addormentata. Non ne potevo più di quel film che stavamo guardando.
La presi in braccio e la portai in camera da letto, sistemandomi al suo fianco.
Dormiva serena a quattro di spadi, ma era talmente piccola da occupare appena la sua metà di letto.
Le tirai su la coperta e per la prima volta me ne accorsi. Di solito, quando stava sdraiata, la sua pancia era talmente piatta che le spuntavano le ossa del bacino sui lati. Quella sera, invece, mi accorsi di quella piccola pancina tonda che si intravedeva anche da sotto la coperta.
Quasi mi vergogno ad ammetterlo, ma una lacrima mi rigò la guancia. Così, senza un apparente motivo.
Potevo fare il duro quanto volevo, ma ero pienamente consapevole che quella piccola creatura sarebbe stata la mia rovina. Se poi avesse ereditato quegli occhioni immensi dalla mamma? Sarebbe bastato uno sguardo, l'accenno di un sorriso, e per me sarebbe stata la fine.
Un giorno mi sarei seduto su minuscole seggioline a bere del thè con lei e con i suoi peluches. E Victoria si sarebbe divertita un mondo pubblicando mille Instagram Stories per prendermi in giro.
La sera, prima di andare a dormire, le avrei cantato la ninna nanna. E chissà se le sarebbero piaciute le nostre canzoni, o se avrei dovuto cantarle quelle dello Zecchino d'Oro.
Magari poi avrei anche discusso con gli altri Måneskin per aggiungerle nella scaletta del prossimo tour. "Il Coccodrillo Come Fa", "Le Tagliatelle di Nonna Pina", "Il Valzer del Moscerino". Qualche cover qua e là è sempre molto apprezzata.
In via del tutto eccezionale, le avrei permesso di toccare i miei capelli, farmi da parrucchiera e addobbarmi con tutte le mollettine delle principesse Disney.
L'avrei presa per mano e portata al parco, al mare, a vedere le stelle o il tramonto.
Avrei lasciato del posto sul braccio per tatuarmi il suo nome, anche se già era indelebilmente scritto sul mio cuore.
E scesero ancora più lacrime quando pensai che, un giorno, anche lei avrebbe assistito al suo primo tour, al suo primo concerto.
Già la vedevo con le cuffione nelle orecchie per proteggerla dalla musica forte, mentre guardava il suo papà, la sua mamma e i suoi zii che incendiavano il palco.
Magari avrebbe mosso i suoi primi passi in mezzo al parterre durante il soundcheck pomeridiano. Avrebbe afferrato il mio microfono e cantato a squarciagola parole poco comprensibili. Oppure avrebbe rubato le bacchette di Ethan e trasformato in batteria tutto ciò che le capitava sott'occhio.
Ogni compleanno sarebbe stata una grande festa. Grande quanto il dolore che avremmo provato nel guardarla crescere troppo in fretta. Ma avremmo comunque indossato tutti i cappellini e suonato le trombette e festeggiato fino all'alba.
L'avrei aspettata fuori, sul balcone, mentre tardava a tornare a casa dopo essere uscita con gli amici. L'avrei vista scendere dalla macchina di un ragazzaccio e l'avrei fulminato con lo sguardo quando per sbaglio avesse incrociato i miei occhi.
Avrei voluto non dover mai sentire il suo pianto straziante e farla ridere sempre. Io avrei sempre vissuto dei sorrisi delle mie principesse.
Quella piccolina sarebbe diventata contemporaneamente il mio punto di forza e di debolezza, esattamente come Victoria.
Sarei sempre stato orgoglioso di lei, di quello che avrebbe ottenuto dalla vita. E avrei sempre difeso i miei angeli da tutto e da tutti, sempre.
Il mio cuore era loro ostaggio, ma per tutto l'amore che mi stava donando Victoria e che avrebbe continuato a regalarmi la nostra famiglia, ne sarebbe sempre valsa la pena.
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Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||
Romansa«... ma è vero che abbiamo un rapporto molto intimo, siamo più che fratelli, più che amici, più che ogni cosa.» Damiano e Victoria. Victoria e Damiano. Nessuno sa quale verità si cela dietro quell'amicizia dannatamente perfetta. C'è chi ipotizza una...