16. Capricci

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Febbraio 2018

«Io quel coso nun me lo metto! E poi le calze color carne sono da vecchia!»

Victoria aveva quasi le lacrime agli occhi, mentre camminava isterica avanti e indietro per il camerino.

Damiano si stava abbottonando la camicia allo specchio, e di tanto in tanto osservava la ragazza dal riflesso.

«Victò, smettila. Sembri una bambina di tre anni.»

Victoria si fermò per l'ennesima volta davanti al vestito rosso d'alta moda che avrebbe dovuto indossare per quella sera. Lo prese in mano e lo esaminò attentamente, per poi rigettarlo sul letto, come aveva fatto altre cento volte prima.

«Nessuno mi ha mai imposto come vestirmi. Non inizieranno di certo oggi.»

Afferrò il suo iPhone e scrisse alla manager, pregandola di fare qualsiasi cosa pur di convincere chi di dovere a non farle indossare quell'orrore. Tutto sarebbe stato meglio che ne farsi vedere a quella maledetta festa con quel terribile vestito addosso.

Damiano aveva già cercato in tutti i modi di farla ragionare e convincerla a vestirsi, dicendole che quell'abito in realtà non era per niente male, ma non aveva ottenuto altri risultati all'infuori delle urla di lei.

Così, con la pazienza che aveva già superato il limite, uscì dal camerino.

«Io vado. Tu fa come te pare.»

***

E fu proprio quando aveva ormai perso ogni speranza di vederla, che Victoria fece il suo ingresso in scena. Tutti si voltarono a guardarla, mentre scendeva le imponenti scale di marmo come una vera diva.

Se avesse avuto bende a sufficienza, Damiano avrebbe coperto gli occhi di tutte le persone presenti alla festa, donne comprese.

Non si sa come, ma finalmente Victoria si era decisa a mettere quel dannato vestito. E in più, c'era un dettaglio che non era sfuggito agli occhi attenti di Damiano: le calze. Già, perché quelle che indossava non erano le tanto temute "calze color carne da vecchia", ma erano le sue amate calze a rete.

Victoria, pur essendo ancora lontana, aveva già notato nello sguardo divertito di Damiano che lui l'aveva capito, e scuoteva la testa come a dire "sei sempre la solita".

Avrebbe dovuto saperlo, Damiano, che la sua Victoria non si sarebbe mai arresa tanto facilmente e che avrebbe fatto comunque di testa sua. Quel povero ragazzo era arrivato alla festa ancora nervoso per tutto quello che aveva dovuto sopportare dentro al camerino. Un pomeriggio intero passato ad ascoltare le lamentele insopportabili di Victoria.

Che cosa credeva? Che uno stupido vestito l'avrebbe cambiata all'improvviso?

Victoria era stata bella ieri, era bella oggi e lo sarebbe stata anche domani. In un vestito rosso o nelle sue pellicce leopardate, sarebbe sempre e comunque apparsa la più bella agli occhi di Damiano. E non solo. Da quando era entrata alla festa, tutti si erano messi in fila per salutarla. Molti ragazzi, ma anche molti uomini decisamente troppo grandi per lei.

Damiano non distoglieva mai lo sguardo dalla ragazza. Doveva assicurarsi che tutti si comportassero bene con la sua migliore amica.

E quando poi i suoi occhi incrociarono quelli azzurri di lei, il suo cuore fece una capriola all'avanti e due all'indietro. Quegli occhi erano speciali e gli facevano perdere la testa ogni volta che li guardava, letteralmente. Damiano naufragava negli occhi di Victoria, da sempre. Anche se ormai li aveva visti un miliardo di volte, era sempre come la prima volta. Tutti i pensieri svanivano quando incontrava il suo sguardo, come quando osservi il cielo e, perdendoti nell'orizzonte, ti dimentichi di tutto. Victoria lo faceva sentire leggero senza ubriacarsi.

Damiano si accorse che quei due puntini azzurri si stavano facendo sempre più vicini, finché non se li trovò a pochi centimetri di distanza.

«Alla fine te lo sei messo.»

Victoria fece una smorfia. Il suo orgoglio era stato colpito in pieno. Ed era proprio quello l'obiettivo di Damiano.

«Amò, sei bellissima», fece poi, prendendole delicatamente il mento tra le dita e facendole riportare gli occhi nei suoi.

«Adesso, però, nun vedo l'ora de togliertelo.»

«Io nun me lo tolgo più. Anzi, ce vengo pure in tour.»

Victoria scoppiò a ridere e Damiano la seguì a ruota.

Avrebbe sopportato altri cento di quei pomeriggi con la sua bambina dal cuore pieno di capricci. Per quei sorrisi sarebbe sempre valsa la pena di rifare tutto daccapo. Damiano avrebbe fatto di tutto, perché poi, quei sorrisi, erano tutto ciò di cui lui aveva bisogno.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora