102. Sentimenti

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(continuo del capitolo 100)


(Vic's pov)

Luglio 2018


«Vic», mi chiamò la sua voce, mentre venivo scossa per una spalla. «Victoria, svegliati.»

Mi girai e sbattei le palpebre un paio di volte, realizzando man mano che sopra di me non c'era il soffitto della mia camera, ma il cielo colorato dalla luce dell'alba. Mi resi conto di trovarmi sulla spiaggia e mi misi subito seduta. Fu come svegliarsi nel bel mezzo del deserto, a parte il mare a pochi metri da noi. Ma eravamo anche troppo vicini agli altri, che sembravano ancora dormire profondamente anche se, allo stesso tempo, potevano aver visto qualcosa che non dovevano assolutamente vedere.

«Ci ha visti qualcuno?», domandai, dando voce ai miei pensieri.

Damiano non disse nulla. Aveva i vestiti umidi e ora anche pieni di sabbia, mentre io ero ancora mezza nuda, come mi aveva lasciata lui, dopo avermi guardata, toccata e assaporata tutta la notte. E mentre mi rivestivo, nella mia mente rivivevo le immagini della sera precedente: io che entravo nell'acqua gelida, io che venivo trasportata sulla spiaggia dalle sue braccia, lui che mi baciava le labbra. Lo guardai, e nei suoi occhi vidi la stessa angoscia che provavo io.

«Mi dispiace», sussurrò.

«In che senso ti dispiace?»

«Non ci ho pensato. Non ho pensato che qualcuno potesse vederci.»

«Neanch'io ci ho pensato. Non devi scusarti», gli sorrisi.

«E invece sì. Avrei dovuto pensarci, ma avevo la testa completamente da un'altra parte. Quello che abbiamo fatto...»

«... è sbagliato? Davvero, Damiano? Vuoi ripetermi per l'ennesima volta che quello che abbiamo fatto è sbagliato? Eppure l'abbiamo fatto e rifatto. Ancora, ancora, ancora e ancora.»

«Volevo dire che...», sospirò, prendendosi una pausa prima di continuare. «Non possiamo, lo sai.»

Mi alzai in piedi e lo fulminai con lo sguardo.

«Siamo una band...», cercò di continuare.

No. Non avrei sentito un'altra volta quella ramanzina.

«Sì, Damiano, siamo una band. E non esiste nessuna legge che vieta di fare quello che abbiamo fatto. Non possiamo controllare i nostri sentimenti.»

«Sentimenti?», domandò sorpreso.

Anzi, sembrava proprio essere rimasto scioccato.

«Non avremmo dovuto fare quello che abbiamo fatto stanotte», disse rassegnato.

«Io credo che se qualcuno ci avesse visto, stanotte, avrebbe semplicemente pensato che stavamo dormendo insieme. E capita che due amici dormano insieme. E capita molto spesso che io e te dormiamo insieme.»

Si passò una mano tra i capelli.

«Non possiamo rischiare, Vic. Non possiamo rischiare di legarci così, in quel senso.»

«Noi siamo già legati, Damiano. Sei il mio migliore amico», urlai, ormai esasperata.

«Lo sai cosa voglio dire, Vic. Non fare finta di non capire. Ci sono diversi tipi di legame. Tu sei la mia migliore amica, ma provo anche una certa attrazione per te, da sempre, e lo sai, e mi dispiace se questo finisce ogni volta per rovinare tutto. Io ti voglio un mondo di bene, ma non... non sono cieco, okay? Sei stupenda. Ti vedo, ti voglio, ma non posso. Se lo facessi, finirei per...», si interruppe.

«Ti innamoreresti di me», conclusi per lui.

Ma come faceva a non accorgersi che io ero già innamorata persa?

«Okay, hai ragione. È meglio se dimentichiamo tutto, allora?»

Lui non rispose, così continuai io.

«E che differenza farebbe? Non cambierebbe proprio niente. Tra qualche notte ti ritroverei comunque nel mio letto.»

«Ora basta, Victoria.»

«Vattene!», gli gridai contro.

Non mi importava che gli altri ci avessero sentiti litigare. Avrebbero visto due amici che si urlavano contro, niente di più. Come quella notte, forse, avevano visto solo due amici che dormivano insieme sulla spiaggia.

«Vattene via!»

Lui ci pensò, fece un passo indietro, ma poi qualcosa dentro di lui si spezzò.

«Non ce la faccio», disse a bassa voce. «Cazzo, non ce la faccio.»

Avanzò verso di me, le mani già pronte a racchiudere il mio viso nella sua carezza. Il mio ultimo respiro sapeva di brezza marina, poi sentii la sua bocca sulla mia.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora