49. Andiamo a ballare?

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Gennaio 2018

L'aveva appena salutata e già gli mancava.

Quel giorno era stato particolarmente felice e sereno, e allora perché non appena si era sdraiato sul suo letto si era sentito di nuovo tormentato?

Non aveva senso sprecare del tempo prezioso a rigirarsi tra le coperte quando da sveglio aveva la possibilità di vivere della propria felicità.

Perché dormire e sperare di sognare, se poi la realtà era migliore di qualsiasi sogno?

Afferrò il telefono e compose il suo numero.

«Andiamo a ballare?»

Victoria non si sarebbe mai tirata indietro davanti ad un invito del genere, però si era domandata il motivo di quella insolita richiesta fatta da Damiano. Di solito, era lei che lo pregava di accompagnarla a ballare.

Aveva percepito la sua voce supplicante attraverso il telefono, e lei avrebbe fatto di tutto pur di veder tornare il sorriso sul suo viso. Perché la risata di Damiano valeva tanto per Victoria, voleva dire tutto. Quel ragazzo era il suo tutto.

Damiano a volte faticava a rendersi conto di essere importante per Victoria, perché non lo era mai stato per nessuno. O forse sì, ma mai un'altra persona aveva tenuto a lui come faceva Vic.

Lei avrebbe voluto che Damiano si potesse vedere attraverso i suoi occhi, così che finalmente potesse realizzare di essere una persona meravigliosa.

Quante volte Victoria aveva sperato di poter avere dei superpoteri, rubargli tutte le paure e trasformarle in immense gioie. Eppure lei era già l'eroina di Dam. L'unica che, con un solo sorriso, riusciva a fargli dimenticare la negatività.

Erano da poco entrati in quel locale e già Victoria aveva raggiunto il centro esatto della pista, seguita ovviamente da Damiano.

Lui la guardava mentre lei ballava in mezzo a tutta quella gente, ma era come se il mondo intorno si fosse fermato, o che non esistesse proprio, cancellato dalla sua bellezza.

Il suo sorriso, il modo che aveva di ridere con gli occhi, il modo in cui sapeva muovere il suo corpo maledettamente sexy.

Poteva sembrare che avesse un'aria innocente, ma quella ragazza era un guaio. Era riuscita a far perdere la testa a Damiano. Lo aveva fatto completamente impazzire. Lo aveva fatto innamorare. E quando il frontman dei Måneskin è innamorato, è la fine.

Damiano notò una coppia che ballava poco più in là. Il modo in cui si toccavano, il modo in cui si guardavano e poi si baciavano. E pensava a Victoria, a lei che baciava lui.

Era così dannatamente difficile starle accanto e non poterla baciare. Però, in fondo, non aveva altra scelta, se non quella di aspettare.

Non avrebbe nemmeno potuto desiderare altre mani, altri occhi, altre labbra. Non sarebbero serviti a niente, perché non erano i suoi.

Victoria era tutto ciò di cui Damiano aveva bisogno. Non l'aveva mai desiderata prima di conoscerla, non l'aveva mai desiderata prima che il destino facesse incrociare i loro sguardi. Ma ora non voleva altro che lei, con i suoi difetti, con i suoi sogni, con le sue paure.

Non l'aveva mai cercata in sogno e neanche nella realtà. Eppure, un giorno, era entrata nella sua vita e gli aveva stravolto l'anima.

Improvvisamente, quel buco nero di locale aveva finito l'aria.

«Damiano!»

L'aveva sentita, la sua voce squillante, che sovrastava la musica assordante.

«Damiano!»

Ma lui doveva uscire da lì. Si sentiva mancare l'ossigeno in corpo, aveva caldo e stava sudando come se avesse preso fuoco.

«Me spieghi che t'ha preso?»

Victoria l'aveva afferrato per un polso e lui, imprigionandole l'altro con la mano libera, l'aveva spinta contro al muro.

Le loro mani si erano staccate, ma i loro nasi continuavano a mantenere la distanza reciproca di due centimetri l'uno dall'altro.

Quegli occhi blu scrutavano i suoi in cerca di risposte, la loro pelle fremeva dalla voglia di sfiorarsi ovunque.

Il petto di Victoria si alzava e si abbassava a ritmo con i suoi respiri affannati, i quali scandivano i secondi che sarebbero passati prima che uno dei due desse una svolta alla situazione.

«Sei bella.»

Victoria portò una mano alla bocca, a mordersi le unghie. Non era mai stata brava con le parole, ma per fortuna i suoi occhi sapevano come esprimersi al meglio. Infatti, Damiano si era innamorato non solo della sua voce rassicurante, ma soprattutto di quegli sguardi spontanei e tanto teneri.

Quanti baci in sospeso avevano quei due?

Sempre ad aspettare di essere soli, di non essere visti, di non sentirsi osservati, di essere liberi di far volare l'amore.

Era quello il posto giusto?

Fuori dal locale, al buio, pochi ragazzi più in là con la sigaretta in mano e una birra nell'altra.

Era quello il momento?

Nel dubbio, si baciarono. E quei baci si riconoscono subito. Sono quelli che ti lasciano quel sapore e quella sensazione addosso, fin sotto la pelle, che rimane nei giorni. Sono quei baci che ti salvano la vita. Quei baci di cui non ne hai mai abbastanza.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora