24. Matta

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Aprile 2019

«Che cos'è questo?»

Damiano guardò l'immagine di Victoria riflessa nello specchio. Teneva un enorme reggiseno rosso tra due dita, come se le facesse impressione toccarlo.

«Un reggiseno?», disse, togliendo lo spazzolino dalla bocca e voltandosi verso la ragazza.

«E di chi è?», insisté lei.

«Tuo?»

«Lo sai benissimo che non è mio!»

Damiano amava prendere in giro la sua Vic. E amava ancora di più ridere del suo viso che si imbronciava e gli ricordava quello di una bambina indispettita.

«Ah, già. Le tue tette lì dentro ci starebbero cinque volte.»

Victoria dovette impegnarsi parecchio per riuscire a contenere le risate, e Damiano se ne accorse. Avanzò verso di lei, rubandole di mano l'indumento.

«Oh, guarda: ci hanno scritto il nome e pure il numero di telefono. Dopo chiamo la proprietaria e glielo restituisco.»

Tornò verso il lavandino a sciacquarsi la bocca ancora un po' cosparsa di dentifricio, ma Victoria proprio non ne voleva sapere di dargliela vinta.

«Perché te lo sei portato dietro? Non gli hai mai portati in camera con te.»

«Sei gelosa?», continuò a stuzzicarla.

«La mia non è gelosia, è paura.»

«E perché hai paura?»

«So di che cosa sono capaci le altre ragazze.»

«E allora?»

«E allora ho paura che ti portino via da me!», gridò infine.

Damiano scoppiò a ridere, anche se forse non avrebbe dovuto. Victoria non era mia stata più seria, non stava scherzando come invece lui aveva fatto fin dall'inizio.

«Stronzo!»

La ragazza corse via, mentre Damiano provò a urlarle di fermarsi, finché non sentì sbattere la porta.

Era sempre stato così, tra quei due. Litigavano per le sciocchezze, perché tutto ciò che riguardava Damiano era importante agli occhi di Victoria. Perché quel ragazzo era importante per Victoria.

Quando poi rimaneva solo, con le parole di Vic che gli rimbombavano in testa, Damiano si sentiva sempre uno stupido per averla presa in giro ingiustamente. E avrebbe solo voluto che lei fosse stata lì, prenderla e riempirla di baci, di carezze e di abbracci.

Non si era mai spiegato il motivo per cui tutto ciò accadesse, ma quella ragazza riusciva in qualche modo a fargli cambiare umore nel giro di pochi secondi. Quando, ad esempio, lui era incazzato con tutti, con il mondo in generale, in quelle orribili giornate storte in cui tutto sembrava andare nel verso sbagliato, bastava un suo messaggio, anche solo leggere il suo nome in cima alla notifica, per fargli tornare il sorriso.

Ora, però, era successo l'esatto contrario. Prima Damiano era felice, il concerto era andato alla grande, i fans avevano gonfiato il suo ego come non mai. Poi era arrivata lei, Victoria, nella sua stanza. Avevano litigato per una sciocchezza e ora si ritrovava con un gran giramento di scatole e con quel senso di malessere interiore che solo determinate persone sono in grado di curare.

In certi momenti, odiava quella biondina con tutto sé stesso. Così tanto che le avrebbe dato un calcio nel sedere che non si sarebbe mai più scordata.

Victoria era la sua gioia e il suo dolore. Ed era sempre stato così tra loro: un secondo si odiavano, l'altro si amavano.

Qualcuno bussò alla porta. Lui aprì, e Victoria entrò senza chiedere il permesso e si fermò in piedi in mezzo alla stanza, con le braccia incrociate nel petto, in silenzio.

Quella ragazza era proprio matta. Un giorno era dolce e l'altro arrogante, una volta timida e impacciata, l'altra intraprendente ed esuberante. Era come se mille universi fossero stati racchiusi in una sola persona.

Damiano si passò una mano tra i capelli, visibilmente esasperato. Perché nonostante il suo carattere tremendamente difficile, non desiderava altro che abbracciarla e tranquillizzarla, farla sfogare del caos che la divorava dentro per poi riempirla di teneri baci.

Damiano sapeva sempre come prenderla, la conosceva bene, la conosceva meglio di chiunque altro. Victoria sarà anche stata una ragazza dalle mille sfumature, ma era unica nel suo genere. Ed era l'unica certezza di Damiano in quel mondo tanto bello quanto complicato ed imprevedibile.

Il profumo dei suoi capelli aveva già inondato la camera, segno inconfondibile che si era fatta la doccia e che, magari, si era anche un po' schiarita la mente sotto il getto dell'acqua calda.

All'improvviso, lei sorrise. E Damiano avrebbe voluto rubarglielo, uno di quei sorrisi, ed incorniciarlo in un quadro da appendere al muro, sopra al letto. L'avrebbe guardato sempre, come prima cosa al mattino e ultima alla sera.

Victoria sapeva fregarlo con quel sorriso, perché quando lei sorrideva Damiano non capiva più niente. Non sapeva più parlare, non sapeva più pensare. E quando ti ritrovi disarmato davanti ad una donna, puoi fare solo una cosa: abbracciarla.

Così, Damiano la strinse forte tra le sue braccia, senza dire niente, senza pensare a niente. Perché, la maggior parte delle volte, i silenzi valgono esattamente quanto tutte quelle parole che vorremmo ma non riusciamo a dire. Perché l'amore non si spiega a parole, ma si può amare anche restando in silenzio.

Victoria sarà anche stata una ragazza un po' pazza, ma Damiano l'ha sempre amata da impazzire.

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora