105. Cuori spezzati (parte 2)

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Marzo 2024

«Ho dimenticato qualcuno? C'è qualcun altro a cui vuoi rovinare la vita?»

«Io non ho rovinato la vita di nessuno e di certo non ho rovinato la tua. Ti ho vista mentre baciavi quel ragazzo ieri sera.»

«Ero ubriaca!»

«Quindi?»

«Pensi davvero che io voglia un altro? Pensi che ce la faccia? Io non sono te, non riesco a cambiare ragazzo una volta al giorno. Vorrei non fossi tu, Damiano, la persona di cui non riuscirò mai a fare a meno, invece lo sei, lo sarai sempre.»

Victoria sbatté così forte il pugno sul tavolo che tremò tutto, ma il senso di dolore che la pervase non era niente in confronto alla voragine aperta nel suo cuore.

Non avrebbe voluto cedere così, ma il dolore la inondò tutta, come uno tsunami.

«Che cosa vuoi da me, Vic? Cosa vuoi che faccia?»

Victoria mosse un passo verso di lui, così piena di rabbia che avrebbe voluto sfogare lanciandogli un pugno in faccia.

«Che cosa voglio? Vorrei che tu capissi che cosa voglia dire essere sotto tortura ogni minuto del giorno e della notte perché desideri disperatamente quello che sai che non dovresti volere, qualcuno che a sua volta neanche ti vuole. E vorrei che gli altri si rendessero conto che non posso decidere io di chi innamorarmi, che se anche amassi il cantante della mia band questo non vorrebbe dire che saremmo destinati a perdere tutto. E che se, invece, decidessi di non amarlo, significherebbe non poter mai avere l'unica cosa che mi renderebbe davvero felice, oltre alla musica, oltre alla band.»

Avrebbe dovuto fermarla prima, farla stare zitta, prima che si spezzasse il cuore anche a lui.

Victoria si voltò dall'altra parte, per evitare l'espressione sul viso di Damiano, e per nascondere le lacrime cadute contro la sua volontà.

«Hai ragione. Ho fatto di tutto perché tu non mi amassi.»

Victoria finalmente lo guardò negli occhi.

«È così brutto essere amati da me?»

Tremava ancora, da quando erano arrivati a casa non aveva smesso, ma non era più per il freddo.

«Sembrava la scelta giusta, all'inizio, essermene andato da te. Poi è diventata la scelta peggiore della mia vita.»

«Dovremo imparare a conviverci», disse sconfitta. «In qualunque modo vogliamo chiamare quello che abbiamo, dobbiamo ricordare che la band viene prima, che noi quattro veniamo prima di noi due, che noi due come amici veniamo prima.»

Silenzio. Si sentiva solo la pioggia battere sui vetri.

«Dovrò imparare ad andare d'accordo con la sfilza di ragazze che porterai a casa», sorrise amaramente.

«Non ci saranno altre ragazze», le disse.

Victoria rimase immobile mentre Damiano prendeva il suo viso tra le mani. La guardò negli occhi, sempre luminosi e azzurrissimi.

«Che stai facendo...»

Ma la bocca di lui si posò sulla sua. Victoria lo strinse con disperazione e gli rimase aggrappata come se potesse finire tutto in un istante, in un battito di ciglia.

Sembravano passati mille anni dall'ultima volta che si erano spogliati e sentiti pelle contro pelle.

«Victoria...», cominciò.

Io ti amo, stava per dirle. Non è mai stata Liv, o tutte le altre ragazze, ma solo e sempre tu.

«Scusa, non dovremmo...»

«Zitto, ti prego. Non dire niente.»

Victoria non voleva sentire niente di ragionevole, non voleva nessun discorso sensato che avrebbe di certo interrotto tutto ciò. Non voleva dare nessun senso logico a quel momento, solo viverlo, perché lo stava aspettando da troppo tempo.

«Mi sei mancato così tanto... Ho bisogno di questo, anche se è sbagliato, anche se domattina dovremo fare finta che non sia successo niente e dimenticare tutto.»

«Ci faremo male. E io non voglio farti male.»

Lei gli afferrò il polso e portò la mano sul suo petto, all'altezza del cuore.

«Spezzamelo. Fammi male. Ti do il permesso.»

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora