73. Toscanaccio

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"Per te ci sono e tu ci sei,
Non servono parole„

Emis Killa

Paulo

«Ezechiele?» mi chiamò Velia, prendendo la chiave di una Ferrari da me non meglio identificata. «Guidi?»
«Ancora con questa storia?» sbuffai.
«Non è la macchina più costosa. Tieni.» mi porse la chiave della vettura.

«Dai, Vel, se mi tamponano?» cercai di accampare una scusa plausibile: io tenevo da morire alle mie macchine ed ero piuttosto restio nel lasciarle guidare a chissà chi.
«Mai sentito parlare di assicurazione?» sorrise, sorniona.

«Sei ingestibile.» scossi la testa.
«Facciamo così: scegli, sii l'artefice del tuo destino.» nascose due chiavi sotto due tazze, scambiandole di posto varie volte.
«Come minimo, qualunque cosa esca, dovrò guidare io.» sbuffai, poi scelsi una delle due tazze.

«Hai la patente della moto?» agitò la chiave che mi era capitata.
«No.» sorrisi, convinto di averla scampata.
«Ottimo. Quindi, o vieni in moto con me, o guidi lei.»
«La Ferrari di prima? E perché non guidi tu?»
«Perché non hai la patente della moto e la Ferrari Monza SP1 ha un solo posto.» mi spiegò, ovvia.

«Non ti chiedo neanche perché non possiamo prendere una sola macchina.» afferrai la chiave.
«Perché c'è traffico e devo andare a recuperare Tommi. Con la moto ci vuole molto meno.» scrollò le spalle. «Quindi, se non vuoi tornare a piedi...»
«I ricatti non sono punibili a norma di legge o una cosa del genere?» le chiesi, lasciandole un buffetto sul naso, che lei arricciò.

«Essere con te non ha prezzo.» mi sorrise, mentre prendeva il casco. «Ti aspetto fuori dal cancello, dovresti essere in grado di trovare la macchina, è l'unica monoposto. V12, 810 cavalli, velocità massima che supera i 300 km/h. Devi mettere il casco perché praticamente non ha il parabrezza.» mi lanciò l'oggetto in questione. «Ti amo.»
«Anche io.» scossi la testa, entrando in garage.

**********

Velia

«L'hai perdonato?» Linda mi bloccò non appena misi piede sul piano vasca.
«Ciao Lin, io tutto bene, tu?» sorrisi, poi salutai gli agonisti che erano già lì. «Avevamo torto entrambi e non ha senso tenere il muso, non abbiamo più tre anni.» scrollai le spalle. «Oggi scale?»
«Certo, è giovedì.» annuì, non troppo convinta della riapparizione di Paulo.

«Speravo di scamparla.» sbuffai, mentre mi toglievo la maglietta ed i pantaloncini. «E poi non sono in ritardo, mancherà sì e no mezza squadra.» indicai il piano vasca pressoché vuoto.
«Non sei in ritardo ma prevenire è meglio che curare. Dybala è quello che vuoi? Non ti ha ancora staccato gli occhi di dosso da quando siete arrivati.»

«È un maniaco, gliel'ho già detto.» alzai gli occhi al cielo. «Ma fa lo stesso, meglio guardi me piuttosto che le altre, no?»
«Contenta tu, contenti tutti.»
«Cos'è, hai litigato con Bernardeschi?» la spintonai appena. «Non puoi essere presa così male, se sono con lui» accennai a Paulo «mi sento sulle nuvole e, sinceramente, non mi va che tu mi rovini l'umore.»

«Non ho...» provò a cercare una scusa.
«Ah, beccata!» scoppiai a ridere, mentre salutavo un paio di ritardatari. «Potremmo sfruttare Paulo per...»
«No! Non voglio avere niente a che fare con quel Toscanaccio.» storse il naso.
«Eh, adesso, Toscanaccio.» dissi, esagerando volutamente il tono. «Vado a parlare con Paulo.»

«Ti piazzo una simulazione di gara all'inizio dell'allenamento.» mi minacciò.
«Fai pure. Anzi, piazzala a tutti, non sia mai che ci scappi un personale.» mi incamminai verso gli spalti.
«Sei ingestibile!»
«Me l'hanno già detto, stamattina.» alzai le spalle.

Un verso di frustrazione mi seguì sulle scale, al che sorrisi appena, raggiungendo Paulo.
«Guardare gli altri che fanno allenamento, con te qua, potrebbe essere più divertente.» l'Argentino mi posò una mano sulla coscia.
«Anche per me, fidati. Riscaldamento, simulazione di gara, scale.» sbuffai. «Detesto le scale.»

«Su, su, su, che ci sono io qui.» mi lasciò un bacio umido sulla guancia.
«Nuoti tu?» abbozzai una risata.
«Sì, per stare qua fino a domani.» rise anche lui.
«Potremmo stare qua fino a domani lo stesso, mi sono beccata la simulazione di gara perché ti sono venuta a parlare. Ieri c'era Bernardeschi, oggi no. Linda ha detto che hanno litigato.»

«Ecco perché ieri sera mi ha rotto le palle mezz'ora.» sbuffò. «Poi sono loro che devono farci da consulenti di coppia. Assurdo. Adesso lo chiamo, per il puro gusto di sfotterlo.»
«Che infame.» risi. «Vabbè, io scendo che ci siamo tutti, altrimenti Linda mi piazza un'altra simulazione e stiamo qui davvero fino a domani.»

«Fai il tuo personale e dimostrale che nessuno ci può fermare.» guardò l'acqua della piscina, che iniziava a muoversi grazie ai primi tuffi.
«Alla mattina? Faccio una fatica terribile, alla mattina.» arricciai le labbra in una smorfia.
«Vel?» mi prese il viso tra le mani. «So che un paio di ragazzi nuotano il mezzofondo. Vai lì e distruggi il tuo personale, hai anche dei riferimenti.»

«Ci provo.» fissai i miei occhi, verdi, nei suoi, cerulei.
«Ci riesci. Dai bella, ti aspetto qui.» soffiò, sulle mie labbra.
«Va bene.» risi, posando le mani sulle sue.
«Ti amo, sempre.» mi diede una pacca sul sedere, lasciandomi andare.
«Ezechiele!» lo rimproverai.
«Ti amo, te l'ho detto.» rise, mentre io scendevo le scale.


velia

Costume verde pigiama, sorriso finto di chi sa che dovrà passare le prossime quattro ore in piscina e voglia di vivere sotto ai piedi

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Costume verde pigiama, sorriso finto di chi sa che dovrà passare le prossime quattro ore in piscina e voglia di vivere sotto ai piedi. Buongiorno buongiorno paulodybala grazie per essere il nostro fotografo di fiducia💙
caelebdressel (il terzo ragazzo a partire da sinistra) your hair's always fantastic, bro, proud of you

paulodybala Io l'avevo detto che era meglio restare a dormire💚
  velia paulodybala Poi nuoti tu a Glasgow?
  paulodybala velia Non so se ti conviene
caelebdressel I know girl, that's why I'm proud of my hair😇
  velia caelebdressel 🤨

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