96. Hype

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"Sai che sei innamorato quando non vuoi addormentarti perché la realtà è migliore dei tuoi sogni„

Dr. Seuss

Milano, 18 Agosto 2019

«Tutti quelli che mi conoscono, qui dentro, sanno che non sono io, dei due, quello capace con le parole. Le tue promesse saranno bellissime e, probabilmente, oggi, per la prima volta nella storia, l'acqua alta sarà a Milano e non a Venezia a causa dei fiumi di lacrime che esse genereranno, ma...» iniziò Paulo, rivolgendosi a Velia.

«Non creare tutto questo hype, che poi deludo le aspettative.» commentò lei, facendo ridacchiare gli invitati.
«È quello il mio scopo: solo così le mie promesse faranno meno pena.» l'Argentino alzò le sopracciglia.

«Si dice che dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna. Ora, io sono oggettivamente un grande uomo, perché ho imparato a sopportare le tue partite a calcetto con Berna alle sette del mattino, utili solo a svegliare la mezza Torino che, quel giorno, non lavora, a non prendermela quando mi rinfacci tutte le volte in cui la Juve ha perso una finale di Champions, a trovarti delle rose azzurre anche quando siamo in capo al mondo, a fare finta di niente se mi stritoli una mano durante le gare di Vale, a capirti quando non vuoi dirmi qualcosa ed infarcisci il discorso con giri di parole impossibili.» sorrise.

«Quindi sì, sono senza ombra di dubbio un grande uomo.» Paulo annuì a se stesso, facendo sorridere Velia. «Ma sei stata tu a rendermi tale, mi hai regalato un sogno e poi l'hai trasformato in realtà. Nella vita tante persone mi hanno deluso e tante cose sono andate nel verso sbagliato, un po' per colpa mia, un po' perché, forse, doveva andare così.» sussurrò, gli occhi lucidi.

«E nonostante me la sia presa, a novembre, quando eri a Valencia con Nicolò - so come si chiama, anche se sei troppo divertente quando ti arrabbi per queste cose, facendone una questione di Stato - ha ragione, quando dice che sei un angelo. Posso solo essere fiero di averti al mio fianco, Amor, e spero di riuscire a dimostrartelo fino alla fine dei nostri giorni, rendendo la tua vita la migliore possibile.»

Velia aveva le guance rigate di lacrime, alla faccia di tutto quel trucco che Linda voleva costringerla a farsi spalmare sul viso, con la sicurezza che sarebbe riuscita ad evitare di piangere al proprio matrimonio. Come se fosse facile, per una sposa, non piangere al proprio matrimonio. Al proprio matrimonio, con un certo Paulo Dybala.

«Vale dice sempre che il mio più grande difetto è quello di pensare troppo, senza riuscire a dare una risposta alle cose.» Velia prese il microfono, tornando a nascondere quel mare di emozioni che non era solita lasciar trasparire. «D'altronde, quando spendi la maggior parte del tuo tempo a fare avanti e indietro in una piscina, fissando la linea nera sul fondo della vasca, mentre ascolti il rumore delle tue bracciate che rompono l'acqua e cerchi di non distruggerti le mani contro la corsia, non è che ti resti molto altro da fare.»

«Pensi, e anche tanto. Realizzi che hai trascorso un'intera vita a nuotare controcorrente in quelle fantastiche vasche Jacuzzi per le quali ti chiamano a fare sponsorizzazioni ovunque.» sorrise. «E, proprio in quel momento, capisci che aveva ragione Ovidio: "Nec vincere possis flumina, si contra quam rapit unda nates." Non puoi sconfiggere i fiumi, se nuoti contro l'impeto dell'onda.»

«Con te dovevo solo assecondare la corrente, lasciarmi andare, aspettare che fosse un'onda a riportarmi indietro. Un brivido nauseante, per me, che di mestiere faccio l'opposto. Era come vivere sottosopra: le certezze si frantumavano, le abitudini scomparivano. Per questo costringevo tutta me stessa a trovare un non so che di sbagliato in te e, più lo cercavo, meno lo trovavo.»

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