"Su la favola bella
Che ieri
T'illuse, che oggi m'illude,
O Ermione„Gabriele D'Annunzio
«Vel!» Valentino strattonò la sorella contro il suo petto, sostenendola per i fianchi onde evitare che cadesse. «Stai bene?» sussurrò poi, con un tono di voce bassissimo, attento a non farsi sentire dagli altri.
«Mai stata meglio.» rispose lei, sarcastica.
«Velia...»
«Davvero, sto bene. Andiamo a sposare questi due.» trascinò il fratello verso l'altare.«Velia.» la richiamò lui, per venire bellamente ignorato dalla ragazza. «Velia!» si bloccò in mezzo ai banchi tra cui stavano dando spettacolo. «Fermati.»
«Cosa?» si voltò lei, seccata.
«Non puoi, non possiamo.» cercò di farla ragionare.
«Ah sì? Peccato che dobbiamo. Ti pare ci abbiano lasciato una scelta? No, non abbiamo mai potuto scegliere. Mai. Cosa non ti è chiaro della parola mai?»«Velia! Adesso basta.» la prese per le spalle, scuotendola appena. «Cos'hai nel cervello? Cosa? Sei totalmente impazzita. Non credi nemmeno tu a quello che stai dicendo. Non sei seria, non puoi esserlo. Stai sragionando. È assurdo.»
«Non è assurdo. È la nostra vita. Quella di cui siamo privi dal giorno in cui è iniziata. Qual è il giorno più bello della tua vita? Quello in cui sei nato?» si divincolò dalla presa ferrea del fratello, che sembrava non averla scalfita nella sua finta calma esteriore.«Sì, magari.» continuò. «Se fossi morta, mi rivolterei nella tomba a sentire certe idiozie. Posso farvi una domanda?» si rivolse ai genitori, che la guardavano, a metà tra l'allibito per la scenata e l'entusiasta per il tentativo di non mandare a monte il matrimonio.
«È nelle tue facoltà.» rispose il padre.
«Perché è sempre stato tutto così complicato?»
«Perché siete nati e non è giusto.»«Quello che sapevamo, no? Sarai contento, adesso che ce l'hanno detto, vero Valentino?» riprese il suo monologo.
«Sono tutte stupidaggini.» riprese il ragazzo.
«Sì. Sì, hai ragione. Sono tutte stupidaggini. L'amore, se in fondo ci pensi, funziona nelle favole. Ed i nonni erano la nostra favola. Ma le favole finiscono, lasciandoti l'amaro in bocca, perché troppo presto ti rendi conto che solo quei due maledetti sovrani "vissero per sempre felici e contenti". Che poi, vissero. Passato remoto.»Mauro fissò la sua amica, basito e spaventato allo stesso tempo: quella non era la sua princesa. Dovevano averle fatto un accurato lavaggio del cervello. Oppure le erano state inculcate in testa cose assurde. Oppure aveva sofferto molto più di quello che credevano tutti, Valentino compreso: era evidente come la situazione gli stesse sfuggendo di mano.
«Anche D'Annunzio lo dice, "la favola bella che ieri t'illuse, che oggi mi illude". Cosa siamo, rispetto alla grandezza dell'universo? Niente. Le nostre preoccupazioni sono bazzecole. Noccioline. Illudiamoci che le cose possano finalmente sistemarsi, facciamolo pure. È un quarto di secolo che ciò dovrebbe accadere e non è mai successo niente.» Velia proseguì il suo monologo.
«Sai, non tutto il male vien per nuocere: in questi giorni ho imparato a stare da sola, ho capito che posso stare da sola. Loro» indicò genericamente i suoi genitori «ti hanno allontanato da me, privandomi dell'unica famiglia che ho avuto in 24 anni. Eppure sono qui, sei qui, siamo qui. Vivi e vegeti, no? E siamo rimasti soli. Possiamo farlo ancora. Possiamo sopravvivere.»
«Io voglio vivere, non sopravvivere.» sussurrò Valentino, sconfitto, perché sapeva che il discorso della sorella era la verità. In 24 anni tutto quello che era stato fatto dai loro genitori aveva avuto un unico fine: ammetterli ad un'alta società della quale non volevano far parte. E se anche sua sorella si era dovuta rassegnare, solo l'intervento di qualcun altro avrebbe salvato la situazione.
«Io voglio sposare Paulo, non Mr Macchina. Come la mettiamo?» lei abbozzò un sorriso. «Non ce la faccio.» sospirò poi, aggrappandosi con forza alle spalle del fratello. «Vale...» singhiozzò. «Perché sempre a noi? Perché?»
«Perché la fortuna è la dea bendata ma la sfortuna ci vede benissimo.» lui le accarezzò la schiena, coperta da un leggero strato di tulle ricamato, affondando la testa tra i suoi capelli.Paulo osservava la scena a distanza, in un turbinio indescrivibile di emozioni e sensazioni. Non aveva la più pallida idea di cosa fare; era pietrificato, ma allo stesso tempo sentiva la necessità di raggiungere Velia; il suo cuore era diviso in due, una parte faceva le capriole alle parole positive che la bionda spendeva nei suoi confronti, l'altra rischiava di frantumarsi in mille pezzi a causa della situazione in cui si trovavano.
«Questa buffonata sta durando anche troppo.» il padre prese i due figli per le braccia, trascinandoli all'altare. «È ora di darci un taglio.»
«No... per favore.» lo supplicò Valentino. «No, no, no, no, io, noi non...» si impuntò.«Voi non niente. Celebri questo matrimonio.»
«I ragazzi non sono qui di loro spontanea volontà, lei li ha costretti.» si oppose il sacerdote.
«Chi ti paga? Io. Celebra questo matrimonio.» l'uomo agitò l'indice davanti alla faccia del religioso, minacciandolo.Continua...
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Da Milano col pallone
FanfictionQuando, alla fine del 2017, Paulo Dybala aveva lasciato la sua storica ragazza, Antonella Cavalieri, non si aspettava che Federico Bernardeschi lo coinvolgesse in un vero e proprio inseguimento, organizzato al solo scopo di trovare una nuova fidanz...