"Penso di essere più intelligente della media ma giuro che non mi interessa dimostrarlo„
Mario Balotelli
Paulo
«Paulino!» esclamò Berna, spettinandomi i capelli.
«Ciao.» lo liquidai, senza troppa attenzione.
«Su con la vita, il gatto di Antonella ti ha mangiato la lingua?» mi chiese. «Che poi, quella palla di pelo biancastra non può essere definita gatto...» borbottò tra sé e sé.«Che c'entra lei adesso?»
«Boh, so solo che crea problemi anche quando non c'è.» si discolpò.
«Ho quasi litigato con Velia.»
«O ci hai litigato o no, Paulo, non è che forse, per caso, magari, avete discusso.» assottigliò lo sguardo.«Era al telefono con suo fratello.» iniziai a spiegare.
«E tu hai origliato?»
«Mi lasci parlare?» sbuffai. «E parlava di suo figlio.»
«Ha un figlio? Cambia fidanzata.»«Non stiamo insieme!» mi passai una mano tra i capelli. «Mi ha anche detto di non avere un figlio.»
«E ti fidi?» chiese.
«Perché no?»
«Perché sì?» obiettò.«Io volevo un parere intelligente, non ulteriore casino in testa.» mi lamentai.
«Io sono super intelligente, per chi mi hai preso?» sfoderò tutta la modestia che possedeva. «Hai cercato su internet?»«No, ti ho appena detto che mi fido di lei.» presi posto accanto a lui sulla panchina dello spogliatoio.
«Allora cerco io.» estrasse il cellulare da una tasca, sbloccandolo con l'impronta digitale.
«Fa' quel che vuoi, a questo punto...» borbottai.«Ecco dove l'avevo già vista!» esclamò lui, mentre smanettava freneticamente sullo schermo dello smartphone.
«Dove?»
«Non hai finito di dire giusto adesso che ti fidi, che non la cerchi su internet e bla bla bla?» mi fece il verso, nascondendosi dietro l'aggeggio elettronico.«Perché prendi sempre tutto alla lettera?» mi lamentai.
«È stata fidanzata cinque anni con Mario Balotelli e tre con Marcus Ericsson.» sciorinò subito, ridendo.
«Chi?» storsi il naso.
«Marcus Thorbjörn Ericsson, pilota Svedese di Formula 1, del '90.» mi spiegò.«Ah, adesso sì che continuo a non sapere chi sia.»
«Hai presente la Formula 1? Quello sport in cui ci sono dei tipi che girano per due ore in macchina su una ventina di circuiti diversi sparsi per il mondo?» imitò quella che, secondo lui, sarebbe dovuta essere una macchinina, agitando un indice in aria.«Adesso sì. Quindi quel tipo guida una di quelle macchinine a cui cambiano le ruote velocissimamente?» chiesi, mentre mi impappinavo nel pronunciare quell'avverbio difficilissimo e scavavo nella mia mente per trovare un qualcosa che mi ricordasse la Formula 1.
«Esatto!» esclamò. «Allora c'è qualcosa in questa testolina vuota.» bussò sulla mia scatola cranica con aria indagatrice.
«Ma quindi...» lo ignorai. «Se è stata con Mario cinque anni, vuol dire che ha passato più di un quinto della sua vita con lui.»«Sai ancora far di conto, bravo.» mi prese in giro.
«E se togli i primi dieci anni in cui siamo del tutto incoscienti, è più di un terzo con lui e più di un quinto con quell'altro: un sacco di tempo!» scossi la testa.«Mario è a Nizza, cosa te ne frega?»
«Non voglio credere che abbia dei figli, è troppo surreale.» mi passai una mano tra i capelli.
«Perché, non è surreale che Mario stia con la stessa persona cinque anni, anche senza giocare in Italia?»«Sì ma... non lo so, non ci credo. Se ha sempre giocato o nuotato, dove ha messo il bambino?»
«Avrà una sosia...» suppose lui, sfottendomi.
«Sono in una situazione disperata, piantala!» gli lanciai addosso una maglietta.«Ti fai troppe paranoie, Paulo, se vuoi portala a letto e basta. Mal che vada sposi una a caso ed adotti un bambino Africano.»
«Vuoi adottare un bambino Africano?» urlò Douglas, entrando con la delicatezza di un bisonte.
«Chi vuole adottare un bambino Africano?» gridò a sua volta Juan, dopo aver lanciato il borsone per terra.
«Dybala!» rispose loro Bernardeschi.«Non voglio adottare nessuno, ragazzi, che peso che siete.» mi lamentai.
«Velia lo ha mollato sul marciapiede in pigiama da solo perché doveva tornare a Milano e lui c'è rimasto male.» spifferò l'infame.
«Non ero in pigiama, ero in pantaloncini.» lo corressi.«Certo che hai un gusto fantastico nello sceglierti le tipe.» s'intromise Gonzalo, meritandosi uno scappellotto sulla nuca da parte mia.
«Andate a quel paese tutti.» condussi senza volerlo il gruppetto sul campo dell'allenamento.«Ragazzi, prima di iniziare.» esordì il Mister. «Tra due domeniche c'è la cena di Natale della società. Non voglio ritardi dovuti a mogli, fidanzate o quello che sono.» spostò lo sguardo su di me.
L'anno precedente quella specie di palla pelosa di Antonella aveva avuto la brillante idea di vomitarle addosso quando ormai era già in ghingheri per la serata. Io ero scoppiato a ridere nel giro di tre secondi, mentre lei urlava, spaventando la bestia, che scappava e sporcava ovunque.
«Non è stata colpa mia, quella volta.» alzai le mani, circondato dalle risate dei miei compagni, mentre ricordavo quello che sarebbe stato il giorno più divertente della mia vita, se solo la reazione di Antonella fosse stata appena più pacata.
«Non mi interessa, vedi di arrivare in orario. Di corsa, adesso, che è tardi.»
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Da Milano col pallone
FanficQuando, alla fine del 2017, Paulo Dybala aveva lasciato la sua storica ragazza, Antonella Cavalieri, non si aspettava che Federico Bernardeschi lo coinvolgesse in un vero e proprio inseguimento, organizzato al solo scopo di trovare una nuova fidanz...