"E tutto è perfetto,
Tutto somiglia a te.
Un anno va, bellissimo,
Così com'è„Tiziano Ferro
Torino, Novembre 2018
Velia
«Pau!» saltai in braccio all'Argentino che, appena tornato dall'allenamento, per poco non rischiò di farci piombare entrambi sul pavimento.
«Vel, mi fai cadere!» si lamentò fintamente, guardandomi negli occhi. «Come mai così felice?» fece combaciare le nostre fronti.
«Wan ed Anto. Sono riuscita a farle desistere dall'organizzarci il matrimonio.» trillai, entusiasta.«Mi stai dicendo che possiamo trovare una data senza che quelle due harpías ci...»
«Non sono due arpie!» difesi le mie amiche. «Ma le ho convinte a pensare ad altro. Anche perché, come hai giustamente detto, non abbiamo una data.» afferrai un calendario da tavolo che, per qualche assurdo motivo, Paulo aveva in giro per casa.«In inverno fa freddo. E c'è brutto.» espose il suo punto di vista, iniziando a prepararsi il mate.
«In estate fa caldo. E si suda.» obiettai.
«Meglio caldo che freddo.»«Il contrario, semmai. Non puoi tirare fuori la tua indole Sudamericana proprio adesso.» arricciai il naso, contrariata. Per me il freddo era... era tutto ciò che aspettavo durante l'estate e tutto ciò che mi godevo durante l'inverno.
«Prendiamo il calendario e scegliamo una data.» sfogliò velocemente le pagine su cui erano stampate le settimane del 2019. «Gennaio no, è presto e fa freddo. Febbraio idem.»
«Occhio che dobbiamo beccare una settimana in cui non ci siano Campionato, MotoGP e Formula 1. Sarà durissima, quasi impossibile.» lo avvisai.«Dobbiamo considerare anche quei tizi che girano in tondo sulle macchinine?» spalancò gli occhi. «Non troveremo mai una domenica libera.» borbottò, l'espressione corrucciata.
«Non è che non la troveremo, è che dobbiamo trovarla.» presi l'iPhone, cercando il calendario della MotoGP, della Formula 1 e della Serie A su internet.«10 marzo. Prima è troppo prima. E lo sto facendo solo per te, c'è troppo freddo per i miei gusti.»
«Troppo prima, ci sono le moto e voi giocate.»
«Iniziamo già malissimo. Il 17 giochiamo ancora.»
«E comincia la Formula 1. Il 24 è libero.»
«Troppo vicino alla data del parto.» scosse la testa.«Mancherà ancora un mese.» arricciai il naso.
«Appunto. Troppo poco.» sorseggiò il mate, prima di proseguire con la calendarizzazione dei vari eventi che ci impedivano di celebrare le nozze.
«21 luglio, tra Silverstone ed Hockenheim per la Formula 1. 18 agosto, tra Spielberg e Silverstone per la MotoGP. Scegli.» posai la penna sul tavolo. «Per me è del tutto indifferente, sull'estate hai libera giurisdizione.»«Chi vince in Formula 1?» mi chiese, a bruciapelo.
«Così, a caso? Senza che sia ancora iniziato il Campionato? Lewis. Sicuro. Almeno a Silverstone.» pronosticai.
«Ed in MotoGP?» si massaggiò il mento.
«A Spielberg il Dovi. A Silverstone è difficile, magari piove, come quest'anno, e non corrono.»
«Allora 18. Quel tizio di Forlimpompoli mi sta simpatico, molto più dell'Inglese.»«Non possiamo partire dal presupposto che Lewis ti stia antipatico a prescindere.» sbuffai.
«Non possiamo nemmeno partire dal presupposto che mi stia simpatico a prescindere.» obiettò lui. «E non è detto che sia così.»
«Tu» lo minacciai con la penna «stai provando a farmi credere che ci sia la remotissima possibilità che Lewis ti stia simpatico? Pff.» scoppiai a ridere.
«Lewis potrebbe essermi indifferente.» si imbronciò.«Ah sì? Potrebbe?» alzai le sopracciglia.
«Potrebbe. Se non parlasse solo Inglese. Se non ti stesse addosso ogni due per tre. Se la piantasse di invitarti a guidare quell'accidente di macchina.» iniziò a contare sulla punta delle dita, frustrato.
«Guidare macchine è il suo mestiere, non ci vedo niente di male.»
«Anche prendere a calci un pallone è il mio mestiere, ma mica ti invito a farlo. È come se un tassista ti invitasse a guidargli il taxi. O un postino ti facesse consegnare la posta.»«Non so quanto consegnare la porta possa essere divertente.» arricciai il naso. «Fatto sta che Lewis viene e su questo non si discute, così come tu non discuterai con lui.»
«Se tu non avessi solo amici maschi...» mi punzecchiò una spalla con l'indice, sorridendo.
«Ma piantala che la metà dei miei amici è anche tua amica.» lo allontanai leggermente da me.«Mi mandi via?» si indicò, di un passo più scostato.
«Sì, perché mi fai sempre arrabbiare.» incrociai bambinescamente le braccia al petto, con aria di sfida.
«Io non ti faccio mai arrabbiare, sei tu che ti arrabbi.» ribatté lui, divertito dalla situazione.
«La criatura non la pensa così.» mi accarezzai la pancia. «Ha appena detto che è d'accordo con la mamma.» afferrai Paulo per un braccio, costringendolo a venire verso di me.«È di parte, non vale.» ridacchiò lui, assecondandomi.
«Senti.» gli feci appoggiare una mano sulla mia pancia, da dove si iniziavano a percepire i primi calcetti della nostra bambina, che chiamavamo genericamente criatura perché non ci eravamo ancora posti il problema di trovarle un nome vero e proprio.«A me ha detto che ha ragione il papà, come la mettiamo?» l'Argentino mi sorrise, gli occhi leggermente lucidi per la gioia di sentire per la prima volta la nostra bambina. «Ti amo.» mi cinse la vita con un braccio, accarezzandomi la schiena. «Sei tutto quello che ho sempre desiderato.»
«Ezechiele, gli ormoni. Mi fai piangere, se incominci a dire queste cose.» posai le mani sul suo petto muscoloso.
«Io che provavo ad essere romantico...» sbuffò lui, accarezzandomi una guancia.
«Ti amo anche io.» soffiai sulle sue labbra. «Tanto, tantissimo.» lo sentii sorridere mentre lo baciavo. «È tutto perfetto, con te.»
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Da Milano col pallone
FanfictionQuando, alla fine del 2017, Paulo Dybala aveva lasciato la sua storica ragazza, Antonella Cavalieri, non si aspettava che Federico Bernardeschi lo coinvolgesse in un vero e proprio inseguimento, organizzato al solo scopo di trovare una nuova fidanz...