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Lo ignorata per tutto il giorno. Non mi importava come ci fosse rimasta in macchina. Avevo trent'anni da quando ero arrivato non faceva altro che darmi del puttaniere. Non sapeva niente di me. Si era messa in testa che ci provavo con tutte. Forse il mio atteggiamento poteva essere fratendinbile. Lo capisco. Ma ogni volta darmi delle colpe senza senso non era giusto. È vero forse lei mi piaceva nonostante io la conoscessi da solo quattro giorni. Ma non ero ancora entrato nella parte di provarci. Era il mio capo non potevo permettermi di perdere anche questo lavoro. Avevo preso un appartamento a Roma dopo l'ennesima discussione con mia sorella sono andato via definitivamente. Tante cose erano cambiate nella mia vita. Avevo sofferto tanto. E sapevo che non avrei sopportato altro dolore. Non avrei concesso il mio cuore a nessun altra se non che amassi quella persona alla follia.
“ che succede?” Anna mi chiede mentre chiudo cassa.
“ nulla perché?”
“ tu ed Emma.. vi siete ignorati per tutto il giorno. Non avete detto una parola. Lei è stata tutto il tempo la dietro”
“ chiedilo a lei. Sei la sua amica”
“ io invece lo voglio sapere da te”
“ e perché mai? Sono uno sconosciuto. Anzi riportala tu a casa la ragazza. Che tanto con me avrà da ridire” le dico lasciandole il quaderno tra le mani andando a prendere il telefono dallo stipetto e il giubbotto.
“ in che senso?”
“ nel senso che hai capito.. ero passato per vedere se stesse bene visto che alle 9 non aveva ancora aperto. Ma evidentemente non ha gradito molto la cosa, in macchina ha fatto una scenata e adesso la riporti tu ”
“ Simone che stai cercando di fare?” mi chiede.
“ io niente. Volevo essere carino. Se non fosse per me Lucia non le avrebbe mai mandato i profumi perché lei non ci sarebbe andata per orgoglio di chiedermelo. Se non fosse per me ieri notte che lo aiutata.. era ancora lì che scriveva tutti quei codici. ”
“ l'ho sempre fatto da sola. Guarda che non c'è bisogno che dici alla mia amica certe cose. Non rinfacciarle se non volevi farle” alzo gli occhi al cielo. Stava travisando tutto di nuovo.
“ ma perché travisi sempre tutto? Non stavo rinfacciando nulla. Le stavo spiegando perché tieni il muso tutto il giorno”
“ sei solo un bambino che vuole il giocattolo... Non lo avrai. Non avrei niente da me”
“ ma chi ti sta cercando! Senti Emma fai come cazzo ti pare. Verrò solamente a lavoro senza essere cortese. ” apro la porta ed esco. Inspiro l'aria fredda che faccio entrare nei polmoni.
“ stai giocando sporco”
“ rientra con la tua amica. Il viaggio sarà più piacevole. A domani” le rispondo. So che è dietro che mi sta ascoltando. Se lei mi trattava da sufficiente adesso anche non ci stavo più. Ok va bene, rimproverarmi per gli atteggiamenti a lavoro, ok non sarò stato una persona modello ma sono stato anche buono. Ma ero stanco sinceramente
“Simone torna indietro. Anna ha da fare non mi può portare a casa” protesta ancora ferma sulla porta del negozio.
“ non ci penso nemmeno. Stamattina hai fatto un casino per essere solamente venuto a prenderti. Chiama un taxi ”
“sei uno stronzo!”
“ anche tu” salgo in macchina e sfrecciò via verso casa. Sarei rimasto da solo ma non mi importava in quel momento. Non capiva che volevo solamente iniziare ad avere un rapporto civile come tutti quanti. Invece lei si mette mille preoccupazioni.

...

La mattina seguente arrivo al negozio. Emma non c'è all'entrata ma neanche Anna. Credo che la prima sia dietro nel magazzino a controllare le scatole.  Credo che per una donna sia il lavoro più difficile anche perché poi oltre a trasciverli doveva sistemarli a dovere in modo che non si rompessero.
Non avevo dormito molto. Il telefono aveva squillato diverse volte e sapevo benissimo chi fosse ma non meritava minimamente risposta.
“ buongiorno” una signora anziana mi riporta alla realtà.
“ buongiorno” rispondo io sorridendo.
“ giovanotto ma dorme lei?”
“ quando mi capita”
“ dovreste farlo di più lo sa?”
“ oh sì ma non trovo il modo a volte”
“ mi potrebbe aiutare, mio figlio mi ha mandato qui per il regalo alla mia nipotina.. ecco questo il nome del profumo che a lei piace ” mi mostra un foglietto “ dice che questa la miglior profumeria in centro a roma”
“ troveremo sicuramente il profumo ” prendo il biglietto leggendo ma non ricordavo minimamente quale fosse. Emma aveva sistemato questa mattina i nuovi profumi davanti alla cassa, a destra quelli vecchi e a sinistra le bottigliette per provarle. Ero confuso.
“aspetti un secondo qui..” prendo il biglietto e vado dietro. Ero arrabbiato con lei ma dovevo assolutamente trovare il profumo.
“Emma” la chiamo ma niente “Emma” la chiamo di nuovo. Mi sposto leggermente ed è per terra con uno scatolone sulle gambe.
“oddio santissimo! Emma!” esclamo. Mi avvicino a lei. Sposto lo scatolone con credo venti profumi.
“ che stai facendo? Questi sono pesanti? Ti sei fatta male?” la tiro su. Siamo troppo vicini. Le nostre labbra quasi si sfiorano e i naso sono appiccicati.
“ ho spostato questo di sotto e quello mi è caduto addosso ” si allontana.
“devi sempre spostare quello di su non di giù. ”
“eh lo so!” è imbarazzata.
“ ero passato a chiederti questo profumo c'e una signora di la”
“ fai vedere” gli mostrò il biglietto. Le nostre mani si sfiorano. Sento il cuore battermi a mille.
Smettila stupido cuore!
“ allora l'ho messo di fronte alla cassa è una nuova collezione. L'ultimo a destra.”
“ va bene grazie”dico e la guardo. “ sicura che stai bene? Non è che devo chiamare l'ambulanza?”
“ no tranquillo. Mi fa solo un po' male la caviglia. Ma sto bene”
“ ok allora io vado” torno dalla signora consegnandole il profumo dopo averlo impacchettato. Mi paga ed esce. Arriva Emma che zoppica un po'. Sicuramente si era slogata la caviglia ma non voleva dirlo.
Si siede sullo sgabello dietro il bancone un po' lontana da me. Il silenzio ormai è caduto nell'aria. È parecchio pesante. Non so proprio cosa dirle. In realtà aspettavo che mi chiedesse scusa per come mi avesse attaccato ieri, invece, niente non ha osato a parlare. Nemmeno grazie che l'ho aiutata poco fa.
La giornata continua fino alla sera quando sto per andare via. Anna oggi non era venuta non avevo capito perché ma non mi interessava più di tanto.
“Simone” mi volto a quella voce che non avevo sentito per tutta la giornata. “ domani hai giornata libera. Oggi era quella di Anna. Domani tocca a te. ” mi dice riguardando i fogli davanti a lei.
“ non ne ho bisogno. Posso venire a lavoro tranquillamente” le dico. Non sarei rimasto a casa da solo.
“ come vuoi. ” mi dice. Vado via con la freddezza tra di noi.

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora