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Oggi sarebbero dovuti arrivare i genitori di Emma ma per degli impegni di Cornad molto importante non sono potuti salire. Emma è molto giù di morale, sperava di vederli,sa che ha passato molto più tempo a non poterli abbracciare. Prima che arrivassi io era da quando era arrivata a 18 anni qui in Italia.
“ Emma” la chiamo mentre sta nel salotto a sistemare i giornalini che si compra per leggere in mancanza di me o di Sara.
“ dimmi”
“vestiti,andiamo a fare la spesa e poi una passeggiata al parco”
“ non sono dell'umore adatto per la passeggiata Simo. Vai tu”
“ oh no signorina, hai sentito la ginecologa devi camminare non puoi poltrire sul divano. Adesso ti cambi e poi usciamo”
“ non ne ho voglia simo” la guardo avvicinandomi di più a lei.
“amore lo so che dovevano arrivare i tuoi genitori ma sai come sono gli impegni di lavoro per tuo padre; se non lavorasse non potrebbe nemmeno venire e poi hanno detto che riorganizzano per la data del parto. Devi stare serena”
“ è se non verranno neanche per la nascita del bambino?”,
“ non fasciati la testa prima di rompertela ” le bacio una guancia lasciando una carezza sul pancione che era veramente grande. “ ora però andiamo a fare quello che ti ho detto. ”
Era il mio giorno libero, Sara era impegnata con Gaia per delle foto e non avrei passato la giornata a letto o sul divano. Per quanto non mi dispiacesse l'idea volevo passare del tempo fuori casa con lei senza dover per forza vedere le quattro mura.
C'era una bella giornata a Roma, il sole spendeva e se mi sarebbe girato una mangiata nei ristoranti vicino al mare non era un brutto pensiero.
“ d'accordo solo perché sei tu ”
“ ok allora ti aspetto qui” annuisce sorridendomi e poi va a cambiarsi. Nel mentre che lei sta in camera mando in messaggio a mia sorella che per pranzo non saremo rientrati. Mi risponde che anche lei aveva degli impegni e che ci saremo visti direttamente di sera quando avremmo finito le nostre faccende.

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“ Simo mi fanno male i piedi” mi dice Emma sedendosi nella panchina al parco. Il vento le scompiglia i capelli facendoli volare ovunque. Avevamo fatto la spesa riempendo il carrello di ogni cosa anche cazzate che non ci servivano. “ ho camminato troppo”
“solo dieci minuti Emma. Non ti muovi mai è per questo che ti fanno male”
“vorrei vedere te con tutto questo peso.” mi risponde acida.
“ se potessi lo prenderei volentieri ma non posso. ” 
“ ok, capisci però che anche dieci minuti di camminata mi rende tutto molto pesante”
“ come pensi che andrai avanti per il prossimo mese. La ginecologa ha detto che al nono mese dovrai anche camminare di più per facilitare il parto e per le contrazioni. Se resti ferma cosa risolvi?”
“ non sono ancora entrata al nono mese e ti preoccupi troppo. ”
“ il mese prossimo ti sentirai ancora più pesante di quanto tu lo sia adesso. ”
“ ma decido io o tu ?” mi chiede infastidita. Decido di non rispondere quando era così dovevo evitare di darle altra corda. Era girata di balle, il fatto che i suoi non fossero venuti la rendeva ancora più irascibile. Mi siedo a distanza sulla stessa panchina fissando in giro. C'era una cosa che non sopportavo il fatto che prendesse i miei consigli come degli ordini. Ma se glielo diceva la sorella o la cognata ascoltava sempre tutto.
“Simo” mi chiama. Mi volto per guardarla.
“ fai ciò che ritieni opportune. Da questo momento non ti dirò più niente. ” le dico. Sembravo un bambino ma sinceramente non mi piaceva il fatto che dovesse rispondermi in quel modo.
“ aspetta..” la blocco prima che dica qualcosa.
“ non importa Emma. Tanto quello che dico io ti sembra un ordine, come se avessi un fucile puntato alla tua tempia. Fai ciò che vuoi. Ho finito di darti consigli alla fine non gli ascolti mai. ”
“ non è vero che non ti ascolto. Mi dispiace per come ti ho trattato poco fa, sono arrabbiata per il fatto che papà ha dovuto accettare gli appuntamenti e di conseguenza mi sento come una seconda scelta e il lavoro fosse più importante di me. ”
“ Emma, il lavoro non è più importante di te ma se avesse detto che non sarebbe andato avrebbe potuto perdere quei clienti. Pensaci, se tu dovessi dire a un rifornitore che in un dato momento non sei disponibile e lui ha solo quel giorno cosa succederebbe?”
“ perderei la merce che mi deve arrivare”
“ la stessa cosa è successa a tuo padre. Cerca di non essere egoista. Hanno tutto il tempo per venirci a trovare. Hai tua sorella qui che ti può consolare più di me in vista di questa cosa. ” mi sorride avvicinandosi al mio corpo. Mi abbraccia appoggiando la testa sulla mia spalla facendosi passare il braccio intorno al collo.
“ puoi scusarmi per i toni di prima?” annuisco. Non ci riesco a restare arrabbiato con lei.
“ andiamo a mangiare adesso ho fame” le dico.
“ anche io dove mi porti?”
“ a mangiare al ristorante ad Ostia. Poi andiamo a casa” scuote la testa mi bacia a stampo.
“ voglio passeggiare in riva al mare”
“ allora andiamo altrimenti facciamo tardi. ” mi sorride e ci alziamo. Per fortuna aveva capito ciò che volevo dirle.

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora