86. L'arrivo di Nathan Baldasseroni

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Ero entrata ufficialmente alla 40esima settimana e il piccolino sembrava non aver nessuna intenzione di uscire da dentro la pancia. Camminavo tantissimo. Sentivo ogni giorno la ginecologa per spiegarle quali erano i dolori giornalieri.
Oggi ho il secondo tracciato e vedremo se ci sono le contrazioni per dovermi ricoverare. Ho chiamato Simone perché era ancora a lavoro così da poter andare con lui perché Sara era impegnata con Gaia. mia sorella stava con Anna in profumeria e i miei genitori sarebbero arrivati stasera sul tardi. Per fortuna avevano trovato un volo per Malta - Roma.

Dopo un ora Simone arriva a casa. Mi bacia prende la valigia dell'ospedale che avevo preparato in caso di necessità e usciamo raggiungendo l'ospedale dove avevamo appuntamento.
“ in negozio?” chiedo. Non riuscivo a non pensarci. Avevo lavorato così tanto tempo la dentro che non avere la situazione sotto controllo mi rendeva a volte nervosa. Anche se mi fidavo ciecamente di Simone.
“ amore tutto bene. ”
“ sono contenta. Non vedo l'ora anche di tornare”
“ il lavoro ti aspetta non ti devi mettere fretta. Adesso pensa a nostro bambino.”
“ hai ragione.” gli sorrido. Parcheggia la macchina e mi aiuta a scendere. La pancia età diventata veramente grossa non mi vedevo nemmeno i piedi. Sara - uando Simone non c'era -  mi aiutava spesso ad allacciare le scarpe perché non ci arrivavo. 
“ speriamo tutto bene ” dico a voce alta.
“ stai tranquilla. Ok?” mi lascia un bacio sulla fronte e saliamo su verso il piano di genecologia.

“Emma vieni” dopo aver aspettato un oretta buona l'infermiera mi chiama facendo attendere Simone fuori dalla porta. Mi fa stendere sul lettino, mettendomi il monitoraggio addosso, il battito del bambino di espande subito. “ aspettiamo cinque minuti per vedere se ci sono le contrazioni.”
“ va bene. Il mio ragazzo può entrare per aspettare con me?”
“ si per il momento. Se arriva qualcun'altra deve uscire. ” annuisco. L'infermiera che ormai conoscevo esce e fa entrare Simone.
“ come va?”
“ sembra bene. Io contrazioni non ne sento solo fastidio lo sai ”
“ si quei dolorini semplici che dici tu no?”
“ esatto. Con questo possiamo vedere invece se ci stanno e io almeno non le sento”
“ stai tranquilla. ” mi prende la mano e aspettiamo.
L'infermiera poco dopo torna controllando il monitoraggio nella carta.
“ allora Emma non ci sono contrazioni il bambino dal battito cardiaco sta bene non ci sono problemi. Per ora puoi andare a casa. Se stasera senti dolori o secondo te sono contrazioni torna subito. ”
“ ok grazie mille” la salutiamo e andiamo via. Non sembra abbia voglia di venire al mondo. Simone mi stringe la mano torniamo a casa.

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23:00

Esco dalla doccia appoggiando i piedi sulla pianella. Stringo l'asciugamano in testa chiudo l'accappatoio. Mi asciugo un po' e raggiungo la camera dove Simone sta guardando il telefono. Cerco l'intimo nel cassetto in alto del comò, abbassò lo sguardo per terra rendendomi conto di acqua. Ma se mi sono asciugata queste...
“ Simo, oddio.. si sono rotte le acque.” urlo. Lo vedo arrivare velocemente.
“ che cosa?”
“ si sono rotte le acque. Dobbiamo andare in ospedale. ” gli dico iniziando a sentire i dolori. Erano diversi da quelli che avevo quotidianamente.
“ ok niente panico” lo vedo andare verso l'armadio prendermi la roba da mettere. Mi infilo l'intimo e lui mi passa il resto. Infilo le scarpe.
“Simo aaaa” una contrazione bella forte arriva. Non risponde. Prende la valigia che aveva appoggiato sul divanetto in camera.
“Saraaaaaa” strilla sapendo che era in stanza. “Saraaaaaa”
“ che succede? Perché urli?”
“ prendi le chiavi della macchina. Io ed Emma stiamo dietro. Tu ci porti all'ospedale. ”
“ perché?”
“ ho rotto le acqueeee” urlo io cercando di attirare l'attenzione. Sara si affretta ad andare in salotto prende le chiavi e saliamo in macchina.

Il traffico c'era ma non troppo. Sara una volta parcheggiato urla dentro il pronto soccorso una barella per portarmi in sala parto. Arrivano tutti subito.
“Sa, avvisa la famiglia di Emma voglio che siano qui.” i miei genitori erano arrivati nel pomeriggio Simone era andato a prenderli in aeroporto avevamo cenato insieme e avevano fatto rientro a casa da mia sorella.
“ ok vai con Emma. Ci penso io”
“ avvisa anche Filippo ed anna” annuisce. Un infermiera mi mette nel lettino, mi portano in sala parto per controllare la situazione. Mi fanno spogliare di sotto speravo Simone non fosse geloso di tutto questo.
“ Simo fa malissimo!” dico mentre gli stringo la mano. Lui mi sorride.
“guardami andrà tutto bene”
“ Emma” ero a gambe aperte il primario controllava la sotto “ sei pronta. Al mio tre spingi ok?” annuisco
“ fa male. Malissimooo” urlo. Una contrazione fortissima.
“ vai adesso”
“ aaaaaaa” urlo forte. Stringo la mano di Simone spingendo poi altre tre volte.
“ Emma forza un ultimo sforzo ” un'altra spinta e un pianto. Il più bello che io abbia sentito. Lo appoggiamo sulla mia pancia vicino al seno respiro guardandolo.
“ è.. bellissimo” dico. Alzo gli occhi e trovo Simone completamente in lacrime. Guarda nostro figlio incantato. Gli occhi già innamorati. Sono stata una cogliona a teneglielo nascosto per quattro mesi.
“ hai fatto uno spettacolo Emma” riesce a dirmi. Mi bacia la fronte sudata. Mi sussurra che mi ama. Taglia il cordone.
benvenuto al mondo Nathan ❤️”

*Spazio autrice: visto la quarantena che ci aspetta ancora, ecco a voi un regalino. Spero di riuscire a pubblicare anche domani nonostante io abbia una giornata molto di fuoco.
Potete aspettarvelo forse in piena nottata come questo.
Mi raccomando continuate a seguire le regole del governo.
Vi mando un abbraccio virtuale.
Vi voglio bene Jessi. ❤️*

(immaginate Nathan così con gli occhi celesti) 💞

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(immaginate Nathan così con gli occhi celesti) 💞









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