31.

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Anche oggi aveva fatto brutto tempo. Continuavo a pensare che ci fosse qualcosa di strano nell'aria ma non capivo cosa. Anna era andata via da poco dal negozio, io stavo finendo di scrivere delle cose importanti. Quando sento bussare al vetro della porta, spaventata mi avvicino alla porta, una donna potrebbe avere sui 30 anni davanti a me.
“ signora è chiuso. ” rispondo facendole segno del cartello.
“ tu devi essere Emma apri subito”
“ io non so chi lei sia è non mi interessa sinceramente. Può tornare a casa. Fa un vento da pazzi è pericoloso. ” ma perché mi preoccupavo di una che manco conoscevo. La guardo cercare di aprire con la maniglia. Ma è chiuso.
“ devi aprire. Io... ” mi fissa con uno sguardo anche abbastanza cattivo. “ SONO LA MOGLIE DI SIMONE TU ME LO STAI PORTANDO VIA!”  urla fortissimo facendosi sentire. Mi era tutto chiaro!
“ non so come tu abbia avuto la via del mio negozio... Ma non mi sembra il caso. Tra me e Simone non c'è niente. Non ci sarà mai nulla. ” vorrei sparisse dalla mia vista ma niente è ancora la
“ non è vero. Tu... Hai fatto in modo che si innamorasse di te. Lui continua a chiedere il divorzio anzi la separazione al momento. Ma io non gliela darò mai. Lui deve prendersi cura di nostro figlio” non ci vedo più. Faccio scattare la serratura. Il vento mi colpisce sul viso. La spingo.
“ vostro figlio? Hai fatto un figlio con il migliore amico di lui. Gli hai messo le corna. Gli volevi fare credere che eri incinta di lui... È adesso pretendi cose che non stanno ne cielo né in terra. Tra te e sua sorella non so con quale cattiveria vi presentate da Simone.
“ con la testa con la quale non ha le palle di rispondere a un tribunale quando gli chiedono se è fidanzato”
Io e Simone non stavamo più insieme ma sapere che non mi considerava tale prima mi faceva ancora più schifo tutta la situazione.
“ a me non interessa. Simone può fare quello che vuole... Io faccio quello che voglio lo stesso. Da me cosa vuoi? Io non sono la sua fidanzata... Forse non lo sono nemmeno mai stata. ” sbarra gli occhi e se ne va. Questa è pazza! Ma come cazzo aveva fatto a sposare una del genere. Fa una sparata così, è poi? Scappa via. Ha avuto la certezza di ciò che voleva forse. Sapere che non stiamo insieme.

Chiudo il negozio del tutto una volta aver finito quelle scartoffie. Salgo in macchina gli occhi mi cadono sulla rosa che mi aveva regalato il giorno della qualificazione. Non dimenticherò facilmente il modo in cui mi ha trattata quel giorno. Ero davvero una principessa nelle sue mani.
Torno a casa. Una volta dentro appoggio tutto sulla mensola vicino alla porta. Mangio qualcosa, mi lego i capelli avvicinandomi a quel cassetto dove avevo lasciato i documenti di Simone compresa quella busta bianca. Non ne avevo aperto il contenuto. Credevo in ogni caso che fosse una lettera.

Mi tremano le mani. La apro, prendo in mano il foglio, c'è la sua scrittura. Il nodo alla gola mi sale quando inizio a leggere tutto ciò che c'è dentro.
Qualche lettera era sbavata da le lacrime che sicuramente aveva buttato mentre scriveva. L'inchiostro infatti non rendeva bene. L'acqua lo aveva schiarito.
Il mio cuore si faceva a pezzi per ogni parola che aveva scritto. Aveva passato così tanto tempo a tenere una cosa così grossa. Quasi un matrimonio costretto. Un matrimonio non voluto. La cattiveria di mettersi contro di lui. Porto le gambe al petto,appoggio la lettera sul cuscino del divano, quel «Ti amo» accanto all'addio. Non mi piaceva per niente. Mi chiede scusa per ogni cosa, quando forse dovrei farlo io. Avrei dovuto ragionare in quel momento. Avrei dovuto pensare a come si sentisse lui.
Mi lascia andare perché vuole che io sia felice.
Lui invece si lascia andare alla bottiglia di vodka che non dovrebbe bere.

Prendo il telefono velocemente dalla camera. Provo a chiamarlo ma non risponde. Diverse volte entra la segreteria telefonica. Sbatto i piedi per terra.
Decido di scrivere: «Dove sei?»
« ti prego rispondi?»
« non puoi lasciarmi andare Simone! Dimmi dove sei»
Invio questi tre messaggio a cui ricevo solamente silenzio dall'altra parte. Il vuoto totale.
Sentivo di aver esagerato con le parole. Non dovevo dirgli che faceva Schifo. Dovevo ascoltarlo. Anna aveva ragione spesso non ci mettiamo nei panni degli altri perché pensiamo che il nostro dolore sia più grande. Provo a chiamarlo di nuovo ma niente.
Dove cavolo sarà?
Decido di fare una pazzia. Scendo velocemente le scale dopo aver recuperato borsa e giubbottino il vento mi avrebbe fatto stare male. Non mi importava. Salgo in macchina andando verso casa sua.
Arrivo al suo palazzo. Suono. Suono. Suono ancora.  Ma niente.
“ signorina se cerca il ragazzo del piano di sopra non c'è” un signore anziano si avvicina a me sul pianerottolo.
“ come non c'è?” chiedo allarmata
“ no. Ha fatto le valigie ieri ed è andato via. Ha lasciato l'appartamento”
“no non è possibile...” mi dico.
“ mi ha solo detto che: non avrebbe più avuto motivo di vivere. Mi sono molto preoccupato che gli ho chiesto cosa avesse in mente. Non mi ha risposto. È stato male. Non era uscito per niente fino a tre settimane fa quando è venuta sua sorella, avrà buttato si no una trentina di bottiglie... Alcool di ogni genere. ”
“ ha portato via tutto?”
“ no ha ancora gli scatoloni qua. Ha detto che avrebbe mandato una ditta per portarli a gente più povera di lui.” annuisco. Chiedo al signore se potevo entrare in casa. Mi dice di sì. Recupera le chiavi e saliamo all'appartamento di Simone.
“ grazie mille” gli dico.
“ si vede che sei innamorata di lui. Non lasciarlo andare... Ha bisogno di affetto. ” mette le chiavi della casa nelle mani è mi lascia sola.

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora