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Salto temporale


Sono passati esattamente quattro mesi dall'incidente al locale. Mi sono ripreso totalmente dopo aver seguito ogni cura possibile. Alle gambe ho delle cicatrici che mi porterò dietro per tutta la vita mentre  alle braccia e all' addome che c'è qualche macchia ma neanche si vedono.
Non vedo Emma da quattro mesi, dal giorno che mi ha lasciato in ospedale non si è fatta nemmeno più sentire. Ho sperato per interi giorni che cambiasse idea e che tornasse indietro, invece non è successo.
Non posso darle nessuna colpa.
La mia vita è un casino. Io ho un sacco di problemi e non posso obbligarla a combatterli con me. È stato difficile affrontare tutto quanto. Sono stato male. Il cuore si è frantumato a quella decisione. Ho passato giorni di inferno.
Quando due giorni dopo mi hanno dimesso ho chiamato Luca che è stato gentile a portarmi a casa, non sapevo proprio a chi chiamare, ho trovato Vittoria in casa mia. Abbiamo chiacchierato. Mi ha chiesto scusa per il comportamento di sua sorella, aveva anche provato a farla ragionare ma non c'era stato nulla da fare. Le ho spiegato che capivo Emma e non era facile starmi dietro. La situazione era un casino e a volte impossibile da gestire. Ma vittoria continuava a ripetermi che Emma stava sbagliando a fare come stava facendo. Che non doveva farlo perché io ci avevo messo tanto in questa storia. Così le ho risposto di stare tranquilla che avrei superato anche questa o meglio ci avrei provato.
Per quattro mesi non sono andato a lavorare.
Oggi dopo tanto tempo esco per farmi una passeggiata. Ho ripreso ad uscire con più tranquillità anche seguendo i consigli dei medici. I primi mesi non potevo mettere certi indumenti perché la pelle ancora non si era cicatrizzata del tutto. Adesso invece sono tornato come prima.

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Il sole splende a Roma oggi per fortuna ho deciso di prendere un po' di aria. In casa a volte mi sento soffocare. Mentre cammino mi accorgo di essere arrivato sotto casa di Emma, vivevamo un po' distanti ma non troppo forse mezz'ora in macchina a piedi non lo so. La morsa allo stomaco non appena la vedo uscire dal portone. Ha Erik per mano e suo padre alle spalle. Sbarrò gli occhi non appena la guardo meglio.
No! Non è possibile! Non può averlo fatto. Non può avermi tradito con un altro.
Mi appoggio al muretto cercando di far entrare aria ai polmoni. Era come essere in vortice di cose.
Era incinta.
Incinta di un altro molto probabilmente.
La vedo poco dopo girarsi verso di me e si blocca. Mi guarda, anzi è più un fissarmi, sbarra gli occhi incredula.
“ zio Simoneeeee” Erik urla facendo girare anche Cornad che ancora non mi aveva visto, si mette le mani sulla bocca scioccato anche lui.
“ciao campione”
“ che bello vederti. È troppo tempo che non ti vediamo. Hai visto che i nonni sono venuti a trovarci?”
“ ho visto piccoletto. Tu come stai?” gli chiedo scompigliandogli i capelli. Ride mentre lo faccio.
“ io bene. Tu sei guarito?” annuisco.
“ ci è voluto tanto tempo è per questo che non mi sono fatto vedere” gli spiego cercando non aggravare la cosa.
“ zio lo so che tu e la zia non state più insieme. Lei non ha ascoltato il suo cuore”
“ Erik dai lascia Simone vieni che andiamo in macchina” gli urla il nonno. Lo metto per terra.
“ non sparire più però eh!” mi dice puntandomi il dito come se volesse minacciarmi.
“giuro che non lo farò” gli dico facendo l'occhiolino. Va verso Cornad che lo prende al volo. Emma si avvicina. È bellissima. Quella pancia le dona tantissimo. I suoi occhi brillano. Si vede che sta per diventare una mamma.
“ ciao” le dico.
“ ciao Simone. Come stai?”
“ bene. Mi sono ripreso. Tra qualche giorno posso tornare anche a lavorare se per te non è problema!” affermò. Stavo ribollendo dentro avrei voluto spaccare ogni cosa.
“ nessun problema. Anna ti sta aspettando!” afferma continuando a guardarmi.
“ ti sei rifatta una vita o...” mi blocca subito.
“ Simone non è il momento ti prego! In mezzo ad una strada”
“ oh beh certo! Scappi da me dicendo che la situazione era difficile da gestire però nel frattempo dopo quattro mesi ti ritrovo incinta. Lascia che qualche domanda me la faccia!” le dico nervoso.
“ non qui. ”
“ che c'è ti vergogni a dire che mi hai tradito. Anche tu. Dopo Monica. Dopo quello che avevo passato.
Non ti rendi conto di come mi sento ora. Non lo sai. Sono arrabbiato per averti lasciato nelle mani di qualcuno che ti sta per rendere mamma. Sono arrabbiato con te perché non hai nemmeno avuto le palle di dirmelo.
Sai pensavo che dopo quello che mi era successo e ci era successo tu avessi capito un po' di chi ero. Mi sono fidato di te. Ti ho compreso. Ti ho detto anche che non ti avrei obbligato a stare con me se non volevi. Ma non mi aspettavo che dopo quattro mesi ti trovassi con un pancione. ”
“Simone tu non sai come mi sono sentita. Non puoi...” la blocco subito sul nascere. Non volevo sentire la parte della vittima.
“ non posso capire hai ragione!
Tanto chi è stato in ospedale con mille ustioni addosso da solo sono io giusto.
Quello che hai lasciato sono io.
Quello che a cui hai spezzato il cuore sono io. Tanto quel coglione che sperava in ritorno tuo ero sempre solamente io.
Ho passato giorni e settimane a fissare la porta di casa sperando che prima o poi bussassi alla porta; invece l'unica cosa che ho ricevuto è il tuo silenzio.
Mi hai tradito e ti dovresti solamente fare schifo!” la sorpasso allontanandomi definitivamente. Non volevo più sentire ragioni.
Le avevo dato tutto me stesso ed ero stato ripagato in questa maniera.

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora