Salto temporale 3 anni dopo
“Nathan vieni qui?” richiamo mio figlio che come ogni giorno corre per casa scalzo senza darmi retta.
“io non bengo”
“ ah non vieni?”
“ no” lo sento dire con quella vocina nella camera mia e di Simone dietro la porta.
“ se non vieni tra due secondi, arrivo lì e te le faccio mettere a forza!”
“ io non bengo. Boglio tare qui”
“ ok allora arrivo io”
“ io boglio le calze. Fanno caldo ”
“ ma ci sono tre gradi fuori Nathan. Non puoi mica camminare nelle pianelle fredde” gli dico avvicinandomi sempre di più a dove sta lui.
“ mamma mi sudano i piedi poi.. papà dice che pussano”
“ papà non capisce niente” gli dico sapendo che Simone glielo dicesse giocando. Lo sento ridere dietro la porta.
“ io non le boglio lo stesso ” entro in stanza e salta in aria dallo spavento rido.
“ tu le metterai perché decido io !” affermò prendendolo in braccio. Si dimenta per poco non mi cade.
“ signorino abbiamo riso e scherzato adesso mi sto arrabbiando sul serio”
“ ti prego mamma lasciami”
“ neanche per idea. Ora ti siedo sul letto resti fermo e metti le calze” era sempre un eterna lotta. Protestava ogni volta per metterle, purtroppo non avevamo un pavimento riscaldato e per quanto lui volesse camminare a piedi nudi non si poteva.
“ no”
“ ancora? ” gli domandò seria. Mi guarda negli occhi resta fermo mentre lo metto seduto.
“ io voglio tare scalzooo” urla davanti al mio viso. Resto ferma un attimo cercando di mantenere la calma. Gli metto le calza in rigoroso silenzio lui anche.
“ sono tornato a casa” lavboce di Simone squilla nell'aria, oggi era domenica ed era andato a prendere qualcosa al supermercato per andare oggi pomeriggio a fare un passeggiata in riva al mare e magari serviva la merenda. A lavoro andava tutto ok e anche io ogni tanto aiutavo.
“ciao amore” gli dico Nathan era fermo sul letto con gli occhi lucidi.
“che successo?” mi sussurra baciandomi poi.
“ solite cose. Non vuole mettere le calze e ora sta così perché mi ha urlato in faccia e sa che non lo deve fare”
“ capito. ” mi accarezza una guancia. Simone non si è mai messo in mezzo quando lo rimproveravo e mi appoggiava lo sempre. Io lo stesso facevo con lui. “ posso parlargli o ti arrabbi”
“ no fai pure. Se gli facessi capire che deve mettere le calze mi faresti un favore enorme. Non mi ascolta e non capisco perché!”
“stai tranquilla Emma. Non lo fa apposta. Te lo ha detto anche la maestra i bambini di oggi spesso vogliono fare come vogliono perché sentono il bisogno di comandare loro e sono fatti così di carattere. Ma tocca a noi spiegare loro dove sbagliano con calma.”
“ grazie Simo”
“ehi nessun grazie. Sono qua perché ti amo e siamo famiglia capito?” annuisco. Gli bacio una guancia uscendo dalla stanza lasciandoli soli passo in cucina a sistemare quello che aveva comprato.S.
Mi avvicino a mio figlio che sta sempre fermo sul nostro letto. Capisco che Emma spesso perda la ragione e la pazienza. Lui è comunque un bambino che capta molte energie negative dai nostri nervosismi.
“ ehi” mi siedo accanto a lui che si butta tra le mie braccia. Lo stringo. “ mi spieghi cosa è successo?”
“ la mamma è allabbiata con me !” afferma.
“ e perché dovrebbe esserlo?”
“ perché io non bolevo mettere le calsine”
“ senti mi puoi dire il perché non le vuoi? La mamma ti ha sempre spiegato che quando c'è freddo fuori vanno messe le calze”
“ tu mi dici sempre che se tengo tanto le calse mi pussano i piedi e io non boglio”
“ ma Nathan io te lo dico per giocare. Lo sai benissimo che papà scherza sempre anche con la mamma. ”
“ e poi i piedi mi sudano papi”
“amore ma tu lo sai che queste pianelle non sono riscaldate e che quindi quando è inverno è congelato. La mamma ti dice di metterle perché altrimenti ti ammali e poi non puoi andare all'asilo. ”
“ lo so papi”
“ e allora ascolta la mamma amore quando te lo dice”
“ le ho urlato in faccia prima” scende dal letto. “devo andale a chiederle scusa” annuisco sorridendo. Ha capito cosa volevo dirgli. Spero che con il passare dei giorni non faccia più questi capricci anche se credo sia abbastanza normale.
“mammaaaaaa” urla verso la cucina lo seguo. Emma appena lo sente si gira.
“ dimmi” le dice Emma con calma e serenità. Non sa tenere il muso per due secondi però quando doveva essere severa lo era teneva punto.
“ ti devo chiedere scusa per prima non volevo urlarti” lo guarda e si abbassa alla sua altezza senza dire niente lo abbraccia e bacia. Capisco che lo aveva già perdonato da subito.Primo flashback
Nathan ha sei mesi e ha iniziato a gattonare. Emma e Simone sono sommersi dai nuovi eventi al negozio e dai nuovo profumi. Gli stagisti da monitorare. Zia Sara si occupa spesso del piccolino quando mamma si trova a voler fare lei di testa sua e stare in profumeria come se le prendesse a male in non esserci. Per fortuna c'è la zia. Vittoria lavora ancora al posto di Simone e nel frattempo Anna ha iniziato a conoscere Filippo.
“Questo inizierà a camminare presto” afferma Sara sorridendo.
“ anche secondo me” risponde Simone facendogli il solletico al bambino bloccandolo sul tappeto.
“ e dovremmo farci da fare per combatterlo in casa” risponde Emma successivamente mentre stava facendo il sugo.
“ inizia a dargli una pentola poi vedi che ti combina”
“ si poi sai che orecchie mi ritrovo Sara” dice Emma ridendo.
“ beh dai quando ci sto io fa casino quando non c'è sto glielo togli il gioco”
“ pensa che questo quando gli metti una cosa non la dimentica. Ieri ha iniziato ad aprire lo scaffale degli attrezzi ”
“ non sei contento simo? Un po' di disordine nel tuo disordine”
Emma se l'ha ride per la presa in giro disuso sorella. Si volta a guardarla.
“vedi che metto te a riordinare poi. ”
“ non c'è bisogno tanto c'è già casino di suo la dentro. Il bambino potrebbe solo ordine ”
“ non sei simpatica per niente!” Ridono tutti quanti insieme mentre Nathan batte le mani felice.
Fine flashback
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𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️
Fanfiction𝑬𝒎𝒎𝒂 𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒏𝒆𝒈𝒐𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒖𝒎𝒊 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆 𝒖𝒏 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒂𝒔𝒔𝒖𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒊𝒖𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒆 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒂 𝑨𝒏𝒏𝒂. 𝑰𝒍 𝒏𝒆𝒈𝒐𝒛𝒊𝒐 𝒆̀...