71. Parte 1

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È arrivato il gran giorno sono veramente agitata. Dopo quattro mesi esco di nuovo con l'uomo che amo, l'ho tenuto lontano per le mie paure e ho capito si aver fatto una vera propria stronzata. Ho messo un vestito premaman che mi aiutasse a non essere troppo goffa e grossa. Da quando ero incinta finivo per farmi mille complessi e annullavo anche cene di lavoro per non stare a litigare con la roba.
Questo, invece, me lo aveva comprato mia madre, mi piaceva molto ed ero felice di poterlo mettere oggi.
“ Emma, c'è un ragazzo giù. Non ho capito chi sia” mi dice mia sorella. I miei genitori erano tornati a Malta perché papà aveva preso di nuovo a lavorare e i suoi colleghi erano persi senza di lui. Vittoria ormai da quel giorno che glielo proposto vive qui a Roma. Ha scelto di vivere con me aiutandomi in tutto e per tutto, Simone anche in questo caso aveva ragione, io avevo bisogno di una persona che mi facesse sentire meno la lontananza di casa.
Erik si era inserito bene nella nuova scuola aveva fatto amicizia anche in fretta.
Prendo lo scialle con la borsetta.
“ grazie per avermi avvisato”
“ Emma ti sei dimenticata che sei incinta di Simone? Ti fai accompagnare da uno che...” le metto una mano sulla bocca fermandola.
“ se avessi guardato bene avresti capito che è Simone quello in macchina” le dico sorridendo. Vedo che sta per tirare un urlo ma si blocca ricordandosi di suo figlio addormentato con la febbre.
“ sono troppo felice!” esclama facendomi sorridere ancora una volta che le levo la mano. Le strizzo un occhio ed esco di casa.

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Una volta fuori mi presento davanti a Simone in camicia bianca giacca nera e pantaloni eleganti. Era veramente bello. Tanto. Sentivo gli ormoni salire a temperatura elevata, mi dovevo dare una calmata altrimenti sarebbe finita male.
“ ehi” lo richiamo. Lascia il telefono mettendolo in tasca attirando gli occhi verso di me.
“Wo..w! Sei bellissima” sorrido imbarazzata. Non sono più abituata ai suoi complimenti.
“ grazie mille. Anche tu lo sei. ”
“ ci ha pensato Sara a farmi trovare questo completo sul letto ” confessa accarezzandomi una mano.
“Sara ? Tua sorella? ” annuisce.
“ si. Appena avremmo due minuti in pace ho un paio di cose da raccontarti” mi dice aprendomi lo sportello della macchina.
“ non devi se non vuoi eh? ” mette dentro la macchina il mio vestito.
“ non abbiamo tantissimo tempo oggi per chiacchierare quindi dovrai aspettare del perché io mi sia fatto preparare da lei. So che la tua curiosità è tanta ma...”
“ ok ho capito cercherò di tenermi buona” ride.
“ bravissima” lascia una carezza sul mio viso. Chiude lo sportello e passa dalla parte del guidatore. “sei comoda?”
“ si. Nessun problema tranquillo” le sue labbra si stendono in un sorriso parte mettendo in moto.
“ ti sta molto bene questo vestito”
“ lho comprato con mamma quando era ancora qui. Sono tornati a Malta perché papà doveva lavorare. ”
“ tutti? Anche vittoria?”
“ no mia sorella è sempre con me. Avevi ragione tu, da quando c'è lei e il piccolo Erik sento la mancanza di mamma e papà ma meno sofferta di prima”
“ io ho sempre ragione!” esclama facendomi ridere.
“ non ti allargare adesso eh!” gli dico ridendo ancora.
“ ed eri pure gelosa”
“ ti devo anche chiedere scusa di questo. In quei giorni ho esagerato, non dovevo minimamente pensare queste cose...” si ferma al semaforo guardandomi negli occhi e bloccando il mio discorso.
“ non ti devi scusare ho capito che in quel momento non eri lucida e potevi dire anche scemenze. È solo il dopo che non comprendo. Come hai pensato di mandare la gravidanza senza di me”
“ non lo so Simo. Avevo paura che ci facessero del male, l'unico modo per tenere lei lontana da noi era allontanarci, ed è così che è successo”
“ ci eravamo promessi di combattere ogni cosa insieme” afferma amareggiato.
“ hai ragione. Non so cosa mi sia preso.. ” gli occhi mi pizzicavano stavo affrontando di nuovo il dolore più grande. Simone ferma la macchina in un parcheggio spegne il motore e si volta dietro di me.
“ non pensiamo più al passato. Avevo detto che buttavo l'ascia di guerra, non ti dovevo più rinfacciare nulla, voglio solamente esserci per te e per nostro figlio”
“ sei sicuro di tutto questo?” annuisce.
“ non voglio niente altro che quello che ti sto dicendo. Ci vorrà un po' per essere di nuovo quelli di prima, ho pensato tantissimo da quando mi hai detto che aspettiamo un bambino e anche mentre eravamo litigati; sono arrivato alla conclusione che il tempo è denaro e non posso farmelo fuggire così. ” sento una lacrima bagnarmi il viso “ ehi non piangere. Non ti voglio vedere così. ”
“ mi puoi abbracciare?” chiedo cercando di trattenere il resto delle lacrime anche per non rovinare il trucco. Non dice niente, mi avvolge con le sue braccia senza farmi alcun male. Sentivo il suo cuore battere sapevo in quel momento che era per me.
“ stai tranquilla non sei da sola, ne stasera e né nella vita, qualunque cosa succeda. Afferma baciandomi la punta del naso.
Ero consapevole ora che lui provava ancora le mie stesse cose, che per difesa cercava di non dimostrarmele ma si stava arrendendo all'amore che ci circondava.
“ andiamo a questo evento altrimenti facciamo tardi.”
“ non saremo noi no?” annuisce. Mi aiuta a scendere dalla macchina, mi porge il braccio destro che afferrò subito.
“ ti sei portata le scarpe vero? No perché dopo credo che tu possa trovarti  due salsiccie al posto dei piedi” rido dandogli un colpo sul petto so benissimo di non avergli fatto male nonostante si lamenti.
Era la nostra sera. Quella giusta. Forse di un cambiamento in atto.

Il vestito di Emma

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Il vestito di Emma.

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora