12.

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«Emma non posso venire a prenderti. Mamma sta molto male. Prendo un giorno per stare a casa. Ti voglio bene. »

Questo era il messaggio di Anna poco fa mentre aspettavo che venisse a prendermi.
Non sapevo cosa fare. Ero già pronta. Non avrei potuto tenere il negozio chiuso. E Simone non so nemmeno dove fosse. Forse già lì ad aspettare che io venissi ad aprire.
Cosi decido di chiamarlo.
“pronto?”
“come pronto? Non ti sei salvato manco il numero mio”
“ buongiorno anche a te Emma. Sono le otto del mattino e io mi sono appena svegliato. Ti ricordo che entravo tardi. ”
“ non puoi. ” gli dico subito.
“ avevi detto di sì. ”
“ Anna ha la mamma che sta male. Io sono a casa. Non ho aperto ancora il negozio. Non posso guidare altrimenti lo avrei già fatto. ” questa cosa della mano mi stava veramente stancando.
“si ma io ho una cosa importante oggi mattina”
“ a che ora?”
“alle nove”
“ ok hai mezz'ora di tempo per vestiti venirmi a prendere e andare a fare questa cosa”
“Emma lo sai pure tu che impossibile. Non posso mancare a questo appuntamento”
“ e io non posso non aprire il negozio ”
“ Emma non so cosa fare?”
“ te lo già detto. Simone ti prego! Non posso non aprire”
“Emma io ti ho capito. Ma sono già le otto. arrivo da te che sono le otto e mezza. Ci vuole un ora per arrivare al negozio si fanno le nove. E io devo stare lì alle nove non posso sgarrare di orario” sbuffo. Mi girava tutto contro ultimamente.
“ va beh lascia stare. Mi avvio a piedi” gli chiudo il telefono senza lasciarlo replicare. Vai credere ai maschi. Prima ti dicono delle cose poi alla prima piccolezza mollano.
Scendo le scale ed esco definitivamente. La pioggia si abbatte però sulla città. Tutto è buio e cupo. Non avevo nemmeno visto il meteo.
Che cazzo !

Diluviava forte. Non so nemmeno come sono arrivata a lavoro. I capelli super bagnati. Ma perché non ho chiamato un taxi?
I nuovi stagisti davanti a me. Mi trovano in una vera propria crisi di nervi.
“ ragazzi scusatemi, come vedete piove in più ho una mano fuori uso. Andiamo dietro. Avete portato tutto? ” annuiscono tutti e quattro. Per fortuna erano pochi. Chiudo il negozio. Non potevo lasciarlo aperto. Così porto i ragazzi con l'occorrente dei nuovi profumi da farmi sentire nel mio ufficio che era abbastanza grande. Lo usavo spesso come laboratorio.
“ ok allora prendete quelle boccette e iniziamo a lavoro. Io sono qua. ” avevo un freddo cane. Ero bagnata. Lascio lavorare i ragazzi per almeno un ora.
“ io ho finito ” esclama il ragazzo con il ciuffo con l'ampolla nelle mani. Mi avvicino sentendo quella essenza.
“ mhm buono. Manca sicuramente qualcosa però. ” gli dico.
“ dice?”
“ si. Prova a pensare a qualche cosa che ti ricorda magari qualcuno. Hai tutto a disposizione qua di fronte” gli indico lo scaffale delle cose che potrebbero servirgli.
Gli altri tre ragazzi non ne azzeeccano una. Non so nemmeno perché siano qua.

Dopo aver sistemato gli stagisti. Confermo il ragazzo con il ciuffo. Gli compilo il modulo per andare da Lucia per iniziare la formazione. Sono sicura che lavorerà alla grande.  Esco dall'ufficio è trovo Simone davanti a me. Dietro di lui Anna.
“ c'era bisogno di chiudere. Sono rimasto fuori per tutto questo tempo. Ho dovuto chiamare la tua amica.”
“ stavo lavorando. Non giocando. ” gli dico.
“ ah sì? Con chi? Non c'è nessuno. Hai tenuto il negozio chiuso fino ad ora. Sono le dieci e mezza”
“ è quindi? Il negozio è mio faccio che voglio. Sono arrivata qui zuppa per colpa tua - gli punto il dito. Anna assisteva alla scena - ho trovato gli stagisti con l'ombrello. Ti sei fatto i tuoi comodi è vuoi pure venirmi a dire che ho chiuso?” gli urlo in faccia.
“ era una cosa importante. Non sono andato a giocare”
“ guarda immagino il tuo appuntamento importante. Sicuramente qualcuna da portati a letto. Voi uomini se non scopate almeno una volta al giorno non siete contenti”
“ guarda nemmeno ti rispondo!” prende la maglietta che gli avevo dato in dotazione il primo giorno. Se l'ha mette.
“ vai vai. Che tanto è ciò che sai fare meglio. Scappare!” sta per andare di la ma torna indietro. In tutto ciò Anna sta zitta.
“ no. È meglio che non risponda perché tanto è inutile” respiro profondamente.
“ nessuno ti ha chiesto di darmi contro stamattina. Sono fradicia perché non sei stato nemmeno in grado di passare a prendermi. ” 
“ potevi  chiamare un taxi ” mi risponde. Spocchioso arrogante. 
“ lascia perdere. ”
“ quando fa comodo a te! Bisogna lasciare perdere...”
“ Simone vuoi litigare? Perché non ci metto molto a...”
“ a fare cosa? A licenziarmi? Fallo... Tanto solo quello stai aspettando. Non sai quanti cazzo di problemi ho nella vita. Non sai niente di me. ” mi risponde arrabbiato. “ continui quando io non ti ho fatto nulla. Sappi che oggi ero in tribunale per una sentenza. ” va via dalla mia vista. I suoi occhi neri erano pieni di rabbia. Anna mi fissa.
“Emma”
“ non ti mettere pure tu.. Sto bene!’ dico. Non dice nulla fa come gli dico. Mi siedo su uno sgabello e mi metto le mani in faccia.
Tribunale.
Sentenza.
Ma per cosa poi?

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora