Il sole era appena salito in cielo. Simone mi aveva lasciato delle sensazioni strane.
L'ho visto abbastanza preoccupato per la situazione. Il fatto di non farmi tornare a casa da sola e prendersi cura di me, mi aveva fatto raggomitolare lo stomaco. I suoi occhi impauriti al pensiero di farmi prendere la macchina. Era terrorizzato.
Appoggio i piedi sul pavimento freddo. Mi stroppiccio gli occhi cercando di tenerli aperti. La ferita mi pungeva. Predo il telefono con la sinistra, faccio partire il messaggio vocale verso Anna. Le chiedo di passare a prendermi per andare a lavoro. Mi ero fatta male e forse Simone aveva ragione non potevo guidare così.
Mi preparo per affrontare questa giornata. Il sole splende abbastanza da sentirlo sul viso una volta fuori dal portone. Trovo Anna seduta già in macchina.
“ allora? Come te lo sei fatta?” mi chiede subito appena mi siedo sul sedile. Rido.
“ con una taglierina mentre finivo di aprire le confezioni. Oltretutto ne ho perso una bella cifra perché mi è caduta in terra una scatola di profumi”
“ non ti è mai successo Emma!’
“ lo so. Ma può capitare. Sono stanca in questi giorni e in più il fatto di Simone che dovevo osservarlo per la settimana di prova mi metteva agitazione e ansia. ”
“ e adesso?”
“ adesso è un tuo collega a tutti gli effetti”
“ quindi lo hai preso?” mi chiede euforica come una bambina.
“ si Anna. Stai però calma. Non ho mica vinto il premio Nobel”
“ no ma.. pensavo che per come eravate finiti a non parlarvi tu non lo assumessi. ”
“ non potevo mettere i miei problemi personali con il lavoro. Simone lavora bene nonostante certe cose non mi piacciano di come lo fa. ”
“ come ci sei andata al pronto soccorso?”
“ mi ha portato lui” frena la macchina di botto. La cintura mi porta in avanti che si blocca.
“ ma sei fuori di testa?! Ho rischiato di prendere il colpo della strega. ”
“ e tu mi dici che non ti piace neanche un po'. Ti fai accompagnare al pronto soccorso da lui”
“ mi ha sentito. Non è andato via. Sì e proposto. Ho accettato solo perché stavo perdendo molto sangue. ” riparte.
“ solo per quello?”
“ si Anna. Tra me e Simone non ci sarà mai nulla”
“ aspetta che mi segno queste parole perché poi...” le metto una mano sulla bocca quella libera.
“ poi niente. Non mi piace. Non ci sarà nulla” si libera dalla mia presa. Parcheggia poi vicino al negozio una volta arrivati.
“ io invece penso che tu abbia soltanto paura di fidarti di nuovo di un essere umano di sesso maschile”
“ dovrei? Soprattutto di uno come Simone? Non hai visto come si comporta?” quasi urlo dal nervoso. Non potevo pensare minimamente di mettermi con uno che il giorno dopo ci avrebbe provato anche con l'aria che respirava.
“ non potrai sapere come è fatto se non lo conosci. Magari quella è una corazza. ”
“ sei diventata psicologa?”
“ no. Ma non vi vuole un genio a capire che magari sta solo mettendo un muro” scendo dalla macchina per non sentirla parlare ancora. “Emma è inutile che scappi.. tanto prima o poi capirai ..” si blocca.
“ cosa dovrebbe capire?” chiede Simone davanti alla serranda.
“ che é imbecille!” risponde la mia amica dopo che io l'ho fulminata. Avrebbe detto una parola fuori posto l'avrei ammazzata davanti a lui.
“ come va?” domanda guardandomi.
“ alla grande non vedi! Una mano rotta. Vengo con un amica. Devo aprire lavoro e non posso... Tu che dici?” alza le mani come in segno di arresa. Giro la chiave nel lucchetto, mi aiuta sempre lui al mio fianco portandola su spinge poi la porta e accende la luce. Anna mi sorride maliziosa è vorrei solamente farla fuori. Vedo che ci lascia soli.
“ti sei medicata la ferita stamattina?” mi chiede dolcemente mentre si mette il camice che usiamo qui per lavorare.
“ si appena mi sono alzata” mento ero di fretta e non ero riuscita a farlo.
“ guarda che puoi anche dire di no e non mentire. Nessuno ti mangia” come aveva fatto capire che fingevo? Sbarrò gli occhi guardandolo.
“ basta guardare la tua faccia. Ho capito subito che mi stessi mentendo è poi non saresti riuscita a fare quella fascia. ” indica quella che mi aveva messo infermiera. “ perché mi menti? ”
“ Simone ascolta... Tu non sei nessuno.. non vedo perché debba darti delle spiegazioni sul come e quando mi curo una ferita. Non vedo perché io ti debba dire come sto. ”
“ hai ragione. Scusami. Avevo già detto ieri che non ti avrei chiesto nulla. ” non mi guarda più in faccia. Prende i soldi del fondo contandoli e mettendoli in cassa. La tensione si tagliava con il coltello. Anna torna ci guarda capisce subito che abbiamo discusso.
“ Anna più tardi passo a prendere un tubo per la casa. Mi si è rotto. Ti scoccia darmi un cambio?”
“ no tranquillo. ” mi allontano. Non potevo permettermi ancora di sentire i suoi occhi freddi nei miei confronti.
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𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️
Fanfiction𝑬𝒎𝒎𝒂 𝒅𝒊𝒓𝒆𝒕𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒏𝒆𝒈𝒐𝒛𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒇𝒖𝒎𝒊 𝒅𝒆𝒄𝒊𝒅𝒆 𝒖𝒏 𝒈𝒊𝒐𝒓𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒂𝒔𝒔𝒖𝒎𝒆𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒍𝒄𝒖𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒊𝒖𝒕𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒂 𝒔𝒖𝒂 𝒍𝒂𝒗𝒐𝒓𝒂𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒆 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒂 𝑨𝒏𝒏𝒂. 𝑰𝒍 𝒏𝒆𝒈𝒐𝒛𝒊𝒐 𝒆̀...