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Avevo cercato per tutta casa qualcosa che mi portasse a lui. Ma non c'era nulla. Quando sono entrata l'odore dell'alcool ha invaso subito le mie narici, ho acceso la luce per sapere dove mettere i piedi, ho trovato altre bottiglie intorno al divano, alcune invece sul tavolino.. e altre in cucina. Impressionante quante ne avesse bevuto
Un mucchietto di carta bruciata vicino al cestino mi fa pensare subito a quelle foto che avevo trovato è mi avevano fatto male.
Ero disperata non sapevo neppure dove cercarlo. Era andato via ieri eppure era tutto qua. Compreso il suo telefono.
Avrei potuto toccarlo per cercare di capire qualcosa di più, ma rispetto la sua privacy perché era così che dovevo fidarmi di lui.
Pensai e ripensai a dove potesse essere. Ero preoccupata. Sua sorella era stata qua ma evidentemente avevano litigato di nuovo. Cosa potevo aspettarmi da lei. Nonostante il discorso non aveva capito nulla, uno quando nasce tondo non può morire quadrato.
Ripensavo a tutti momenti passati insieme quando mi venne un lampo di genio. Potevo trovarlo nel nostro posto. Prendo al volo le chiavi di casa. Scendo le scale è corro verso la macchina, metto in moto velocemente. Dopo vari semafori e varie vie arrivo al posto dove mi aveva detto che gli piacevo. Lo trovo sul muretto, sorrido rilassandomi... Sapevo che non poteva essere stato qua da ieri ma sicuramente ci era arrivato stasera.
“Sapevo che eri qui!” affermò avvicinandomi al suo corpo. Sobbalza. Ha una bottiglia di birra in mano. Gliela prendo. Si volta mi guarda in cagnesco e poi ritorna con lo sguardo al panorama“ credo che tu abbia bevuto anche troppo in queste settimane” gli dico.
“ne avevo bisogno. È poi non mi pare di dover dare conto a te” non mi ferivano quelle parole. Un po' di ragione l'aveva.
“ no Simone. Non è di questo che hai bisogno”
“ uccide molti pensieri lo sai? Sono riuscito spesso a dormire dopo essere sfinito. Non ti preoccupare però, me lo sono meritato” scuoto la testa. Mi avvicino di più a lui.
“ non ti sei meritato quello che stai passando Simone. Ho sbagliato anche io. Perché non torniamo a casa?” gli chiedo con la voce molto sottile forse neanche mi ha sentito.
“ non posso.” mi dice.
“ perché non puoi? Quello è il tuo appartamento”
“ perché non ho più un lavoro. Non posso tenerlo. Se riesco a stare in una stanza d'albergo è già troppo. ”
“ tu un lavoro lo hai Simone” sapevo che stavo rettificando quello che gli avevo urlato addosso. Dopo aver letto quella lettera mi ero accorta che ero stata esagerata.
“ Emma non so perché tu sia qua - per tutto questo tempo non mi aveva guardata nemmeno una volta negli occhi - ma io e te non possiamo stare insieme. Io sono solo un fallito che ha un matrimonio alle spalle. Una pazza che vuole determinate cose che prima o poi otterrà. Una sorella che prima finge di essere cambiata poi ti rivolta tutto contro. Hai una vita davanti perché dovresti rovinarti?” gli prendo la mano. Gliela stringo.
“ perché io  ti amo ” gli dico. Si volta di scatto fissandomi negli occhi per la prima volta dopo quella litigata. “ ho letto la tua lettera. Ti chiedo io scusa per non averti ascoltato prima. Avrei dovuto. Non è una tua colpa se lei  ti ha fatto del male. ”
“ è colpa mia che non riesco ad avere pugno con lei. Ho sempre permesso che potesse fare tutto, anche mentre eravamo sposati. È sempre uscita la sera quando io pulivo il giardino di suo padre non ho mai avuto da obbietare. Altrimenti sapevo che mi avrebbero licenziato. A nessuno importa se lei è andata a letto con un altro o che io sia stato male perché ho scoperto tante cose. No, l'importante è che lei sia felice. Può pure ammazzare qualcuno che la colpa non sarebbe di lei che lo ha ucciso ma della vittima.”
“ è per questo che adesso ci sono io Simo.”
“Emma non puoi rovinarti la vita. ” prendo il suo viso tra le mani. Gli bacio il naso.
“ tu non mi hai mai rovinato nulla. Hai reso la mia vita bella morire. Sto dicendo sul serio. Tu mi piaci da impazzire. Sono uscita fuori di testa senza vederti e ne sentirti. Avrei dovuto leggere la lettera subito avrei capito fin dall'inizio. ” mi accarezza adesso una guancia. Finalmente sentivo l'aria riempire i miei polmoni finalmente. “ Ti amo. ” gli dico guardandolo negli occhi.
“ mi vuoi anche se sono un casino?” cavolo se lo volevo.
“ io ti voglio perché sei tu. Oggi è passata Monica in negozio.. gli ho praticamente detto che non stavamo insieme perché ecco. . Non avevo letto ancora la tua lettera e poi.. mi ha detto che non mi hai nominato come la tua fidanzata la dentro. ”
“non devi giustificarti Emma. E comunque Monica mi sentirà... Non ti ho nominato perché io ho sempre cercato di proteggerti. ” mi butto tra le sue braccia rischiando quasi di cadere di sotto. Lo sento ridere.
Il cuore mi si gonfia d'amore.
“Ti amo anche io se non si era capito. ” gli sorrido.
“ non voglio più vederti bere tutte quelle bottiglie. Simone l'alcool non è il modo giusto per fare scomparire le cose anzi. Finisci solo per farti del male. ”
“ non lo fai per pena vero?” scuoto la testa. Gli prendo la mano avvicinandola al mio cuore. Che faceva tanti salti di gioia. Ed era lui a provocarmi questo effetto. Scende dal muretto e mi abbraccia.
“ ora hai sentito anche il mio?” mi chiede dolcemente mentre si avvicina alle mie labbra.
“ se li mettono insieme creano una bella armonia”
“ la nostra armonia” annuisco. Sposta i miei capelli dietro la schiena. Avvolgo le mie braccia intorno al suo bacino. Siamo molto vicini.
“ sono perdonato quindi?” i suoi occhi rincominciano a lucidare con la speranza che io dica di sì.
“ dipende” lo tengo sulle spine.
“da cosa?” il suo viso ora è attaccato al mio. Le nostre labbra si sfiorano.
“ dal fatto che devi essere sempre sincero con me da oggi in poi. Di lasciare che io possa fidarmi come stavo facendo. ”
“ te lo prometto. ” annulla quei due mm di distanza che ci stava, è inizia a baciarmi. Le nostre lingue si incontrano. Sento lo stomaco fare un sacco di rumore da quello che stavo provando.
Lo avevo perdonato dal momento in cui ho iniziato a cercarlo. Non riuscivo più a vivere senza poter capire e soprattutto non a capacitarmi che non ci avesse provato minimamente a riprendermi.
Ho capito anche che avrebbe fatto di tutto per rendermi felice pur di starmi lontano con la paura di perdermi per sempre.
“ andiamo a casa?” mi chiede. Sorriso.
“ mia o tua?’ gli chiedo per vedere cosa mi risponde.
“ casa mia. Che da oggi può diventare anche tua ogni volta che vorrai. Stavolta la sistemiamo a dovere...”
“ permettimi di venire in tribunale con te. Simo non tenermi lontano tanto ha già pensato bene di ferirmi. ”.
“ te ne farà ancora non voglio. ” scuoto la testa stringendomi a lui.
“ voglio poterti sostenere ti prego! So che me hai bisogno. So anche ti potrebbe fare bene. Non importa cosa ne penserà Monica o Sara. ”
“ ne riparliamo quando ci sarà di nuovo una data precisa. Intanto prendi la tua macchina che ti raggiungo a casa. ”.
“ ok amore mio” sorride. Mi bacia a stampo e poi più passionale. Quanto mi era mancato!

𝐼𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑢𝑚𝑜 𝑑'𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒 ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora