(45) Mi Manchi Troppo

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Ormai chiusa a riccio in compagnia solo di me stessa, vado avanti in una vita che non mi appartiene. Ho evitato ogni possibile contatto con Ethan, mi è davvero troppo difficile restare in sua compagnia. Continuo a mettere a confronto le loro due personalità, rendendomi sempre più conto che preferisco quella di Ade.

Il solo pensare al suo nome, mi crea brividi, nostalgia, tristezza. Mi manca e non riesco a capire come affrontare questo stato di apatia in cui sono caduta. Ormai con mia madre non parlo più da quando le ho
risposto in malo modo. Pranziamo, ceniamo in un silenzio assordante.

Quando Ethan mi viene a trovare e per caso io sono in salotto, non riuscendo a nascondermi da lui, lo tengo distante anche se siamo seduti vicini. Se lui mi sfiora un dito ritraggo la mano, se lui mi guarda nascondo il mio viso con i capelli.
E in più immagino di avere lui qui vicino a me, pur di avere un pó di calore, di provare qualche emozione.

Sono seduta con il mio libro di diritto sull'erba del mio giardino, sotto ad un sole cocente che riscalda la mia anima ormai congelata. Continuo a fissare quella parola "diritto" e inizio a pensare che loro non c'è l'hanno il diritto di togliermi la felicità, la gioia, la libertà.

Una voce mi richiama <Ciao Sum. Possiamo parlare? > Sospiro perché non ce la faccio, odio la sua presenza. <Sto studiando > Rispondo senza voltarmi. <Si lo vedo con il libro chiuso > Ha ragione, non sono brava neanche a mentire.

<Ok. Fai subito dimmi cosa vuoi >
Mi arrendo magari mi lascia subito in pace e si toglierà dai piedi lasciandomi ai miei pensieri.

<Voglio capire, come possiamo fare ad andare avanti se tu hai alzato un muro. Non ti lasci toccare, parlare... >Allora è questo il suo problema, non gli dispiace il fatto di rendermi infelice. A nessuno importa, sono circondata da degli egoisti.

<È semplice, evitiamoci e io sarò felice, nella mia infelicità > Sospiro e lui mi segue. <Non mi ami più? > Mi volto perché davvero non ha mai capito cosa io provassi per lui?

<Ethan Lo sai che io non ti ho mai amato, ti avevo anche chiesto di lasciarmi, così mia madre non avrebbe potuto fare nulla contro mio padre. Ma voi-voi non mi ascoltate, nessuno lo fa veramente. > Vorrei continuare dicendo che chi mi ama è distante da me, chi si prende cura di me, è lontano.....

<Io ci ho sempre sperato, che col tempo avresti imparato ad amarmi, col tempo ti saresti almeno affezionata a me, invece ti sei allontanata di più e non hai nessuna intenzione di ritornare la vecchia Sum che eri. >

Mi sollevo da terra, portando con me il mio libro che non sono riuscita ad aprire troppo presa a cercare il vero significato di quella parola scritta così in grande su quella copertina.

<La vecchia Sum, ha conosciuto l'amore, quello vero, la vecchia Sum ha assaporato la felicità, il rispetto. Adesso dimmi come potrei cancellare tutto questo se è solo quello che andavo cercando. Dimmelo Ethan... >

Siamo occhi negli occhi, il suo verde, nel mio blu. Mi dispiace leggerci tristezza al loro interno, ma sono stanca di stare male solo io. Loro vogliono andare avanti nel loro folle piano, ok, io andrò avanti per la mia strada da sola.

< Io non ce la faccio a lasciarti andare. Io ti amo veramente, non ti sposo perché è tua madre a imporlo. No! Io voglio averti al mio fianco, l'ho sempre sognato. >

Mi viene da ridere. <Su Ethan il tuo non è amore, altrimenti non mi tradiresti con la tua amica. Il tuo è solo possesso >

Lui mi guarda confuso, non riesce proprio a capire che il suo atteggiamento è sbagliato. <Io, non ti tradisco perché non ti amo, ma perché ho i miei bisogni da sfogare e tu, tu non sei disposta a condividere nessun tipo di intimità con me. Cazzo son pur sempre un uomo... >

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