(34) Raccontami E Tu Perdonami

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🚫Il capitolo contiene scene da bollino rosso 🚫

Il lungo tragitto in macchina, è segnato da sospiri. Sono l'unica cosa che si sente in questo abitacolo che mi sta togliendo l'aria. La sensazione che qualcosa stia per succedere mi attanaglia lo stomaco. Il tremore del mio corpo mi da fastidio. Lui mi da fastidio. Sempre così sicuro, sempre così perfetto ai miei occhi. Dovrei avercela con lui per quello che mi ha raccontato Adam, ma invece voglio sapere come si sente, come ha affrontato la morte della sua ragazza, visto che il suo amore non corrisposto ne è la causa.

Non oso guardarlo, perché la voglia di essere stretta ancora tra le sue braccia manderebbe a benedire tutte le domande che voglio fargli . Mi metterebbe fuori gioco con uno sguardo soltanto. Ma questa volta non posso fare il suo gioco. Adesso che so in parte la verità, anche se ho come l'impressione che ci sia altro, non posso allentare la presa.

Arriviamo davanti a casa sua, con la mia macchina. Esco sbattendo la portiera Non può rimproverarmi, è mia e faccio quello che voglio Il suo essersi presentato dov'ero , aver trattato Adam in malo modo non riesco a capirlo. Non mi è mai piaciuto che qualcuno tratti male un'altra persona,preferisco l'indifferenza a questo punto. Forse perché io stessa sono stata sempre trattata così, sia in casa che a scuola. Ma mi sta bene, nessuno chiede, nessuno ti importuna,tu praticamente per gli altri non esisti ed è la cosa migliore che ti possa succedere quando quello che ti circonda non ti interessa.

Entro in casa, dove lui si dirige verso la cucina. <Vuoi qualcosa da bere? >Mi chiede come se questa tra noi sia una giornata come tante altre.
<No! >. Lui si prende una birra fresca. A dire la verità l'assaggerei volentieri, ma lo ignoro.

La posa sul tavolo, si siede facendomi il segno di farlo anch'io . Siamo uno di fronte all'altro dove i nostri occhi si stanno studiando. Non riesco a capire il suo sguardo. È come se abbia alzato un muro per non far uscire le sue emozioni.

<Adesso tu mi ascolti, perché ne ho pieni i coglioni di questa storia>. Lo fisso perché non capisco di cosa sia stufo. Non c'è nessuna storia e, quando sto per ribattere, lui mi intima di tacere. <Non so cosa ti abbia raccontato, ma conoscendolo ti avrà detto la parte peggiore della mia storia. Ma vorrei che tu ascoltassi la mia versione. Per me non è facile parlarne, ma sappi, che, se lo sto facendo e perché voglio iniziare ad essere sincero con te , voglio che tu dopo la mia confessione capisca quanto tu mi abbia cambiato, quanto mi stia sforzando di dare una svolta alla mia vita . >Sarei io la sua svolta? Mi sistemo meglio sulla sedia, incrocio le mani sulle mie gambe nascoste dal tavolo.

<Ti chiedo una cosa, soltando, non insultare Adam, lui ha avuto davvero belle parole verso te >. Mi guarda, per poi far apparire un sorriso quasi stizzito sul viso <Allora non ha saputo tenere la bocca chiusa, lo stronzetto<Ade! >lo rimprovero, <scusami, cercherò di trattenermi... >

Inizia il suo racconto, quasi simile a quello di Adam. Il suo viso è una maschera nera. Manca di espressione. La sua voce è piatta, sembra che abbia spento il sensore del tono. Almeno fino al punto dove subentra la figura di quella povera ragazza. La sua voce lo tradisce , si incrina, i suoi occhi sono lucidi, e, in tutto questo io non so come comportarmi. Lo devo fermare? Lo devo consolare? Dio che problema la mia insicurezza.

<Ade! >sussurro appena, ma lui mi blocca <Sto bene, tranquilla, devo solo liberarmi di questa storia una volta per tutte. Credo che ti perderò, dopo, ma sono consapevole che se non andrai via per la mia storia, lo farai per la tua. Ma a differenza tua io voglio essere sincero. Sono stufo di nascondermi, sono stufo di aver paura che tu scopra questa brutta parte del mio passato. >

Abbasso la testa, perché forse ha ragione, mi allontanerò a causa dei miei casini, ma come glielo spiego, che a differenza sua, a me, manca il coraggio,ma ancora di più non servirebbe a nulla parlare?

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