FINALMENTE INSIEME

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La serata giunge al termine, dividendoci in modo che ognuno vada dove vuole. C'è chi si ritira perché ormai stanco, chi invece continua a girovagare tra le bancarelle che si trovano sui lati dei marciapiedi, e chi invece decide di andare a mangiare qualcosa. John riporta a casa Sandy e poi ci sono io.

Vorrei tantissimo stare da sola con lui, abbiamo tanto di cui parlare, ma purtroppo lui domani deve lavorare e io non voglio faccia tardi ed essere stanco a causa mia. Mentre stiamo attraversando il parco per tornare indietro alla nostra auto, continuo a sentire questa strana sensazione che non mi abbandona, da quando lui mi ha definito "la sua ragazza". Mi sento felice! Mi sembra di toccare il cielo con un dito, di passare la mia mano nelle nuvole e sentirne la loro leggerezza, la stessa che sento nella mia testa e nella mia anima.

<Piccoletta, a cosa stai pensando?> mi sento tirare verso un petto durissimo. Alzo lo sguardo per vedere la sua faccia illuminata dalla luce del lampione. Mi soffermo ad ammirarlo, caspita se è bello. Quanto vorrei appartenergli per sempre, e no come una cosa in scadenza.

Due mesi, solo due fottutissimi mesi e tutte queste mie sensazioni saranno accantonate ma mai dimenticate. No, io non potrei mai dimenticarti, sarà la salvezza di averti incontrato che mi aiuterà ad andare avanti. Avrò amato chi ho voluto io. E come si dice, si ama una sola volta nella vita. In pratica sto ammettendo a me stessa di amarlo. Questo sì che è un gran bel casino.

Credo che dovrò rispondere alla sua domanda ma con cosa, perciò faccio un'alzata di spalle e mi affretto ad attraversare,ma lui mi blocca

<Perché non mi rispondi?> se continua così, piangerò! Realizzare che dovrò abbandonare l'amore che tanto cercavo è davvero dura d'affrontare.

Lo prendo per mano e guardo come ho intrecciato le nostre dita, come lui se lo sia fatto fare. Mi vien da dire che è davvero ingiusto che questo intreccio così preciso, così stretto, si dovrà sciogliere. Il magone inizia a salire, sento i miei occhi diventare lucidi, la gola inizia a bruciare per trattenere i singhiozzi che vogliono essere liberati. Ma non posso.

Sapevo sarebbe successo e ora devo affrontare tutto con coraggio, altrimenti l'unica soluzione è fare le valige e andarmene prima che sia troppo tardi.

Anche se è già tardi.

Ma le parole non escono così decido di baciarlo. Sono disperata sia emotivamente che fisicamente. Voglio trovare forza nelle sue labbra, nello sperare che almeno loro mi aiutino a superare questo momento di sconforto. Voglio sentire il suo contatto, vorrei davvero sentire che il mio desiderio lo senta anche lui, e che ricambi ardentemente questo mio essere toccata, questo farsi toccare.

Quelle dannate labbra sono esattamente come lui. Dannate. Sono sempre calde e morbide. Sono sempre pronte a darmi tutto ciò che io voglio. Sono sempre pronte a prendere ciò che lui vuole. E in questo momento, in questo bacio così passionale, noi ci stiamo cercando. Stiamo cercando la forza di dire che, in fondo sappiamo dove arriveremo, che prima o poi ci sarà un addio e che loro non si potranno più toccare, più sfiorare.

E mentre gli prendo la testa da dietro per non permettergli di allontanarsi da me, una lacrima cade dai miei occhi, e un singhiozzo esce dalle mie labbra, che lui lo afferra intrappolandolo nella sua bocca. Sei troppo bravo ad intrappolare ,mio seduttore.

<Sum, che succede?> mi chiede di nuovo staccandosi da me. Mi asciuga le lacrime che continuano a cadere e, io sono arrabbiata con me stessa per non essere riuscita a nascondere il mio malessere

<Tranquilla, l'ho catturato io il tuo singhiozzo. Adesso è al sicuro.> me lo dice in modo gentile.

<Lui sarà anche al sicuro, ma vorrei esserlo anch'io!> mi guarda non capendo.

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