(99) Il Diploma

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Avere Ade qui al mio fianco è la sensazione più bella che io possa provare. Non credevo che riuscisse a leggermi a tal punto da capire che gli stavo nascondendo una cosa così pesante. Dovrei essere arrabbiata con lui per aver picchiato il professore, e lo sono..., ma sono anche orgogliosa, ma non glielo dirò figuriamoci. Mi ha difeso come ha sempre fatto e sempre farà, certo la violenza non mi piace specialmente quando poi è lui ad usarla, ma credo che il mio docente solo così avrà capito di lasciarmi in pace.

Adesso siamo qui in questa sala cinema dove abbiamo finito di cenare con delle buone pizze, abbiamo bevuto coca cola perché Ade ha preferito così, e in questo momento io sono seduta in braccio a lui come se fossi una bambina piccola pronta per la posizione della nanna. Ed è quello che succede. Mi rilasso talmente tanto perché mi sento protetta. La melodia della sua voce, il suo fiato che quando parla si infrange sul mio viso, i baci che continua a lasciarmi sulla fronte, le braccia che mi stringono donandomi una presa ferrea mi fanno cadere in un sonno profondo.

La mattina dopo ci svegliamo entrambi su questo divano che siamo abbracciati. <Buongiorno piccoletta! > mi bacia la punta del naso. <Buongiorno demone! >mi piace chiamarlo così.

<Pronta per un nuovo giorno? Io sì sono carico, anzi avrei una certa voglia di scaricarmi... >le sue mani ripercorrono il mio corpo che si ricoprono di brividi di pura eccitazione. Lo vorrei dentro di me mentre mi prende, mentre mi marchia, mentre ci perdiamo in quel limbo di lussuria fatta di noi e dei nostri desideri...

<Mi dispiace rifiutare, ma devo andare a prepararmi. Mi accompagni tu a scuola oggi, così poi mi vieni a prendere? > i suoi occhi sono calamita per me. Mi ci perdo ogni volta in questo grigio contornato da lieve sfumature nere esattamente com'è la sua anima...

< Alzati finché sei in tempo! > mi solleva facendomi passare dall'altra parte strusciandomi su di lui. Si lecca le labbra e lo faccio anch'io..., finirà male se non metto un freno alle nostre fantasie.

Così adesso sono davanti a scuola con la scena che si ripete. Tutte lo guardano e i ragazzi che gli lanciano occhiatacce. <Sei troppo bello e io tremendamente gelosa! > gli bacio le labbra dove le sue mi accolgono con tanto di lingua che divora la mia. Gli sorrido sopra. <Stai attenta e qualsiasi cosa chiamami, anche solo con uno squillo, io capirò e sarò qui da te! > così contro voglia ci separiamo mentre mi avvio verso il portone, incrociando lo sguardo con il mio professore che se ne sta lì davanti alla porta principale come se mi stesse aspettando. Mi volto e vedo Ade già pronto a scattare, mi manda un bacino almeno credo che sia per me e non per prendere in giro il mio docente, da lui potrei aspettarmi di tutto, così mi volto ed entro non guardando in faccia nessuno.

Adesso siamo in classe e stiamo aspettando proprio lui. Che strano non è mai arrivato un solo giorno in ritardo, eppure era all'entrata ad accoglierci...

Ed eccolo, quando entra ha il viso abbassato, indossa gli occhiali da sole. In classe cade un silenzio come mai prima d'ora.

Si sistema. Sfila il giubbotto di pelle appendendolo allo schienale della sua sedia, tira fuori il computer lo collega alla lim e adesso ci degna della sua attenzione. Sfila gli occhiali e il suo viso è irriconoscibile. Sobbalzo, perché se penso che è stato proprio il mio ragazzo a ridurlo così mi viene il magone. Che hai combinato!Non pensavo che ci fosse andato così pesante. È tutto gonfio, viola, rosso, blu. Uno dei suoi occhi a malapena si vede, le due labbra rotte. Mi gira la testa a guardarlo, così abbasso lo sguardo.

Ma è proprio lui che con un filo di voce e lentamente mi richiama <Spencer,tuo padre ha spiegato il motivo per il quale non parteciperai alla gita. Perciò ragazzi non abbiate nulla contro la vostra compagna.
<Che le è successo? > chiedo guardandolo dritto negli occhi, infondo stai mentendo vediamo fino a che punto arrivi.

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