CHE FACCIO?

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"Piccoletta sei tu quella che non deve credere che sia finita qui! Mi implorerai di assillarti. Vedrai che sarà così!"

Passano esattamente due giorni da quando mi ha inviato questo messaggio

Non si è fatto più sentire e neanche vedere. La sera del secondo giorno decidiamo di uscire per andare ad una festa in piscina organizzata da un amico di John. Sono convintissima di trovarlo lì, magari mentre si struscia con una nuova tipa, perché quella della nostra comitiva è già occupata con un altro.

Niente... non è arrivato!

Io ho passato tutta la serata in compagnia di Adam, che è ritornato dalla sua amica tramite telefono, chiedendomi chiesto come ne ero uscita dalla situazione della mattina. Naturalmente gli ho racconto tutto. Gli ho fatto leggere anche i messaggi che ci siamo scambiati.

Non poteva credere che Ade, fosse così infuriato per la sua presenza, ma non mi ha voluto dire neanche il perché di quell'astio tra loro. E io non sono davvero dell'umore adatto per indagare.

Continuo a guardare il cellulare ma, non perdo di vista neppure il cancello. Ma di lui non ci sono tracce. Sono davvero tentata di mandargli un messaggio perché vorrei sapere dov'è, ma soprattutto con chi è. La gelosia mi sta corrodendo l'anima, e mi sta rovinando la serata. Ma a questo punto sono consapevole che sono io a permetterglielo.

Mi avvicino al tavolo dei drink attirata da uno di colore blu. Non so neanche cosa ci sia dentro. Ne bevo un bicchiere e devo ammettere che è davvero ottimo. Il suo sapore sa di vodka. Ne bevo tre, uno dietro l'altro. Poi arriva Adam a salvarmi dall'ubriacarmi completamente.

Andiamo a ballare e, mentre continuo ad agitarmi in pista Adam mi dice

<Non arrenderti. Lui è fatto così. È complicato!>e mi stringe a sé.

Non potrei mai arrendermi, ma non capisco perché deve fare così. Abbiamo già poco tempo, non possiamo permetterci di sprecarlo. Ma forse a lui non interessa.

Iniziamo a fare un ballo di gruppo. Devo ammettere che mi viene facile ballarlo. Tanto che l'animatore mi prende e mi porta a ballare con lui. A volte mi stringe un po' troppo. Si struscia anche, ma voglio divertirmi esattamente come sono sicura stia facendo anche lui.

Quando torniamo a casa sono le tre di mattina. Sono davvero stanca ma divertita. Alla fine mi sono stancata di guardarmi intorno o di guardare il display del mio cellulare, così non ci ho più pensato, e mi sono lasciata andare al divertimento insieme ad Adam.

La mattina mi sveglio, la testa mi duole, ma riesco ad alzarmi e andare in bagno, faccio tanta pipì. Sorrido perché sarà colpa dell'alcool. Scendo giù in cucina dove c'è mio padre, il chè mi sembra davvero molto strano, non è solito trovarlo a quest'ora in casa.

<Ciao papà! Tutto ok? Come mai sei a casa?> lui mi sorride per rassicurarmi

<Calma bambina, volevo solo accettarmi che stessi bene. John mi ha detto che hai bevuto un po', e sappiamo che succede quando lo fai!> ridiamo insieme. Si riferisce al quella sera in pizzeria

<Tranquillo omone, sto bene!> e lo abbraccio baciandolo sulla guancia.

Amo mio padre molto più di mia madre. A lui mi viene spontaneo baciarlo, abbracciarlo e dirgli

<Papà ti voglio bene> puntualmente si commuove

<Piccola mia, ho pensato di passare una giornata con te, da soli, se per te va bene!> mi chiede come a temere la mia risposta. Ma le mie braccia si lanciano attorno al suo collo, e la gioia di sentirlo ridere come quando ero bambina, mi riempie il cuore.

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